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Con rispetto
Come potrò
ringraziar voi tutti
per quell’amore
grande, quell’emozione
e sogno d’infinito
che senza di voi
non sarebbe nato.
Come potrò
portarvi tutti oltre
e dentro a quel cielo
azzurro e ricco
di profumi e magica
bellezza, ricco
di dolore e gioia,
ricco di tutti voi
che del mio petto
riempite tutto.
Come potrò
ringraziarvi ancora
e ancora e sempre,
per aver reso
meno dura la catena
mia e meno amare
le ferite e le paure,
meno buie
le mie notti e vie
e più viva e attenta
la mia coscienza.
Ma quale vita
avrei mai avuto io,
senza voi tutti
o senza quella presenza
viva che ognuno
al giorno chiama
e quale tristezza avrebbe
costretto il mio sorriso
in una smorfia .
Per cui vi abbraccio tutti
e a tutti con rispetto faccio
un inchino e ringrazio.
di Aurelio Albanese
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Svegliati giorno !
Svegliati giorno !
apri i tuoi occhi di luce,
e consegnati all’uomo
e a quel tempo infinito
sovrano di tutta la vita
che è ricca
d’amoroso richiamo.
Fa il tuo dovere !
onora l’acceso impegno
che hai preso
e profuma di gioia
il sorriso sul viso
d’ogni tuo figlio,
deluso da un cielo
bugiardo e severo.
Perché, nulla del buio
rimanga nel cuore,
perché, nulla cancelli
le ombre e le orme,
d’un uomo
che sfiorò la tua luce.
Svegliati giorno !
riscaldaci dentro
e costringi chi morde
il suo labbro,
a preghiere di lode
e a quel grazie gioioso
del cuore.
Svegliati giorno !
non t’attardare
e sconfiggi con la notte
di tutti il dolore
e le dure paure.
di Aurelio Albanese. -
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Con fili di parole
Per te, ricamerò
con fili di parole
la mia prima rima,
scritta amorosa
a notte piena
e in un sussurro
all’orecchio della luna.
Per te, farò che sia
tutto prezioso,
tutto ancor più bello
e meraviglioso
e che sulle tue labbra
e le mie, la gioiosa luce
riviva nel suo risveglio.
E mi perderò
felice nel tuo respiro
e ti ruberò
il primo amoroso bacio,
il primo sguardo
e raggio mattutino,
mentre mormorerai
ti amo !
e ancor più forte a te,
mi stringerai vicino.
Per te, mentirò
e saprò esser sempre
un ardente amante
e un sospiroso
marito premuroso,
e su quel crudele letto
pur’io avrò le mie gambe
e fedele t’amerò
sotto un cielo perfetto.
di Aurelio Albanese. -
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Ancora e perché
Ma perché, ancora
mi sento prigioniero
di questa scomoda pelle
che mi tortura ?.
E perché poi, io solo,
sempre m’innamoro di ciò
che nel cielo brilla di più,
ma che è la causa maggiore,
di tutta quella mia paura
profonda che mi divora ?.
Perché è tra le lacrime
ch’io sempre sento,
ogni emozione più viva
e quella preghiera
per cui darei tutto me stesso.
E perché è nella tua mano
che sempre cerco e aspetto,
quello sguardo sincero
che non respiro
sulle tue dolci labbra
in un sorriso che mi riscaldi
il petto dal freddo della notte ?.
Perché la libertà Divina
che sempre più forte bramo
è sempre imperfetta,
distante dalla verità, la beltà
e realtà di chi grida
a causa del dolore, l’ingiustizia
e la mancanza d’amore ?.
Perché, io vivo
d’un sensazionale richiamo
che tutto imbriglia e avvolge,
ma che pure è imbroglio
che fa di noi quello schiavo
che non ha il dovuto rispetto
d’una morte che ancora
non sente quale divino dono
ma solo come altra
più cruda paura
infinita di sofferenza ?.
di Aurelio Albanese
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Briciole di cielo
Oggi tutto borbotta
e mi duole,
tutto del petto mio
è sospiro
e perciò mi taccio
e cerco in un pensiero
mio più vivo
quelle parole
che dian sostegno
al grigio cielo
e a quel sorriso gaio
che muore.
Oggi le voglie amorose
e le gioiose voci
vivono altrove,
in altri cuori,
in cieli più alti,
dove lo sguardo mio
non vede
chiuso nel suo dolore.
E son vivo a metà,
son solo mezzo
come chi è di qua e di là,
tra il reale e il nulla
e non ha più neppure
la forza d’alzare
lo sguardo in su,
in quelle briciole di cielo
o infinito richiamo
che non ci dice tutto.
