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di Chiara Prazzoli
MILANO - A 11 mesi dalla scomparsa della tredicenne di Brembate Sopra Yara Gambirasio, serpeggia nuovo ottimismo tra gli investigatori che stanno dando la caccia all’assassino della ragazzina. Il riserbo è massimo e gli inquirenti precisano che ci vorrà ancora del tempo, ma le indagini parrebbero avere finalmente preso la strada giusta.
«Non abbiamo mai smesso di indagare, neppure un giorno», tengono a precisa dalla Questura di Bergamo come a dire che per alcuni uomini della squadra omicidi la risoluzione del giallo è diventata una questione di principio, a cui nessuno vuole rinunciare nonostante le tantissime difficoltà.
Gli esami scientifici sul Dna hanno permesso di restringere molto il cerchio, considerando che tutto si muove intorno a un paese di medie dimensioni, dove in migliaia hanno offerto il loro profilo genetico, ma adesso parrebbe essere arrivato il momento delle indagini vecchio stile. A queste è affidata ora la caccia al killer che evidentemente dopo il delitto è tornato alla sua vita di sempre, senza destare sospetti o dubbi in chi lo conosce.
Insomma, ci sarebbe un sospetto, o forse più di uno, e bisogna stanarlo, con i mezzi di un tempo, dopo che tutta la tecnologia e tutti i mezzi scientifici sono stati utilizzati. Non sarebbe un operaio del cantiere di Mapello, su cui si concentrarono le indagini in un primo momento e dove ora ha aperto il centro commerciale.
Brembate tace e si chiude a protezione della famiglia Gambirasio. Vuole vedere dietro le sbarre chi ha ammazzato Yara, ma come ha sempre fatto non presta il fianco a supposizioni «finché non saranno il pm Letizia Ruggeri o il procuratore capo Massimo Meroni ad annunciare che la caccia è finita». Caccia che forse mai come adesso è stata così intensa. Già a giugno sembrava che si fosse vicini alla risoluzione dell’enigma, ma poi tutto sfumò. Forse per questo regna tanta prudenza, ma nessuno nega che adesso c’è la speranza di farcela, un anno dopo il delitto.
leggo.it
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indiscrezioni di chi l'ha visto? sulla ragazzina UCCISA a brembate
Yara, trovato sui vestiti Dna di un italiano
Gli inquirenti sarebbero risaliti a un familiare della persona che ha lasciato la traccia genetica sui vestiti
MILANO - Il Dna sui vestiti di Yara Gambirasio, sarebbe di un italiano. La notizia è stata data mercoledì sera nel corso della puntata di Chi l'ha visto?, la trasmissione di Raitre. Gli inquirenti, secondo indiscrezioni riportate nel corso del programma, sarebbero risaliti a un familiare di chi ha lasciato il suo Dna sugli indumenti indossati dalla ragazzina di Brembate Sopra (Bergamo) sequestrata e uccisa a pochi metri da casa il 26 novembre scorso. Il confronto è stato effettuato sulle migliaia di profili genetici acquisiti nel corso delle indagini.
www.corriere.it/
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