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Autunnale risveglio
Nel freddo Autunno
su d'un ramo
appollaiato tra le foglie
ancora ricche di rugiada
fresca della notte
rimango a guardare
il risveglio d'ogni fiore
che giù a valle, per le strade
s'alza con il sole
e inizia a rumoreggiare.
Compiaciuto frugo curioso
in ogni sorriso loro
ma pure in ogni altro viso
che disperato ancora grida
lacerato dal dolore.
E a sera stupito
io vedo tante fiammelle
brillare al buio
di anime pure
e timorati cuori
distanti dai tanti fragori
lampi d'un cielo
che è vivo richiamo
di eterna bellezza.
E tanti, e tanti colori
incendiare il mare
di amore gioioso
e d'un sogno amoroso
che fa ben sperare
in una luce fulgente
che vince su ogni dolore.
E viva preghiera
che fin dal primo mattino
dichiara della natura
d'ogni uomo, sia
la sua più cruda paura
che ciò che ancora
giunta la sera egli spera.
di Aurelio Albanese. -
sorriso@.
User deleted
Essere tuo
Sa Dio se ero cielo e terra
quando ti dicevo:
“sono tuo, soltanto tuo”.
E Dio solo sa se vorrei
essere ora la lacrima tua
e il tuo sorriso
quando ti dico: “ amami
ancora e ancora e ancora”.
E quanto vorrei
t'arrivasse puro il mio pensiero
che odora di te,
ora che l'amore è finito
e l'infinito è ogni minuto
d'amore lontano da te
ora che le tue labbra
non baciano le mie
e le tue braccia amorose
stringono un altro.
Dio sa se vorrei essere fuoco
che accende il tuo cuore
e la rosa che appoggi al tuo petto
il calore del tuo giaciglio
il sogno che ti consola la notte
e il sorriso al tuo risveglio.
Dio sa se vorrei amarti
ancora e ancora e poi ancora
tra il profumo dei fiori
della tua primavera
e in una nuvola rosa
che non conosceva paura
ora che più nulla è così
e non posso più essere tuo
amor mio perduto.
di Aurelio Albanese. -
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E pure grida
E da lontano grida
chi teme il giorno
e nella sua mano
stringe tempesta e vento.
Grida ogni anima nuda
che a motivo
del gelo del suo cuore
non può salire al cielo.
E quanto più s'ama
la luce più ancora grida
ogni amor che brama
quel dolente fuoco
che ad altro amore
chiama ogn'altra sostanza.
Grida chi disperato
non muore sotto le stelle
ma sotto le bombe
o chi piange e maledice
a causa delle bugie,
degli inganni e l'orrore
che ogni cuor costringe
ad un servire prono
ciò che è indegno e ingiusto
e che ogni gioia uccide.
E d'ognuno pure grida
il silenzioso sguardo
che volto al cielo supplica
a che sia tolto dall'intero
mondo, ogni vile chiodo
ingiusta spina catena e torto
che l'anima dell'uomo
sbrana e lo allontana da Dio
perché infondo
crede il cielo sordo.
di Aurelio Albanese. -
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Gente Ligure e Toscana
Oggi mentre sul davanzale
del mio balcone guardavo
la pioggia cadere
e felice saltellare
tra le foglie dei Gerani,
delle Zigne e i Crisantemi
in festosi schizzi,
in cucina, il telegiornale
in una pomeridiana
edizione, raccontava
d’una grave alluvione
che violenta stava
devastando e saccheggiando
ogni cosa che incontrava
con immagini sconcertanti
che illustravano il dolore
della gente Ligure e Toscana
che impotente fuggiva
in ogni dove dal terrore
trascinata via dal fango.
Incalzanti le parole
dei cronisti con livore
aggiornavano noi
teleutenti sul susseguirsi
dei tragici accadimenti
con non minore stupore
e paura davanti a quel mare
che sembrava non finire
e cancellare al presente
tutte le strade, le case
e lasciare al suolo soli
in quel mare scuro, morti
e giù franare con i monti
i sogni di anni di fatiche.
