FIORI E PIANTE DA GIARDINO DALL'A ALLA Z

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    Boldo

    Nome Scientifico:

    Peumus boldus


    Dove si trova:
    Nel Cile.

    Rinomata per le seguenti propietà:

    aromatizzanti, aperitive, digestive, diuretiche, coleretiche,stimolanti.

    Principi Attivi:

    Olio Essenziale, alcaloide, tannini.

    Caratteristiche:

    Ottimo per favorire la digestione.

    Utilizzo interno:

    Si utilizzano solo le foglie, per favorie la digestione.

    Infuso: 2g in 100 ml di acqua, 1 tazza 2 volte al giorno.

    Tintura: 20g in 100ml di alcool 70°, 10-20 gocce.

    Tintura vinosa: 3g in 100ml di vino, 1 bicchierino prima dei pasti.

    Cosa si utilizza della pianta:

    Le foglie.
     
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    Azalee
     
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    ROSA
     
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    hemp-nettle-basketsm1%5B1%5D--180x140
    Fibra simile al lino: uso minimo di diserbanti e minore impatto ambientale
    Mi vesto di ortica: la riscoperta
    di un tessuto ecologico

    Utilizzata dai soldati di Napoleone e in Germania durante le due guerre. Ma in Italia un progetto non ha funzionato
    MILANO - Indossare l’ortica può sembrare curioso. Da questa pianta urticante non deriva il vestiario per un aspirante fachiro, ma un nuovo modo di abbigliarsi in linea con le esigenze ambientali. Le caratteristiche dell’ortica, infatti, rendono possibile un uso minimo di diserbanti e fitofarmaci e la possibilità di coltivare la pianta a livello locale riduce l’impatto ambientale del trasporto. La fibra dell’ortica, al di là dell’aspetto poco rassicurante, è simile a quella del lino. Ha buone caratteristiche antistatiche, traspiranti e termoregolatrici.

    DALLA PIANTA ALLA CAMICIA - Per arrivare alla produzione di un tessuto da Ortica dioica, così come per altre specie vegetali da fibra, si procede alla raccolta degli steli, poi, questi vengono macerati in acqua per distruggere le sostanze pectiche che tengono legate tra loro le fibre. A questo punto, si procede alla stigliatura: vengono separate, cioè, le fibre dalle altre parti legnose. Infine, si procede alla filatura e alla tessitura. Non si tratta di una novità nel settore tessile, quanto piuttosto di una riproposizione: migliaia di uniformi dell’armata di Napoleone erano tessute in ortica. Molto più tardi, in Germania, durante le due guerre mondiali fu utilizzata per fronteggiare la scarsa disponibilità di cotone.
    images%5B5%5D--180x140
    ITALIA: OCCASIONE MANCATA - L’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Firenze nel 2007 aveva iniziato uno studio sull’impiego tessile dell’ortica. Laura Bacci, ricercatrice del progetto spiega: «L’ortica ha caratteristiche polifunzionali. Può essere utilizzata in tutte le sue parti: oltre all’impiego tessile del fusto, le foglie possono essere usate nella farmacopea e l’acqua di macerazione del fusto come antiparassitario naturale». Le piante erano coltivate in un campo sperimentale in provincia di Prato. Ma, nel 2010, con la scadenza dei progetti di ricerca e, quindi, dei relativi finanziamenti, il campo è stato smantellato.

    PROBLEMI - Laura Bacci precisa: «Alcune piante madri del clone 13 (ortica da fibra) sono conservate presso la sede Ibimet di Bologna, per poter permettere future coltivazioni». Le ricerche effettuate hanno portato alla produzione di alcune rocche di filato. La dottoressa Bacci evidenzia alcune difficoltà: «La siccità estiva del centro Italia ha comportato interventi irrigui rilevanti. Con difficoltà tecniche ed elevati costi di produzione. Inoltre, la possibilità di produrre a livello industriale e poi commerciare tessuti in ortica, dipende da privati disposti a investire nella fase di estrazione della fibra, vero collo di bottiglia».

    RICERCHE EUROPEE - A partire da progetti di ricerca universitari, invece, in Germania e Olanda è stato possibile ricostruire l’intera filiera. Questo successo è stato ottenuto grazie alla tradizione nella lavorazione della fibra di ortica e a condizioni climatiche favorevoli per la crescita delle piante e per la macerazione in campo degli steli. Per esempio, la Netl, piccola fabbrica a conduzione familiare olandese, presenterà entro quest’anno la sua collezione di abiti in fibra di ortica.

