di associazione a delinquere e corruzione per un arco di 24 anni.
PORT E MALAFFARE «Corruzione ai vertici della Fifa» Sette arresti: tangenti per 100 milioni In frantumi il sistema Blatter Blitz a Zurigo, al termine di un’indagine Fbi: sei gli alti funzionari in manette. Bufera a due giorni dal rinnovo della presidenza. Ma l’Uefa vuole rinnovare le elezioni di 6 mesi
Terremoto ai vertici della Fifa, a due giorni dalle elezioni per la presidenza. Sei altissimi dirigenti sono stati arrestati questa mattina a Zurigo, su richiesta del dipartimento di giustizia statunitense e un altro è stato arrestato a Miami, in Florida. A finire in manette, tra gli altri, il vicepresidente Jeffrey Webb. Contro i sei, il ministero della Giustizia americano ha formulato 47 capi d’accusa, che vanno dalla corruzione alla frode, al riciclaggio di denaro fino all’associazione per delinquere e alle frodi telematiche: reati commessi nell’arco degli ultimi vent’anni. Il numero uno della Fifa, Sepp Blatter - 79 anni, capo indiscusso del calcio mondiale dal 1998 - non sarebbe (per ora) indagato. Mentre i sei funzionari (Jeffrey Webb, Eduardo Li, Julio Rocha, Costas Takkas, Eugenio Figueredo, Rafael Esquivel e José Maria Marin) arrestati dalla polizia cantonale di Zurigo e attualmente in attesa che si decida la loro estradizione verso gli Stati Uniti, sono «sospettati di aver pagato e accettato tangenti e provvigioni nascoste a delegati della FIFA (Fédération Internationale de Football Association) e ad altri funzionari di organizzazioni affiliate – pari a oltre 100 milioni di dollari», si legge in una nota diffusa dall’Ufficio federale di giustizia svizzero (Ufg). Come contropartita avrebbero ricevuto i diritti di trasmissione, di commercializzazione e di sponsorizzazione di tornei di calcio negli Stati Uniti e nell’America del Sud. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha poi reso noto che anche tre imprenditori argentini, operativi nel campo dei media, sono stati accusati di essere coinvolti nello scandalo corruzione che ha coinvolto alti esponenti della Fifa. Alejandro Burzaco, Hugo e Mariano Jinkis sono i tre imputati, rappresentanti di imprese che gestiscono diritti di trasmissione del calcio e affari nel campo del marketing sportivo. Il dipartimento alla giustizia americano accusa poi anche l’ex vicepresidente della Fifa, Jack Warner, di aver chiesto una cifra di 10 milioni di dollari in tangenti al governo del Sudafrica che ha ospitato i mondiali di calcio del 2010.
Ministro Giustizia Usa
E proprio dalla giustizia Usa arriva un avvertimento alla Fifa: non ci fermeremo davanti a niente pur di cancellare la corruzione dal mondo del calcio. «Sradicheremo la corruzione dal calcio mondiale»: ha detto il ministro della Giustizia americano, Loretta Lynch, ufficializzando le accuse di corruzione e riciclaggio nei confronti di una parte dei vertici della Fifa. «Hanno corrotto il sistema per arricchire sé stessi». «Si estende almeno a due generazioni di funzionari che, come asserito, hanno abusato della loro posizione per l’acquisizione di milioni di dollari in tangenti e bustarelle -prosegue la Lynch-. E’ ampio il numero di persone danneggiate, dai campionati giovanili dei paesi in via di sviluppo, che avrebbero dovuto beneficiare dei ricavi generati dai diritti commerciali che queste organizzazioni percepiscono, ai tifosi di tutto il mondo. Tutto è iniziato nel 1991, sono coinvolte due generazioni di dirigenti calcistici compresi i direttori e i presidenti di confederazioni come la Concacaf e la Conmebol», ha aggiunto la Lynch. Che poi ha spiegato che le indagini potranno contare sulla collaborazione anche di alcuni imputati: «Due persone si sono già dichiarate colpevoli». «Abbiamo ringraziato le autorità svizzere» per la collaborazione, il «passo successivo sarà che le persone accusate arrivino negli Usa per difendersi e presentare le proprie posizioni» in tribunale ha sottolineato ancora la Lynch. Gli Stati Uniti del resto hanno chiesto l’estradizione di nove funzionari della Fifa accusati di corruzione e associazione a delinquere. Sepp Blatter, «al momento non è sotto accusa» ha precisato la Lynch. «Vogliamo essere chiari: questo è solo l’inizio, non la fine» hanno aggiunto gli altri principali protagonisti delle indagini Usa sullo scandalo Fifa: il capo dell’Fbi, James Comey e il capo della sezione criminale dell’Irs, l’Agenzia del fisco americana, Richard Weber. «Nessuno è al di sopra della legge», ha detto Comey.
