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Verdone in vacanza presenta il suo libro: «Ecco la mia Sabaudia»
SABAUDIA - Quando hanno cominciato a venir giù le prime gocce di pioggia ha subito sdrammatizzato: «Speriamo che non finisce come in C’era un cinese in coma, dove viene giù un diluvio».E il pubblico si è sciolto in una risata.
Poi la pioggerella estiva è scesa davvero ma Carlo Verdone non si è lasciato certo spaventare e, sotto l’ombrello, ha continuato a raccontare scorci della sua vita e della sua carriera davanti ad una platea che lo ascoltava rapita. Perché lui è magnetico. Ha quella rara dote che solo i grandi comunicatori hanno: sa raccontare, sa far sorridere, sa commuovere. Il grande attore romano è stato a Sabaudia ospite del premio Sabaudia Cultura nell’ambito del quale ha presentato il suo libro «La casa sopra i portici» che è un vero e proprio successo editoriale con le sue 170.000 copie vendute. Un legame che dura da anni quello con la città pontina. «Sabaudia è nel mio cuore così come è nel mio cuore Anzio – racconta – Ad Anzio andavo in vacanza quando ero studente universitario anche perché lì ci sono i miei zii ai quali voglio molto bene».
Erano gli anni ’70 e i suoi ricordi estivi sono legati allo scontro dei san marzano quando in mare, assieme ai suoi amici, fu protagonista di una vera e propria battaglia navale combattuta a pomodorate contro i coetanei di Nettuno. Poi la corrente trasportò tutti gli scarti dei pomodoro verso Torre Astura dove stavano girando un kolossal americano e il regista fu costretto a sospendere le riprese. «Poi ho conosciuto anche Sabaudia dove sono venuto in vacanza per almeno nove anni con la mia famiglia – racconta ancora - Qui ho trascorso anche Capodanno e Pasqua, a casa di amici. È un grande amore quello che mi lega a questa città». Tanto che ha scelto la città delle dune come location dei suoi film Stasera a casa di Alice, Ma che colpa abbiamo noi e Il mio miglior nemico.
Verdone snocciola una serie di aneddoti sulle sue vacanze pontine. Come quella sera in cui era stato invitato a cena a casa di Giorgio Armani e venne a trovarlo un amico da Roma. Tutti avrebbero dovuto vestire di bianco ma l’ospite dell’attore, sprovvisto della mise giusta, volle andare comunque a cena dallo stilista dicendo che «aveva il portafogli in bianco» e poi, per animare la serata, si appese con le braccia al ramo di un albero di casa Armani spezzandolo. «Ricordo le risate, lo spettegolare e le imitazioni in spiaggia insieme a Enrico Lucherini – racconta ancora – Questo posto mi piace così tanto che ho una splendida collezione di fotografie del litorale di Sabaudia. Una di queste l’ho regalata all’amico Giovanni Malagò».
Un Carlo Verdone ironico e divertente di cui scopri anche un lato romantico quando confessa che lui questa spiaggia la ama soprattutto alla fine dell’estate quando i colori e le sfumature dei paesaggi suggeriscono che l’autunno è vicino.
www.ilmessaggero.it. -
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PROVOCAZIONi
Carlo Verdone: “In questo Paese ora c'è poco da ridere”
“In tv, ogni serio dibattito sulla crisi si risolve con
l’imitazione, la barzelletta. Questo eccessivo ricorso alla comicità ci
fa solo perdere tempo”. Il comico non le manda a dire. E in questa
intervista fa esempi che non lasciano dubbi. Le immagini
di Paola Piacenza - aprile 2013Carlo Verdone
Foto di Claudio Porcarelli/Photomovie«C'è poco da ridere» afferma Carlo Verdone. «Stiamo perdendo tempo
con la satira. E se lo dico io…». Di passaggio a Lecce per la consegna
del premio dedicato alla memoria del padre Mario, nel corso della 14°
edizione del Festival del Cinema Europeo, il regista di Posti in piedi
in paradiso, una carriera costruita sulla satira e sulla risata, non
nasconde la propria preoccupazione: «Il nostro paese è tra gli ultimi
d'Europa. Continuiamo a non essere capaci di darci un governo e ne
abbiamo un gran bisogno. Siamo degli irresponsabili. E mentre stiamo in
queste acque - quelle trasmissioni come Servizio pubblico, Otto e mezzo, Ballarò raccontano entrando nelle case dei disoccupati, dei pensionati che vivono con 450 euro al mese - ci ridiamo su.