    Maria Rosa Pavia
    fonte corriere.it
     
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    Biancospino
    biancospino
    Nome Scientifico:

    CRataegus monogyna

    Dove si trova:
    Nella zona montna.

    Rinomata per le seguenti propietà:

    Sedeativi, ipotensive, vasodilatatrici,Antidiarrochie.

    Principi Attivi:

    Crategnina, Acido cloridico,sapogenine, flavonoido

    Caratteristiche:

    Ottimo per l' insonnia, ipertensione e diarrea

    Utilizzo interno:

    Si utilizzano i fiori, per l' insonnia e ipertensione.

    Infuso: 1g in 100 ml di acqua, 1 tazza 2-3 volte al giorno.

    Tintura. 20g in 1000ml di alcool 60°, 20-40 goccie3 volte al giorno.

    Utilizzo interno:

    Si utilizzano i frutti, per la diarrea e la ritenzione urinaria.

    Decotto: 2g in 100 ml di acqua, 1 tazza 2volte al giorno.

    Utilizzo Esterno:

    Si utilizza i frutti, i fiori, la corteggia.

    Decotto: si utilizzano mediante sciacqui.

    Utilizzo Cosmetico:

    Una maciata di gemme nel bagno per un azione astrigente.

    Cosa si utilizza della pianta:

    I fiori la corteccia e i corimbi.

    Raccolta:

    Marzo aprile e settembre.

    Conservazione:

    Essicare la corteccia al sole e il resto all' ombra.
     
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    non%20ti%20scordar%20di%20me

    NON TI SCORDAR DI ME

    Descrizione: È il famoso “non ti scordar di me” che si presenta a primavera con piccoli fiori azzurri. Sono piante erbacee biennali o perenni, ma anche queste ultime hanno in genere una durata limitata. Una specie comune in Italia è il “Myosotis alpestris”, che fiorisce fino a luglio ed è impiegato spesso nei giardini per formare aiuole o bordi. Altre specie, come il “Myosotis rupicola”, vengono utilizzate per i giardini rocciosi e sono di dimensioni più ridotte. Sono spesso disponibili in commercio anche in vaso, già fioriti, ma non sono difficili da coltivare nel proprio giardino.


    Tipi di terreno: Preferisce terreni freschi, tendenzialmente acidi e umidi; in giardino un qualsiasi terreno arricchito di torba o terriccio organico può essere adatto allo scopo.

    Temperatura: I myosotis sono piante resistenti al freddo e crescono bene nei climi temperati.

    Luce: Crescono meglio in posizione parzialmente ombreggiata. Un eccessivo soleggiamento e un luogo arido rendono difficile lo sviluppo.

    Acqua: Preferiscono luoghi umidi e in giardino traggono giovamento da irrigazioni regolari, anche se è opportuno evitare ristagni d’acqua.

    Cure: Riescono a crescere con scarse cure colturali anche sui terreni poveri, se invece sono in un suolo ricco di humus e ben drenato garantiscono i migliori risultati. Se il terreno presenta ristagni d’acqua e scarso drenaggio, le piantine avranno più difficoltà a sopravvivere all’inverno.
     
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    GLADIOLO

    gladioloDescrizione: Sono piante bulbose, con organi di riserva costituiti da bulbo-tuberi. Le specie originarie non sono diffuse, lo sono invece gli ibridi sia nella coltivazione che in commercio. Si allevano per produrre fiori da recidere o da aiuola. Formano fusti lunghi fino ad un metro, con fiori molto colorati e variegati riuniti in una grande spiga. Fioriscono nel periodo da giugno fino a settembre, a seconda della varietà.


    Tipi di terreno: Preferisce terreni ben drenati, freschi, ricchi di humus e non troppo compatti.

    Temperatura: I gladioli vivono bene nei climi temperati, e in assenza di forzatura in serra o in vaso le piante tenderanno a fiorire seguendo l’andamento della stagione.

    Luce: Si possono piantare ovunque, preferibilmente in posizione soleggiata, perché questa rende le piante meno sensibili ai parassiti e più rapide nella fioritura.

    Acqua: Si evita di irrigare appena dopo l’impianto, mentre sono opportune irrigazioni estive, possibilmente con acqua non troppo fredda.