Oggi tiro dritto
e rimango immobile
nel mio letto
a guardare il soffitto,
vi lascio veloce un verso
scritto al più distratto
e non mi fermo.
di Aurelio Albanese
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Se la saggezza fosse
Se un lume interno
discernesse l'opere sagge
da quelle più terrene,
libero sarebbe l'uomo appieno
da quell'infinito seno malato
pieno di tossico veleno.
Se saggiamente dal bene
solo nascesse l'amore
quanto dolore e malumore
ci si potrebbe risparmiare
e quante cose grandi
potremmo tutti insieme fare.
Del cielo il saggio
ha un rispetto vero e sincero
e per lui cangia il suo cuore
e per non violar le leggi sante,
sa che tutto è scritto
e che tutto ciò che è vivo muore.
Chi è saggio trattiene
piaceri e voglia,
allontana ogni violenta ingiuria,
non è seguace
e neppure è figlio servo
e conduce il suo pensiero in alto
oltre l'umana soglia.
Il saggio gode di tranquilla pace
per il cammino delle passate cose
che tutti conduce
anche il più degno a quell'impegno
diversamente grande,
e a quel suolo amoroso e spoglio,
privo d’orgoglio
perché ha ben compreso
dell’infinito tempo i giorni.
Se la saggezza fosse
la sola idea che sorge
e tramonta a sera, il dotto
sarebbe come il sole
luminoso e ricco di colore
e per quella sua grandezza
potrebbe pure aspirare
alla bellezza tutta.
di Aurelio Albanese. -
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Voglio il diritto d’amarmi
Non voglio una scusa
per rimanere prigioniero
in una poesia
o in un sogno
e trascinarmi a lungo
dentro un pensiero
preciso, quant’anche
grande o profondo.
Ma voglio uscire
e vivere ogni giorno
e ogni giorno provare
un nuovo motivo
di gioia e nuovi orizzonti
su cui volare,
motivi diversi da ieri
e nuove ragioni
per arrabbiarmi o esultare.
Non voglio soffrire
per ciò che ho perduto
o che continuamente
mi sfugge, perché so che tutto
è destinato a finire
nonostante il dolore
che ci distrugge dentro,
nonostante si spenga la luce.
Ma voglio aspettare
sull’uscio quel mondo
che è in viaggio da ieri
e che sta per venire
a noi incontro come un vero
regalo del cielo,
quei figli più bravi di noi,
più amorosi e sinceri.
Voglio il diritto d’amarmi
e pensare che altro
cammino mi aspetti.
di Aurelio Albanese. -
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Per quel vuoto
Per consolarmi
ti cerco in ogni volto
ombra o sguardo.
Per consolarmi
chiedo di te agli amici
e sfoglio tutte
le nostre foto
che come un diario
amorose parlano
di noi e di quando
eravamo felici.
Per consolarmi fingo
che tu ora, sia qui
e a volte ancora ti parlo
e apparecchio per due
come mi fossi accanto,
come quando ridendo
fingevamo che la follia
e l’egoismo del mondo
fosse lontano dalla gioia
che dentro noi
era piena di luce.
Per consolarmi conservo
tutto dentro di me
e anche il cielo costringo
al dolore che sento violento
e anche il colore più vivo
dei fiori e i profumi
del giorno
e i ruscelli al silenzio.
E per quel vuoto crudele
ora piango le più dure
lacrime d’amore.
di Aurelio Albanese. -
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Tu che mi baci
Tu che costringi
i miei occhi sempre,
e sempre ritorni la sera
in un sogno amoroso
che punge il mio cuore
e lo risveglia a un richiamo
d’amore più grande.
Tu che sei viva
nei mille impegni inutili
e in un ragionare
che ti tiene prigioniera
in una spirale
egoista che tutto allontana
e che si esprime
con parole in prestito.
Tu che sei
il profumo del letto
e che un solo tuo sguardo
trafigge il mio petto
come freccia che uccide
quella finzione perfetta
ch’io accetto.
Tu che mi baci con voglia
e distratta sorridi
piena di gioia e di vita
sei rimasta
il richiamo più vero
e quella luce più forte
che mi sottrae
alla noia mostruosa
dell’invisibilità
che mi schiaccia e uccide.
di Aurelio Albanese. -
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Un solo congiuntivo
S’io riuscissi
a trovare per voi
anche solo un congiuntivo
capace di legare
dentro al petto
stretta la gioia,
allora le parole
potrebbero volare
dritte al cuore
e saprebbero per certo
abbracciare tutti,
come chi innamorato
a se lega di ogni giorno
ogni respiro e luce
e di ogni minuto,
ogni colore e profumo
dell’infinito tutto.
