Stacca 22 pigne da un albero, rischia fino a 10 anni di carcere

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    Stacca 22 pigne da un albero,
    rischia fino a 10 anni di carcere
    La procura ha contestato all’autore del furto le aggravanti della violenza (sul pino) e del reato commesso in un luogo «di pubblica utilità»




    Un cesto di pigne staccate da un pino in un parco pubblico rischia di costare a Dorel Bancila, incensurato, una condanna da un minimo di tre a un massimo di dieci anni di carcere. È questa la pena massima prevista dal codice penale per i reati contestati al romeno, 57 anni, finito sotto processo con l’accusa di furto aggravato per aver preso 22 pigne dai rami degli alberi del giardino comunale in via Libero Leonardi, nel quartiere romano di Torre Maura.

    Le aggravanti

    A complicare la posizione processuale del romeno sono le due circostanze aggravanti configurate dal pm nell’imputazione. Innanzitutto la procura ritiene che l’imputato abbia usato violenza sul pino staccando la pigna. In secondo luogo il furto del frutto dell’albero è stato commesso in un luogo considerato uno spazio di pubblica utilità com’è il parco comunale. L’esito del procedimento è reso imprevedibile proprio dalle contestazioni delle aggravanti che impedirebbero al magistrato di derubricare le accuse applicando il principio della tenuità del danno.

    La parola al giudice

    Un apparente “corto circuito” giudiziario che è chiamato a risolvere il giudice della seconda sezione penale Francesco Rugarli. «La contestazione delle circostanze appare esagerata visto il basso valore patrimoniale di una pigna» osserva l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, penalista tra i più esperti e stimati del foro romano. Il fatto risale alla mattina del 29 settembre del 2012 quando il romeno allunga le mani per raccogliere dal ramo di un pino le pigne più sporgenti. Nel parco gli alberi sono piantati da poco tempo e quindi prendere una pigna non richiede nessuno sforzo. Alcune pigne sono di certo ancora sui rami del pino, altre è probabile che invece siano cadute in terra. Tuttavia l’uomo si ferma solo quando arrivano due vigili urbani, intervenuti sul posto dopo la denuncia di un passante.

    Il precedente dell’oleandro

    I vigili prima identificano l’uomo e poi sequestrano le 22 pigne. Ora toccherà al giudice sbrogliare la matassa. Una vicenda simile (ma non identica) avvenne nel 2011 allorché un etiope fu processato con l’accusa di danneggiamento aggravato per aver colto un oleandro da regalare alla fidanzata nei pressi della fermata della metro Cavour. Allora l’uomo rischiò tre anni di carcere. Solo al termine di un lungo processo l’imputato fu assolto.
    corriere.it/
     
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