FERNANDO PESSOA SCRITTORE INQUIETO

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    Essere poeta non è una mia ambizione.
    È la mia maniera di stare solo.
    (Una sola moltitudine)
    Dormo quando sogno quello che non c’è; mi sveglio quando sogno quello che può esistere.
    (Il libro dell’Inquietudine)
    Vivo sempre nel presente. Non conosco il futuro. Non ho più il passato. L’uno mi pesa come la possibilità di tutto, l’altro come la realtà di nulla. Non ho speranze né nostalgie.
    (Il libro dell’inquietudine)
    Se scrivo ciò che sento è perché in tal modo diminuisco la febbre di sentire.
    (Il libro dell’inquietudine)
    Felicità è fuori dalla felicità. Non c’è felicità se non con consapevolezza. Ma la consapevolezza della felicità è infelice, perché sapersi felice è sapere che si sta attraversando la felicità e che si dovrà subito lasciarla. Sapere è uccidere, nella felicità come in tutto.
    (Il libro dell’inquietudine)
    Mio Dio, mio Dio, a chi assisto? Quanti sono io? Chi è io? Cos’è questo intervallo che c’è tra me e me?
    (Il libro dell’inquietudine)
    La morte è la curva della strada,
    morire è solo non essere visto.
    (Una sola moltitudine)
    Ho tutte le condizioni per essere felice, tranne la felicità.
    (L’educazione dello stoico)
    Una sola cosa mi meraviglia più della stupidità con la quale la maggior parte degli uomini vive la sua vita: l’intelligenza che c’è in questa stupidità.
    (Il libro dell’inquietudine)
    Ci sono momenti in cui tutto ci stanca, perfino ciò che potrebbe riposarci, quello che ci stanca perché ci stanca; quello che potrebbe riposarci perché l’idea di ottenerlo ci stanca.
    (Il libro dell’inquietudine)
    Vivere è morire, perché non abbiamo un giorno in più nella nostra vita senza avere, al contempo, un giorno in meno.
    (Il libro dell’inquietudine)
    Il tedio… Pensare senza che si pensi, con la stanchezza di pensare; sentire senza che si senta, con l’angoscia del sentire; non volere senza che non si voglia, con la nausea di non volere.
    (Il libro dell’inquietudine)
    Il vero male, l’unico male, sono le convenzioni e le finzioni sociali, che si sovrappongono alla realtà naturale.
    (Il banchiere anarchico)
    Quello che distingue le persone le une dalle altre è la forza di farcela, o di lasciare che sia il destino a farla a noi.
    (Il libro dell’inquietudine)
    Non so chi sono, che anima ho.
    Quando parlo con sincerità non so con quale sincerità parlo. Sono variamente altro da un io che non so se esiste.
    (Una sola moltitudine)
    Dio non ha unità. Come potrei averla io?
    (Poesie esoteriche)
    Il mondo è di chi è nato per conquistarlo, e non di chi sogna, a buon diritto, di poterlo conquistare.
    (Tabaccheria, Poesie di Álvaro de Campos)
    Il cuore, se potesse pensare, si fermerebbe.
    (Il libro dell’inquietudine)

     
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