Indagate 14 persone
Il ministero della Giustizia americano ha precisato che nell’inchiesta («che delinea una corruzione dilagante, sistemica e ben radicata sia all’estero sia negli Stati Uniti») sono stati indagati 9 funzionari dell’organo di governo del calcio mondiale e cinque uomini al vertice e funzionari legati al mondo del marketing statunitense e sudamericano. L’accusa è di associazione a delinquere e corruzione per un arco di 24 anni. È stata perquisita la sede della Concacaf, la confederazione che governa il calcio in America centrale e settentrionale e nei Caraibi, a Miami, in Florida. In un comunicato, il procuratore generale Loretta Lynch, ha spiegato che l’inchiesta riguarda «due generazioni di funzionari del calcio» che avrebbero «abusato della loro posizione» per accaparrarsi «milioni di dollari in tangenti e bustarelle.
Uefa
L’inchiesta potrebbe rivoluzionare anche il futuro governo del calcio mondiale. La Uefa ha chiesto ufficialmente che le elezioni a presidente della Fifa in programma venerdì 29 maggio vengano rinviate, nonostante, per ora, la Fifa ufficialmente si opponga. Lo ha annunciato il segretario generale della Uega Gianni Infantino. Le elezioni sono in programma venerdì a Zurigo, i candidati sono il presidente uscente Sepp Blatter e il principe di Giordania Ali bin Al Hussein, che ha commentato l’inchiesta con un laconico «È un giorno triste per il calcio mondiale».
Gli arresti
Tutto è cominciato, come detto, a Zurigo, dove la «retata» della polizia svizzera è scattata all’alba di mercoledì, nell’albergo in cui si svolge il meeting annuale della federazione, il lussuoso «Baur au Lac Hotel». Tra gli arrestati Jeffrey Webb (Gran Bretagna, vicepresidente Fifa e numero uno della Concacaf; l’uruguaiano Eugenio Figueredo, anche lui vicepresidente Fifa ed ex presidente della Conmebol, la Eufa del Sud America; Eduardo Li, membro dell’esecutivo Fifa; il responsabile dello sviluppo della Fifa, Julio Rocha, del Nicaragua; Costas Takkas(Gran Bretagna), dell’Ufficio di presidenza della Concacaf; il membro del comitato esecutivo Conmebol, Rafael Esquivel, a capo della Federcalcio venezuelana; José Maria Marin, fino allo scorso mese alla guida della Federazione brasiliana. Tra gli altri incriminati, anche altri due dirigenti Fifa: il paraguaiano Nicolas Leoz, fino al 2013 alla guida della Conmebol e Jack Warner, ex numero uno della Concacaf.
I Mondiali a Russia e Qatar
Ma oltre alla maxi-operazione condotta dal dipartimento di giustizia statunitense, la procura elvetica ha anche comunicato che sta lavorando a un’altra inchiesta contro ignoti, per «riciclaggio di denaro e truffa» in relazione all’assegnazione dei mondiali di calcio del 2018 e del 2022, in Russia e Qatar. L’ufficio federale svizzero di Giustizia ha bloccato diversi conti bancari nel Paese e ha sequestrato documenti e dati on-line dalla sede della Fifa a Zurigo. Questa seconda inchiesta era stata aperta il 10 marzo. Dieci persone che, in qualità di membri del Comitato Esecutivo 2010 avevano partecipato alla selezione dell’assegnazione dei Mondiali del 2018 e 2022, «saranno interrogati in qualità di persone informate sui fatti». Una doppia bomba, insomma, che travolge la Fifa.
La posizione Fifa
In una conferenza stampa la Fifa, attraverso il portavoce della società, ha dichiarato di «aver accolto favorevolmente il procedimento», di aver «cooperato totalmente col procuratore generale svizzero e risposto positivamente a tutte le richieste di informazioni». «Parte danneggiata, vittima delle circostanze», è la posizione della Federazione: «Questa inchiesta per la Fifa è un bene. Non è un bene per la sua immagine, per la sua reputazione, ma è un bene perché ci sarà pulizia dopo quello che è successo negli ultimi anni», ha detto il capo della Comunicazione. Che ha precisato che «il segretario generale (Jérôme Valcke, ndr) e il presidente (Blatter) non sono coinvolti in questo procedimento». E che Blatter «non è tenuto a lasciare l’incarico». Nessun rinvio, dunque, per il Congresso in programma venerdì che eleggerà il presidente: «Il Congresso ci sarà, andremo avanti col programma e ci saranno le elezioni». È successo un terremoto, insomma, ma il più ricco e potente organismo sportivo del mondo resta in piedi. Il capo assoluto non è in discussione, anche se in manette o sotto inchiesta sono finiti diversi suoi collaboratori. Peraltro, il portavoce ha precisato che «le persone arrestate non sono state dichiarate colpevoli. La Fifa non sta portando avanti misure nei loro confronti. Attendiamo il procedimento legale, poi il comitato etico deciderà se queste persone dovranno essere sospese dal ruolo che ricoprivano». La Fifa ha anche fatto escluso una nuova votazione sull’assegnazione dei mondiali del 2018 e 2022. «Si terranno regolarmente», ha assicurato il portavoce.