E giovani d’ogni dove
a centinaia con la pala in mano
che cercavano d’aiutare
lì, come potevano ognuno,
senza compenso alcuno
e ovunque vedevano
spazzata via la vita.
E per istinto strinsi forte a me
Antonio il mio bambino
quasi ad allontanare l’impotenza
che mi comprimeva il cuore
ma pure per ringraziare il Signore
che dopo ogni temporale
ci riconsegna il sole con amore
per asciugar le lacrime della terra.
di Aurelio Albanese. -
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…in parte io scrivo
Per chi,
sempre più spesso piango
o l'occhio e orecchio mio
continua a fingere….
Cosa la mano tua
con malizia accarezza
sulle mie labbra
e per quali giudaici baci
che amor chiamiamo.
Cos'è ch'io costringo
in una maschera di cuoio
e bronzo se poi poeto
di cose che a caso raccolgo
nel fango o tra le stelle
e che forse poche volte
solo sfioro o annuso.
Per chi se guardo
nella tua preziosa anima,
casa d'ogni altra cosa
che ai miei occhi è curiosa
poi d'istinto poeto.
E infine per quali pensieri
maschi e violenti vivo
davanti ai tanti colori
e aromatizzati profumi
del cielo che prepotenti
mi esplodono dentro
e per cui incantato poeto.
Certo in parte io scrivo
per non dimenticare
o fissare del mio passato
ogni particolare,
ma pure per ricordare
a chi ha smarrito il suo cuore
che l'amore umano o il dolore
non sono astratti concetti
ma drammatici fatti reali.
di Aurelio Albanese. -
sorriso@.
User deleted
Ogni respiro
E fra la maturata spiga
e ogni filo d' erba e fiore
che piegata cresce anche
in diversa sorte
la gioia, la noia
e ogni altra promessa d' amore.
Ed è fra il cielo azzurro
e l' azzurro mare
che la vita riscrive
tutto l' umano dolore
in occhi belli
che hanno vinto l' aurora
e ogni altro incanto,
che in ogni parola
amorosa
si trasforma in pianto.
Ed è in ogni respiro
che l' anima stessa
è divenuta pane
e tarda al venire al sole
e alla porte
di questa o l' altra parte
lascia sospesa
ogni affannosa impresa.
Ed è alla luna
fascinosa e bella
e fra le stelle
che l' amore
diviene fiamma e brilla
e l' innocenza violata
dal dolore grida.
di Albanese Aurelio. -
sorriso@.
User deleted
Si ! e ancora, ancora, si !
Si !
Per quei tuoi baci,
le amorose braccia
e quei tuoi occhi scuri.
Si !
Per ogni tuo minuto
di oggi, domani
e d’infinito.
Si !
Per quel letto
di bianche nubi
e quei sospiri tuoi
che sulla soglia
delle tue labbra vivo.
Si !
Per la fortuna
che ho d’amarti
sospeso e impaziente
come chi aspetta palpitante
in quel suo duro letto
l’odore tuo ogni mattino.
Si !
Per il fragile mondo
che viviamo insieme
ma che attraversa
immensi tempestosi mari
fatti di venti e lacrime,
profumose isole terse
e cuori deserti senza fiori.
Si !
A questa nostra trasparente
umile casa di vetro
dove la vita è dura
ma la luce svela
quell’amore più grande
che non si mostra altero
al cielo ne è prevaricante
offensivo o prepotente.
E infine si !
Finanche alla crudele morte
perché è quell’amore
mio fedele che si consegna
a nuova vita.
di Albanese Aurelio. -
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Qui ! e ora,
Qui ! e ora,
guardarsi dolcemente
e sussurrarsi piano, piano,
accarezzati baci,
sdraiati fianco a fianco
teneramente,
nel primo buon giorno,
nel primo ti voglio
e silenzioso ti amo.
