ANGELO ALFANO

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    Laureato in giurisprudenza presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è stato ospite del collegio "Cardinal Ferrari", dottore di ricerca in diritto dell'impresa, avvocato, ha iniziato la sua esperienza politica con la Democrazia Cristiana, per la quale è stato, tra l'altro, segretario provinciale del Movimento giovanile DC di Agrigento. Nel 1994, a seguito della traformazione della DC nel PPI, decide di aderire al neonato partito Forza Italia, che vincerà le elezioni politiche del 27 e 28 marzo dello stesso anno.

    Nel 1996 si candida per la prima volta ed è eletto nel collegio di Agrigento per FI Deputato all'Assemblea Regionale Siciliana nella XII legislatura. Dal 2000 è capogruppo di FI all'Ars. Viene successivamente eletto alla Camera dei deputati nel 2001, nelle elezioni vinte dalla coalizione di centrodestra, assumendo l'incarico di vicepresidente del Comitato per la Legislazione, nella prima circoscrizione proporzionale della Sicilia.

    Dal 2005 è coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia. Succede a Gianfranco Miccichè, guidando la corrente maggioritaria di Forza Italia più fedele all'ex governatore della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro.

    Nelle elezioni politiche italiane del 2006, che vedono la vittoria dell'Unione di Romano Prodi, Alfano è eletto alla Camera dei deputati nella circoscrizione XXIV (Sicilia 1). Durante la XV Legislatura è componente della Commissione Bilancio di Montecitorio.

    Nelle elezioni politiche italiane del 2008 è rieletto alla Camera dei deputati con il Popolo della Libertà. Nelle grazie del nuovo Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il coordinatore siciliano è considerato uno dei giovani emergenti del partito.

    Ministro della GiustiziaDall'8 maggio 2008 è Ministro della Giustizia del governo Berlusconi IV.[1] Succede a Luigi Scotti, che a sua volta aveva sostituito Clemente Mastella, dopo le dimissioni che avevano determinato la caduta del governo Prodi II. Con i suoi 37 anni è il più giovane Ministro della Giustizia della storia repubblicana.

    È stato indagato dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio,[2] ma successivamente il procedimento è stato archiviato.[3]

    Attività legislativaIl suo primo provvedimento come neoministro della Giustizia nella quarta legislatura Berlusconi è stato il cosiddetto "lodo Alfano", legge approvata il 22 luglio 2008. Unica nel panorama europeo,[4] essa prevede la sospensione dei processi a carico delle quattro più alte cariche dello stato (Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera dei deputati e Presidente del Consiglio) per l'intera durata del loro mandato.[5] La legge è poi stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale nell'ottobre 2009, per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione Italiana.

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    Alfano si dimette da ministro Giustizia

    17.29
    Alfano si dimette da ministro Giustizia
    Angelino Alfano si è dimesso, come già
    annunciato,da ministro della Giustizia.

    "A ragione dell'incarico di segretario
    politico del PdL - scrive Alfano in una
    lettera diretta al premier Berlusconi -
    rassegno le mie dimissioni da Ministro
    della Giustizia". Alfano spiega che la
    "funzione di governo è incompatibile
    con un così rilevante incarico politi-
    co". Il presidente del Consiglio Berlu-
    sconi è salito al Quirinale per sotto-
    porre al Presidente Napolitano il nome
    del successore di Alfano, che dovrebbe
    essere Francesco Nitto Palma.

     
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    Alfano striglia malpancisti Pdl
    Chi ci crede gioca la partita, gli altri a bordo campo

    (ANSA) - ROMA, 11 SET - "Chi ci crede gioca la partita, chi non ci crede si metta a bordo campo e faccia giocare chi ha voglia di vincere". Cosi' il segretario del Pdl, Angelino Alfano, dal palco di Atreju, sottolineando che "altrimenti va a finire che ci scambiamo interviste sui giornali scagliandoci uno contro l'altro, facendo a gara a chi da' la martellata piu' forte".
     
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    Alfano è stufo dei vu’ cumprà
     
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