Ce l'ha con Maurizio Crozza?
Stiamo
perdendo tempo. E' criminale. In trasmissioni in cui dovrebbero esserci
dibattiti seri improvvisamente tutto si risolve con un'imitazione, una
barzelletta, un numero. Stiamo abusando della satira. La satira va fatta
poco e bene. Fatta così serve solo a buttare tutto in vacca. Serve a
edulcorare. Me li vedo i dirigenti Rai o della 7 che dicono: ”Ma non
saremo troppo seri? Poi il pubblico ci lascia. Non ci vogliamo mettere
il comico che ci alza un po' lo share?” Credo invece sia il momento di
essere molto, ma molto seri. Dalla commedia all'italiana in cui abbiamo
vissuto finora stiamo passando al dramma. E non ce ne accorgiamo.
Ci vorrebbe un ricambio? In politica come nel nostro cinema?
L'Italia
sta dimostrando di essere un paese di pusillanimi. Bisogna azzardare
con idee nuove, far spazio alle nuove generazioni. Ricordo che per far
approvare Perdiamoci di vista alla famiglia Cecchi Gori ci ho messo
mesi. Non era commerciale, dicevano, nessuno vuol vedere un personaggio
(era Asia Argento, ndr) su una sedia a rotelle. Poi, a distanza di anni
in Francia sbanca Quasi amici e ora vedrai: sedie a rotelle come se
piovesse anche da noi. L'ansia di essere rassicuranti ci ucciderà. Non
mandiamo nessun film all'estero così.
Il
film di Sorrentino, La grande bellezza, in cui lei recita con Toni
Servillo e Sabrina Ferilli, all'estero ci va. Va al festival di Cannes.
Ho dovuto fare quello per espatriare....
La dolce vita nel 2013?
Non
so se è La dolce vita, forse sì, di sicuro Paolo ha fatto un film
importante. Meraviglioso e tragico insieme perché l'umanità che
rappresenta è sbandata, sola, smarrita e dietro questi fantasmi che
vagano senza meta c'è una grande quinta teatrale che è Roma.
È Roma la grande bellezza del titolo!
Roma
non si è mai vista così, surreale, metafisica. C'è la vista della casa
sopra i portici dei miei familiari dove Toni Servillo fa una lunga
camminata, c'è il Gianicolo, per un romano sarà motivo d'orgoglio. E'
una Roma senza macchine, senza rumore, solo lei con la sua bellezza
intatta, ferma nei secoli, un luogo dove errano delle anime in pena. Che
siamo noi.
La si è vista nelle foto rubate sul set con degli occhialini fumé un po' trendy. Che personaggio è il suo?
Credo
che Paolo abbia voluto fare di me un Ennio Flaiano, un Giuseppe
D'Avanzo… Un Flaiano fallito però, perché sono un commediografo fallito.
Oltre a Sorrentino chi sono oggi i nostri autori da esportazione?
Garrone,
Moretti… E non dimentichiamoci di Luca Guadagnino, che ha un solo
problema, non ha l'appoggio critico nazionale, ma all'estero piace a
tutti. Pubblico e critica. Altri non ne vedo.
Il suo prossimo film, visti i tempi, sarà una tragedia?
Non
gliene posso parlare perché non lo sa nemmeno De Laurentiis (Aurelio,
produttore di Posti in piedi in paradiso che ha incassato oltre 9
milioni di euro, un record per i botteghini italiani, ndr), in realtà
gli sto cambiando il soggetto in corsa. Sarà una commedia, ma sarà
lucida. Se non osservassi la realtà non saprei scrivere niente.
E realisticamente, che sindaco vorrebbe per Roma?
Un
uomo con gli attributi, che ami la città, che sia capace di combattere,
che vinca con l'autorevolezza, che renda la città meno sciatta e più
sicura. Che stia attendo alle periferie, affinché non diventino
laboratori di depressione e criminalità. Se abiti al Prenestino ci metti
due ore a tornare a casa. Arrivi, mangi e vai a letto. Non è vita
quella..