Se amorosa la vita
anch’essa trovasse
un congiuntivo
fin dalla prima aurora
che di noi legasse
ciò che è di là e di qua
d’ogni grandezza
e bellezza di dentro e fuori
nessuna paura più
ci costringerebbe
a morderci il labbro
e ogni dolore o paura
si convertirebbe
in musica e magia
e le nuvole negli occhi
lascerebbero esplodere
il sole e nulla
ci farebbe rimpiangere
d’esser vissuti
sia pur per un’istante solo
in paradiso.
di Aurelio Albanese. -
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Sempre più in basso
“ l’eterno precipitare”
Sempre più in basso
gli impoveriti pensieri
si costruiscono
altissimi muri
e fortissime porte blindate
che senza eccezione
costringono fuori
di ciò che è dentro al petto
tutto e sbarrano
il passo alla luce.
E sempre più spoglia
la terra precipita
senza alcun freno,
per cui si censiscono
tutte le umane paure
e si tiene il conto
delle logiche dei morti,
del disamore
che da valore al casato
ma disonora quel dono
più alto e prezioso
per cui ha senso la vita.
E sempre meno rosso
e fluido è il sangue
che contaminato si mischia
a sintetiche droghe
ed è pieno e sazio di vizi.
E Armaghedon, alle porte
già dal cielo tuoneggia
e minaccioso spaventa
e condanna i suoi figli,
e gli lega le braccia e la lingua
e cancella gli spazi
tra noi e l’oltre noi
in una continua caduta.
di Albanese Aurelio. -
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Non tutto è perfetto
Non tutto è perfetto
non tutto,
ma del giorno non ha forse
bisogno la notte
e la luce del buio,
per cui non comprendo
gli occhi,
di chi non vuole vedere
ed è in superficie
solo così pulito e saccente
e amoroso nasconde
tutto sotto il tappeto.
Non tutto è perfetto
e il caso e il tempo
completano il resto
e come un imbuto
costringono tutto di tutti
a continui cambi
d’aspetto e bisogni
e rendono più dure e buie
e più lunghe le notti.
E non tutto è perfetto,
non solo di ciò che esteriore
il cielo ci mostra
o di quanto l’ingannevole
cuore promette
e poi distratto abbandona
per ritrovare
solo quando è più vecchio.
Non tutto è perfetto,
ci puoi giurare
ma è di questo imperfetto
che non sono mai sazio.
di Aurelio Albanese. -
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Una piccola mosca
Gioioso già
mi saluta mattiniero,
il passero e la merla
costringendomi
in un sorriso al giorno
e a quel risveglio
che è pieno di vita .
Gioiosa la luce
filtra tra le persiane
e già sazia
di profumo di fiori,
di umida erba di prato
e d'amoroso amore
il cuore.
E accanto a me,
mio figlio
dorme abbracciato
alla sua mamma,
costringendo
il mio sguardo al cielo
in un dovuto segno
di rispetto e amore.
Gioiosa,
una noiosa piccola
mosca, saltella
sulla parete bianca
del soffitto,
sulle graziose tende
di lino e merletti
e dispettosa
ai piedi del letto
ci ricorda che fuori
tutto dell'estate
è già sveglio
e voglioso di vita.
di Aurelio Albanese. -
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Figlio mio
Figlio mio, forse solo
quando sarai sazio
o anche tu,
un po' più vecchio
guardandoti allo specchio
ricorderai di me
quei miei occhi chiari
pieni per te d'amore
e lacrime di gioia.
E serberai pure
forse geloso,
tutte quelle mie parole
come all'orecchio,
che amorose
si esprimevano al tuo cuore
semplici e desiderose
di raccontarti del cielo
quel respiro ricco di profumi
e di colore vero.
Ricorderai, amato figlio
ogni mio bacio affettuoso
da te ricevuto
ad ogni risveglio
e sentirai sul viso,
ancora quella paterna carezza
nel tuo dolce sonno.
Ripenserai a me
in quel sorriso
che riempivi tu
e alzando gli occhi al cielo
mormorerai:
papà ti amo !.
di Aurelio Albanese. -
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In ascolto
In ascolto
del rollar dell'onde
mentre la prima rugiada
già rinfresca
la stellata notte.
In ascolto
come parlasse al cuore
il mare
in un sussurro
e in un luccichio d'amore.
Come se
in un romantico
caldo vento
tutte le parole
che hai di dentro
trasparissero leggere.
In ascolto
delle lampare
e del vociar distante
della gente sul pontile,
d'una nostalgica musica
suonata allegramente
intorno a un fuoco.
E lasciar
che lentamente il sonno
vinca gli occhi
e che solo il giorno
nella sua piena luce
ti risvegli.
di Aurelio Albanese.