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EVA RICCOBONO: VI SEMBRO FREDDA?
È una delle modelle più conosciute del mondo, ma le restava ancora un sogno nel cassetto che ha deciso di realizzare: posare per Playboy. E per la nostra rivista ha tolto i veli non solo dal suo corpo, ma anche dalla sua vita privata. Ci parla di tutto. Del suo amore per la Sicilia, di quello che dura da cinque anni con Matteo, di quando fa apposta la stupida perché crede che sia quello che ci si aspetta da lei.E di come sia, al tempo stesso, una santa e una peccatrice
Oltre all’indubbio fascino che l’ha fatta diventare una delle top model più famose del mondo, Eva Riccobono possiede un altro straordinario dono che la rende, al co- spetto di noi comuni mortali, ancora più bella: la grande semplicità. Chiacchierando con lei al telefono per questa intervista, in pochi secondi, Eva ha demolito l'immagine della super modella stereotipata e fredda: è simpatica, diretta, senza sovrastrutture. Del resto chi la conosce da anni ci ave- va avvertito: «Sarà una sorpresa, la cosa che Eva ama più di ogni altra è sorridere di se stessa e del suo ruolo». «Per descrivermi uso sempre una celebre frase di Jessica Rabbit: “Io non sono fredda, è che mi disegnano così". In Eva convivono, cesellate perfettamen- te, due anime, quella nordica ereditata dalla mamma tedesca e quella legata al calore della sua terra, la Sicilia: «Siculandia, come la chiamo io. È vero, la gente tende spesso a giudicare senza conoscere: so di avere un aspetto algido e la professione di modella non aiuta certamente a far emergere la mia vera essenza, ma ti assicuro che sono tutto tranne che fredda, anzi, ovunque vado porto sempre con me il calore della gente del Sud ereditato dal mio papà».
Cosa ti manca di più della tua sicilia quando giri per il mondo?
«Il colore e l’odore del mare. Quando hai la fortu- na di appartenere a una terra così bella sei abituata allo iodio, alle alghe, al sale...: dovrebbero imbottigliare quegli aromi per farne un profumo da mettere in vendita».
Una carriera, la sua, cominciata prestissimo: a quattordici anni viene notata da un fotografo che la introduce nel mondo della moda. A diciassette tutti si accorgono di lei: il suo volto e i suoi occhi azzurri appaiono sulle più importanti riviste del settore e gli stilisti la vogliono per il suo stile androgino ed elegante. Una Grace Kelly del nostro tempo, icona di stile ed eleganza: «Eppure nella vita mi sono sempre vestita da ma- schiaccio: adoro la praticità».
Per Playboy però hai fatto un’eccezione...
«Posare per la copertina di una rivista tanto famosa è stata una mia piccola rivincita. Quando ero bambi- na non avevo molta confidenza con il mio corpo ed ero complessata: immagina una siciliana bionda, alta 1.80, magra e senza seno: rispetto alle mie coetanee mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Playboy è sempre stato pieno di foto di donne bellissime ma molto formose, pazzesche, con un fisico prorompente alla Sofia Loren per intenderci, mentre io ero esattamente l’opposto. Anni fa dicevo sempre ai miei agenti di moda scherzandoci su: “Un giorno farò delle foto sexy per Playboy e, così, nel 2009, eccomi in copertina».
Eva… il nome della prima donna che ha scatenato il peccato originale..
«In realtà mi chiamo Eva, Maria: i due nomi sono separati da una virgola e non risultano nei documenti. Una santa e una peccatrice che convivono nella stessa persona: ti piace come defi- nizione?».
Quale delle due ha il sopravvento?
«Sono sullo stesso livello: ho dei forti valori che derivano dalle mie origini siciliane e che mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia e, allo stesso tempo, ho un anima da maschiaccio che mi fa fare spesso delle cose molto poco femminili: chi non mi conosce non se le aspetterebbe da me e resta, il più delle volte, spiazzato».
Rivelaci cosa non manca mai di seducente nella tua valigia...
«Sono fidanzata da cinque anni con Matteo (Ceccarini, uno dei più quotati sound designer della moda internazionale, ndr) che se ne frega della mia lingerie. Per lui sono molto più sexy con una semplice maglietta o una camicia da uomo. Io, invece, fin da piccola ho sempre amato un certo tipo di biancheria: pizzo, calze, autoreggenti... la scelgo sempre con molta cura».
Preoccupata del fatto che matteo sia poco coinvolto dalla tua biancheria intima?
«Per nulla, anzi. Mi preoccuperei se si interessasse a me solo per quello e trascurasse del tutto la mia testa e il mio cuore».
Allora, col tuo permesso indaghiamo un po’ nel tuo privato: dove e come vi siete conosciuti?
«Ero a Vienna, nel 2004, in occasione di una manifestazione internazionale per la lotta all’Aids, il Life ball: io sfilavo per Gianfranco Ferrè e Matteo suonava come dj. Devi sapere che, di mio, non sono mai stata una che si ferma a guardare un uomo per strada ma lui è stato un’eccezione. Ho visto nella hall dell’albergo questo tipo così diverso da tutti gli altri: i capelli scombinati, un modo di vestire classico ma non pretenzioso o scontato, quest’aria intellettuale che lo rendeva interessante e mi sono stupita di me perché l’ho guardato e mi sono detta: “Però carino questo”. Io avevo i capelli rasati, ero vestita in stile militaresco e pensavo di essere davvero poco seducente quel giorno: invece, è scoccata la scintilla e, dopo cinque anni, siamo ancora insieme e innamorati come il primo giorno».
Allora preferisci il tipo intellettuale a quello tutto muscoli...
«Assolutamente sì. In un uomo non ho mai guardato il fisico o l’essere macho: di Matteo ho amato fin dal primo momento il suo essere artista e la sua normalità che lo rende così speciale»
Playboy.it
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