Vienimi qui, accanto,
mia estasi e sogno
e stringimi ancora,
fa ch'io ti senta dentro
dopo la lunga notte
in una più calda aurora
e dalle mie labbra togli,
il miele del desiderio tuo
e le ormai vecchie parole
che solo il buio consola.
Brividi intensi
e sublimi emozioni
ora, qui ! L'olfatto
raccoglie e respira
nel sentire il tuo odore
che fra le lenzuola
si gira e mi abbraccia.
Qui ! e ora,
che la notte è sconfitta
e che un raggio di luce
ruffiano ti sfiora
in una dolce carezza
io, piango lacrime vere
d'amore e di gioia.
di Aurelio Albanese. -
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Se cerco
Se cerco,
io so dove sono
e avverto ogni odore
della mia città,
della barriera
o della via dove vivo,
ma pure il mio nome
e quel difficile amare
sia mio che vostro
per cui tutti soffriamo.
Ciò ch'io non trovo
è quella marcita radice
che tutto infetta
e che secca le foglie,
il sorriso del mondo
e ci costringe al dolore.
Se cerco, appena
un poco più sotto
allo sporco trovo
la meraviglia del cielo
che si tuffa nel mare
in un tripudio di colore
e quell'amore speciale
che come brace
ancor viva brilla
soffocata dal male.
Se cerco,
io rimango incantato
per quanto infinito
e perfetto è il creato
e lì, nei suoi si,
che si offrono a me
lei mi abbraccia, bacia
e non mi lascia cadere,
per cui sono costretto
in quei premurosi
suoi occhi amorosi.
Se cerchi,
o almeno ci provi anche tu,
sono sicuro
che come me ti stupirai,
perché pure tu scoprirai
che per certo sai dove sei...
di Aurelio Albanese. -
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Mi basterebbe, ora !
Ora ! che ritorna
e si rinnova il giorno
di questa stagione fresca
che imbianca tutta
la cima dei monti
e della valle il letto
e ogni antro e anfratto.
L'amoroso sguardo mio
come lui lì, nasce e muore
per quel perfetto cielo
e in un suo raggio di sole
che di entrambi scioglie
nell'afflitto petto, il gelo.
Mi basterebbe
una carezza vera,
un volto senza veli
o una parola sincera
perché la luna non muti
più i colori in ombre
e la paura d'amare
in trasformati sentimenti.
Mi basterebbe
lasciare mormorare al cuore
ciò che di luce vedo
e immergermi in quegli occhi
in un perfetto volo
per sentire emozioni ardenti
nuove e vive,
d'un profumo di noi
e non sconvenienti parole
dure, in conflitto eterno
tra mente e cuore.
Ora ! che tutto ritorna ancora
con brividi intensi
come fiocchi di neve
o molte mani, dopo
una dolcissima notte.
di Aurelio Albanese. -
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Ogni sera torna.
Ogni notte, io
impaziente aspetto
sotto calde lenzuola
e con vivo fuoco in petto
quei suoi lunghi tacchi a spillo,
nei suoi nervosi tocchi
sul soffitto camminare,
ed è un po’, come guardarle
da sotto, le sue dritte gambe
e quelle sode natiche rotonde
costrette in mutande,
di fine pizzo bianche.
È un po’ come sentire
il suo dolce profumo
qui! Ogni notte
sul mio letto, di quel
suo caldo corpo tutto,
ed’immaginare d’essere
stretto a lei, amoroso
tra umide lenzuola ,
raccolte tutte ai piedi,
giù dal letto.
Ogni notte io l’aspetto
e quando, la incontro
a volte nelle scale
che dolce sensazione
è, sorriderle un’istante,
sfiorandole con gli occhi
i capelli sciolti sulle spalle
e le succose, rosse labbra,
il saporoso collo, il viso
e i tondi fianchi
che lenti si muovono
davanti a me, pieni di gioia
e folle armonia che
stuzzica la fantasia e il sonno.
