|
|
Dal 2000 al 2006 ha partecipato al programma televisivo La domenica del villaggio condotto da Davide Mengacci, in qualità di co-conduttrice. Nel 2006 ha condotto il programma Piazza grande insieme a Giancarlo Magalli.[1] Inoltre, ha fatto parte del cast dei programmi televisivi I cervelloni, Vota la voce e Domenica In.[2]
Nel gennaio 2007 fu al centro di una controversia che ricevette attenzione internazionale. Alla serata dello show dei Telegatti, Silvio Berlusconi disse, riferendosi a lei in sua presenza: «Se non fossi già sposato la sposerei immediatamente». Il commento provocò l'immediata reazione di Veronica Lario, moglie di Berlusconi, che, tramite una lettera aperta inviata a La Repubblica, pretese le pubbliche scuse[3].
Partecipazione a servizi fotografici
Nel 2006 a un intervistatore che le chiedeva le ragioni del suo rifiuto a recitare in un film diretto da Tinto Brass, Mara Carfagna dichiarò di essere timida e credere «in certi valori».[4] In passato, però, foto che ritraevano la Carfagna parzialmente senza veli furono pubblicate sulla rivista Maxim, e in seguito diffuse su numerosi siti internet.[5]
Attività politica
Ricopre il ruolo di responsabile del movimento delle donne di Forza Italia[6] (poi confluito nel Popolo della Libertà).
Nelle elezioni politiche del 2006 la candidatura e successiva elezione della Carfagna alla Camera dei Deputati aveva sollevato polemiche anche all'interno del suo partito, in considerazione della sua precedente attività di valletta televisiva.[7]
Nelle elezioni politiche del 2008 è stata candidata alla Camera dei Deputati al terzo posto della lista del Popolo della Libertà nel collegio Campania 2, in una posizione considerata sicura, che ha permesso alla Carfagna di essere eletta deputato per la seconda volta.
Dall'8 maggio 2008 è Ministro per le Pari Opportunità, nel Governo Berlusconi IV. Subito dopo l'insediamento, raccogliendo un appello del Presidente della Repubblica, la Carfagna ha voluto fissare fin da subito l'impegno del Governo a promuovere «politiche che permettano alle donne lavoratrici di far figli e seguire la famiglia» prediligendo una legislazione sul modello francese. [8].
La polemica sulle unioni omosessuali Il 15 febbraio 2007 al seminario Donna, vita e famiglia, da lei stessa organizzato, la deputata Carfagna afferma che «non c'è nessuna ragione per la quale lo Stato debba riconoscere le coppie omosessuali, visto che costituzionalmente sono sterili» e che «per volersi bene il requisito fondamentale è poter procreare»[9].
Queste affermazioni hanno suscitato lo sdegno, oltre che delle coppie sterili eterosessuali, di molti esponenti della comunità GLBT, tra i quali l'onorevole Vladimir Luxuria che ha proposto un parallelo tra le parole della Carfagna e una legge della Germania nazista «che prevedeva l'internamento degli omosessuali ritenuti socio-sabotatori perché non in grado di riprodursi»[9].
A sua difesa, la Carfagna ha affermato che le sue parole citavano quelle del prof. Francesco D'Agostino (ordinario di filosofia del diritto e membro della Pontificia Accademia per la Vita) che aveva definito le unioni omosessuali «costitutivamente sterili» [10]. Ma tale definizione è stata da molti criticata, in quanto, se una discriminante per l'esclusione dall'accesso all'istituzione del matrimonio fosse la definitiva sterilità della coppia, allora dovrebbero essere escluse anche tutte le coppie eterosessuali in cui almeno uno dei due componenti è definitivamente sterile, come ad esempio una donna troppo anziana o a cui siano state asportate le ovaie o l'utero oppure un uomo a cui siano stati asportati i testicoli.
Il 19 maggio 2008 ha affermato: «Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono i Gay Pride», questo in merito alla manifestazione dell'orgoglio omosessuale nazionale prevista il 28 giugno 2008 a Bologna per la quale viene chiesto ufficialmente il patrocinio al ministero, mai dato da nessun governo. Secondo il ministro «l'unico obiettivo dei Gay Pride» è quello «di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo non posso certo essere d'accordo».
Per Carfagna l'omosessualità «non è più un problema, perlomeno così come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare»[11].
Le intercettazioni a sfondo sessuale
Nel giugno 2008 il giornale argentino El Clarín pubblica un articolo in cui afferma che in alcune intercettazioni telefoniche, disposte in una non precisata indagine napoletana contro la corruzione, tra il ministro Carfagna ed il presidente del consiglio Silvio Berlusconi vi sarebbe stato un dialogo piuttosto esplicito, con allusioni ad un rapporto di sesso orale[12]. Fino ad ora queste intercettazioni non sono finite nelle pagine di nessun quotidiano, o rivista italiana, né in alcun sito Internet. Ma il quotidiano La Repubblica cita la ex viceministro degli Affari Esteri e dirigente socialista Margherita Boniver, devota sostenitrice di Berlusconi, che riconosce l’esistenza dei messaggi a luci rosse[citazione necessaria]. Questo articolo è stato alla base di violenti invettive contro il ministro, sia in blog che in manifestazioni, da parte di personaggi dello spettacolo, giornalisti e politici.[
|
|