PAPA FRANCESCO/LA SCHIAVITU E MONETA CORRENTE

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    Immigrati: il Papa, la schiavitu' oggi e' moneta corrente


    (AGI) - CdV, 24 set. - "Il 'lavoro schiavo' oggi e' moneta corrente", i migranti e i rifugiati "non sono pedine nello scacchiere dell'umanita'". Un fenomeno, quello della immigrazione che "esige una cooperazione internazionale" perche' nessun Paese puo' affrontarlo insieme. Occorre pero' una "conversione di atteggiamenti": da una "cultura dello scarto" bisogna portare avanti una "cultura dell'incontro". E anche i mass media hanno le proprie responsabilita' e devono aiutare a superare i pregiudizi. Cosi' Papa Francesco nel suo Messaggio, pubblicato oggi, per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra il prossimo 19 gennaio.
    Il Pontefice esortando a "costruire un mondo migliore" ricorda anche che la Santa Famiglia di Nazaret ha "sperimentato che cosa significhi lasciare la propria terra ed essere migranti" e ha "vissuto l'esperienza del rifiuto". Per Francesco "a destare preoccupazione sono soprattutto le situazioni in cui la migrazione non e' solo forzata, ma addirittura realizzata attraverso varie modalita' di tratta delle persone e di riduzione in schiavitu'". I migranti e i rifugiati "non sono pedine sullo scacchiere dell'umanita'".
    Sono bambini, donne e uomini che "abbandonano o sono costretti ad abbandonare le loro case". E che "condividono lo stesso desiderio legittimo di conoscere, di avere, ma soprattutto di essere di piu'". Invece, "mentre sperano di trovare compimento alle attese", i migranti "incontrano spesso diffidenza, chiusura ed esclusione e sono colpiti da altre sventure, spesso anche piu' gravi e che feriscono la loro dignita' umana". Troppo spesso, denuncia Bergoglio, "alla solidarieta' e all'accoglienza, ai gesti fraterni e di comprensione", che sarebbe giusto aspettarsi verso "questa parte svantaggiata dell'umanita'", si contrappongono "il rifiuto, la discriminazione, i traffici dello sfruttamento, del dolore e della morte". E tuttavia, nonostante "i problemi, i rischi e le difficolta' da affrontare, cio' che anima tanti migranti e rifugiati e' il binomio fiducia e speranza; essi portano nel cuore il desiderio di un futuro migliore non solo per se stessi, ma anche per le proprie famiglie e per le persone care". Per il Pontefice quindi occorre portare avanti "una cultura dell'incontro" e non una "cultura dello scarto".
    Ma c'e' bisogno di "un cambio di atteggiamento" e per questo, per superare i "pregiudizi e precomprensioni", un aiuto dovrebbe arrivare dai mass media che hanno una grande responsabilita'. "Non di rado, infatti, l'arrivo di migranti, profughi, richiedenti asilo e rifugiati suscita nelle popolazioni locali sospetti e ostilita'", sottolinea Francesco.
    "Nasce la paura che si producano sconvolgimenti nella sicurezza sociale, che si corra il rischio di perdere identita' e cultura, che si alimenti la concorrenza sul mercato del lavoro o, addirittura, che si introducano nuovi fattori di criminalita'". I mezzi di comunicazione sociale devono "smascherare stereotipi e offrire corrette informazioni", "denunciare l'errore di alcuni" e "descrivere l'onesta', la rettitudine e la grandezza d'animo dei piu'". Il Papa naturalmente si rende conto quanto sia grande il fenomeno dell'immigrazione e chiede quindi che la realta' sia "affrontata e gestita in modo nuovo, equo ed efficace", "esige anzitutto una cooperazione internazionale e uno spirito di profonda solidarieta' e compassione". E' importante "la collaborazione ai vari livelli, con l'adozione corale degli strumenti normativi che tutelino e promuovano la persona umana". Ma occorre anche "creare opportunita' di lavoro nelle economie locali" perche' "nessun Paese puo' affrontare da solo le difficolta' connesse" al fenome
     
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