Blatter
Una posizione, quella della Fifa, poi fatta propria dallo stesso Blatter in una nota personale. «Le azioni di oggi dall’ufficio Svizzero del procuratore generale sono state messe in moto quando abbiamo presentato il nostro dossier alle autorità svizzere alla fine dello scorso anno» scrive il presidente della Fifa. «Questo è un momento difficile per il calcio, per i tifosi e per la Fifa come organizzazione. Comprendiamo la delusione che molti hanno espresso e so che gli eventi di oggi avranno un impatto sul modo in cui molte persone ci vedono. Per quanto sfortunati sono questi eventi, dovrebbe essere chiaro che accogliamo con favore le azioni e le indagini da parte delle autorità statunitensi e svizzere e crediamo che ci aiuterà a rafforzare le misure che la Fifa ha già preso per sradicare ogni malefatta nel calcio. Lasciatemi essere chiaro: non c’è posto per questi comportamenti nel mondo del calcio e faremo in modo che coloro che sono coinvolti in tutto questo siano esclusi da questo gioco. A seguito degli eventi di oggi, il Comitato Etico indipendente - che si trova nel bel mezzo dei propri procedimenti sull’assegnazione delle Coppa del Mondo del 2018 e del 2022 - ha avviato un’azione rapida per sospendere provvisoriamente tutte le persone nominate dalle autorità, da qualsiasi attività legata al calcio a livello nazionale e internazionale. Queste azioni sono in cima ad una procedura simile che la Fifa ha assunto nel corso dell’ultimo anno di escludere tutti i membri che violano il nostro Codice Etico» ha proseguito Blatter. Che però nulla ha detto su un possibile cambiamento di sedi per i Mondiali 2018 e 2022.
Russia
Un argomento tabù a quanto pare. Ma che prima o poi potrebbe essere affrontato. Non è chiaro infatti fino a che punto un eventuale, futuro, nuovo governo del calcio Mondiale possa confermare l’assegnazione dei Mondiali a Russia e Qatar, se venisse provato che l’assegnazione stessa è frutto di corruzione. E proprio dalla Russia arriva un «fuoco di sbarramento» nei confronti dell’inchiesta stessa. Il ministero degli Esteri russo in una dichiarazione sottolinea come si tratti di «Un altro caso di uso illegale, extraterritoriale della legge degli Stati Uniti». Il ministero russo esprime poi la speranza che «gli arresti dei funzionari della Fifa non vengano usati per gettare un’ombra sull’intera organizzazione o sulle sue decisioni». Un chiaro riferimento all’assegnazione alla Russia dei Mondiali del 2018. «Senza andare nei dettagli delle accuse rivolte a questi funzionari, noi chiediamo che venga posta l’attenzione sull’evidente applicazione extraterritoriale della legge americana», conclude la dichiarazione del ministero russo.
Il procuratore Garcia
Difesa d’ufficio predisposta da tempo? Lo scoppio dello scandalo era nell’aria: gli agenti dell’Fbi indagano da tre anni e lo stesso Blatter aveva comunicato ai suoi più stretti collaboratori, a inizio mese, che un’inchiesta era in corso. Ma a imprimere un’accelerazione all’azione delle autorità americane - raccontano i media Usa - sarebbe stata in particolare la decisione dell’ex procuratore Michael Garcia, che di recente ha preso le distanze dalla Fifa dopo essere stato assunto dall’associazione per svolgere un’indagine interna. Indagine al termine della quale i vertici della Federazione hanno parlato dell’inesistenza di fatti che provino la corruzione. Conclusioni da cui l’ex procuratore si è dissociato, sosteneva che del suo rapporto era stata fatta una lettura «erronea e incompleta», tanto da rassegnare le dimissioni.
Domande
Sono in molti ora a domandarsi come abbia potuto Joseph Blatter occupare la prestigiosa poltrona di capo del calcio mondiale per così tanto tempo (è presidente Fifa da diciassette anni) senza venir scalfito dalle continue e persistenti voci di corruzione. Alcuni media elvetici lo hanno chiamato «il principe nero del calcio, il Padrino, Don Blatterone», ma nessuna inchiesta ha mai dimostrato il suo coinvolgimento in fatti criminosi. Voci vicine alla Fifa sostengono che Blatter ce la farà anche questa volta e che venerdì (se di dovesse tenere l’elezione) gli verrà riconfermato il mandato, per la quinta volta: «La maggioranza della Fifa non vuole il cambiamento - sostiene la fonte -. E conoscendo le capacità di comunicazione del presidente, siamo sicuri che riuscirà a scaricare ogni colpa su poche “mele marce”, facendo anzi passare la linea che è stato lui per primo a introdurre la commissione etica e un codice etico per garantire un funzionamento trasparente della società». Non un’operazione che potrebbe dare una boccata d’ossigeno al mondo del calcio, a leggere le parole di Kelly T. Currie, procuratore del distretto di New York: «Dopo decenni di quella che sospettiamo essere una corruzione sfacciata, il calcio internazionale ha bisogno di un nuovo inizio. Sia chiaro: questo non è il capitolo finale della nostra indagine». 27 maggio 2015 | 07:07