    Cure: I gladioli vanno colti tagliando i fusti non appena si apre il primo fiore della spiga, ma senza tagliare le foglie che li avvolgono, che dovranno servire per nutrire il bulbo principale e i bulbilli accessori. Questi ultimi si raccoglieranno intorno alla metà di ottobre, allorché le foglie cominceranno a ingiallire, usando cautela nel rimuoverli dal terreno. Il fusto va tagliato 2 cm sopra ogni bulbo, e dopo qualche giorno di asciugatura in un locale secco, i bulbilli verranno conservati in scatole o vasi per l’anno successivo, al riparo dal gelo.


    GLADIOLO

    gladioloDescrizione: Sono piante bulbose, con organi di riserva costituiti da bulbo-tuberi. Le specie originarie non sono diffuse, lo sono invece gli ibridi sia nella coltivazione che in commercio. Si allevano per produrre fiori da recidere o da aiuola. Formano fusti lunghi fino ad un metro, con fiori molto colorati e variegati riuniti in una grande spiga. Fioriscono nel periodo da giugno fino a settembre, a seconda della varietà.


    Tipi di terreno: Preferisce terreni ben drenati, freschi, ricchi di humus e non troppo compatti.

    Temperatura: I gladioli vivono bene nei climi temperati, e in assenza di forzatura in serra o in vaso le piante tenderanno a fiorire seguendo l’andamento della stagione.

    Luce: Si possono piantare ovunque, preferibilmente in posizione soleggiata, perché questa rende le piante meno sensibili ai parassiti e più rapide nella fioritura.

    Acqua: Si evita di irrigare appena dopo l’impianto, mentre sono opportune irrigazioni estive, possibilmente con acqua non troppo fredda.

    Cure: I gladioli vanno colti tagliando i fusti non appena si apre il primo fiore della spiga, ma senza tagliare le foglie che li avvolgono, che dovranno servire per nutrire il bulbo principale e i bulbilli accessori. Questi ultimi si raccoglieranno intorno alla metà di ottobre, allorché le foglie cominceranno a ingiallire, usando cautela nel rimuoverli dal terreno. Il fusto va tagliato 2 cm sopra ogni bulbo, e dopo qualche giorno di asciugatura in un locale secco, i bulbilli verranno conservati in scatole o vasi per l’anno successivo, al riparo dal gelo.
     
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    ciclamino

    Il ciclamino (Cyclamen) nome derivante dalla parola greca “Kyclos”, appartiene alla famiglia delle Primulaceae e si divide in due specie: ciclamini rustici (da esterno) e semirustici ( da interno).
    In natura crescono spontaneamente nei boschi, sotto alberi ed arbusti, per lo più nelle zone montuose.
    Le foglie sono tonde e di colore verde scuro con venature tendenti all’argento; i fiori di solito si presentano a gruppo con petali rivolti verso l’alto e si sviluppano dalle foglie per alcuni centimetri, sono di vari colori, bianchi, rosa, rossi, ed alcuni sono anche più particolari a due colori.



    I ciclamini rustici o da esterno prediligono zone ombrose o comunque poco soleggiate, le varietà più commerciali fioriscono sia in inverno che in altre stagioni dell’anno. Questa pianta richiede un terreno ben drenato, ricco di sostanza organica, i tuberi devono essere piantati a partire da Marzo ad una profondità di circa 3 – 4 centimetri, vanno innaffiati con moderazione evitando di rendere il terreno troppo umido.



    La specie dei semirustici o da interno, in inverno va coltivata in casa e tenuta ad una temperatura di circa 18 – 20 gradi, annaffiando con regolarità senza esagerare. L’annaffiatura deve essere effettuata sempre sul bordo del vaso e non sul bulbo due tre volte durante la settimana secondo la temperatura che si ha in appartamento e le dimensioni del vaso. Occorre fare attenzione ai gambi dei fiori che non si affloscino perché potrebbe essere segno di troppa acqua e non che si siano seccati.



    Nel linguaggio dei fiori il ciclamino è la pianta dell’affetto e dei sentimenti sinceri, è anche considerato il fiore dell’amore profondo perché riesce a resistere al clima più difficile quindi rappresenta la durata dell’amore nonostante le varie difficoltà che può incontrare nel percorso della vita.
     
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34 replies since 5/7/2011, 14:29   557 views
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