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 I MIGRANTI
E’ ora di rimettersi in viaggio. Troppe cose sono andate perdute. Nell’era della più profonda incertezza, solo il senso del viaggio, la meta ambita, acquistano significato. Come moderni Diogene ci incamminiamo alla ricerca dell’uomo, meglio ancora dell’umanità perduta.
Se credo in qualche versione del cerchio della Vita, ho un’identità chiara e vera che determina i miei doveri esistenziali. Per lungo tempo posso nutrire dubbi o ignorare questa identità, ma un giorno, essa mi sarà rivelata, comprenderò il mio ruolo del dramma universale, e sarò liberato dai dubbi e dalle incertezze, anche se molte prove saranno da superare.
Nell’era del niente e della paura, del buio e della disperazione, l’uomo tecnico, privo di gran parte del suo torso, si rimette in marcia alla ricerca della sua anima, del muscolo cardiaco e delle sue emozioni.
Come migranti emozionali, cercheremo, passo dopo passo, di riacquistare fiducia, di riprendere forza, di stare con noi stessi, di porci domande, di ascoltare la coscienza. E di recuperare il Metodo - la strada che porta oltre - la coltre di prolungata cecità.
Istallazione: Voyageurs di Bruno Catalano.
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