Che emozione è,
sapere che ogni sera torna.
di Aurelio Albanese
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Lasciati amare
Mi son fatto bastare
come prezioso pane,
quanto mi ha dato
la vita e il tuo cuore
e con te, son riuscito
a superare l’orrore
di quel grido infinito,
rabbioso e ferito
che conservavo dentro.
E ogni bellezza,
ora m’appare
in un fulgore diverso
e anche gli occhi
del mondo, non li sento
più dei graffi violenti,
né, ragione di paura
che costringano in catena
ogn’altro mio avere
o respiro.
Mi son fatto bastare
le ore, i sorrisi
e la limpida luce
che rubavo alle notti
fra tormenti e sospiri,
perché m’hai saziato
di sguardi, di baci
amorosi e carezze,
e perché quando tutto
in me, non è altro che lotta
o violento conflitto,
tu, più d’un dono,
mi cresci dentro in amore.
Ed è così
che ti chiedo ancora
di lasciarti amare,
per quello che già m’hai dato
più d’ogn’altro
e per la vita che imploro.
di Aurelio Albanese. -
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Dov’io t’attendo
Cos’è che pur’oggi
di queste pagine bianche
m’attrae e ricerco
e, in nuovi disegni
redivivi, come luce
nella notte affollano
le illuminate strade,
lo stagno, la laguna,
e ogn’altro sogno
di rumori e colori
e mi forzano in quelle
profonde domande
che poi, non so spiegare
ma che mi donano
profonde percezioni
dell’immenso amore.
Cos’è che mi morde
e mi da tormento
e m’impedisce
d’ubbidirgli e basta,
come preso al laccio,
amando questa vita
non solo mia
e senza timore,
di non esser sol pietra
che cade fredda al suolo,
per quella legge dura
d’una terra crudele
che non spiega.
Chiudo gli occhi e là,
appena dietro, attende
malizioso lo specchio,
con altri occhi
e altri giochi vani.
Là, dove le parole
sono più amorose
e gli abbracci
giureranno che esistevi
conduco pure te,
dov’io t’attendo.
di Aurelio Albanese. -
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Incapace di rispondergli no!
Piacevolmente sdraiato,
anche oggi sfoglio
a caso, alcune pagine
scritte da me e dentro
vi trovo un po’ di tutto,
un po’ d’ogni colore,
dimenticati profumi
e mille e mille altri
umori contrastanti
e sulla soglia dei fogli
io aspetto dei si !
o nuove magie che
s’aprano al giorno.
Attendo un ricordo,
uno sguardo, un sospiro
impercettibile all’udito,
all’olfatto o al tatto,
per dar forma a volti,
a stagioni e follie,
ai silenziosi momenti
che avvincono il cuore
o alle urla strazianti.
Attendo come un amico
quella scrittura avida,
in cui poi costringo
il mio pensiero vorace,
e lo attendo come chi
è totalmente incapace
di rispondergli, no !
e nella sempre nuova
ansiosa e piacevole
attesa che una nuova
rima si esprima
su d’un foglio gioiosa.
di Aurelio Albanese. -
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Per quel vivere che voglio
Oh !
Come vorrei questa mattina
essere un solo amore,
isola,
per quel vivere che voglio,
come vorrei
che l’aria più leggera,
come una piuma,
mi sollevasse al cielo,
sopra le magiche valli
e le cime dei monti
più alti, più su,
d’ogni grattacielo o torre.
Oh !
Come vorrei strapparmi
il vestito di duro dolore
in cui sono costretto
e cambiare i miei tratti
fin dentro il respiro
e potermi vestire di altro,
figlio,
d’uno sguardo diverso.
Come vorrei libero,
abbracciare tutto
e amarti sotto la pioggia,
lontano da sguardi,
dove solo il nostro sospiro
o il canto del grillo,
sono sinceri atti d’amore
e liberarmi dei nomi
o della catena che lega
ogni sorriso e la vita
alla pietra del mondo.
E solo Dio sa, quant’io,
non vorrei sentirmi peso
in un continuo chiedervi
…..scusa..