TIROIDE IL CIBO CON PIU' IODIO

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    Tiroide, il cibo con più iodio
    Donne e bambini i soggetti a rischio

    Martedì 25 maggio si svolgerà la prima Giornata Europea della Tiroide, campagna internazionale di informazione per incentivare una regolare assunzione di iodio, la cui carenza rappresenta una delle prime dieci emergenze di salute del pianeta, attraverso un’alimentazione corretta. L’iniziativa è promossa dall’Ait (Associazione italiana tiroide), in collaborazione con Eta (European thyroid association) e Iccidd (International council for the control of iodine deficiency), con il patrocinio del Ministero della Salute. “Nel nostro Paese lo iodio contenuto negli alimenti è in quantità non adeguate e perciò la popolazione è esposta a rischio di carenza di questo nutriente. Il 10% degli italiani ha gozzo con o senza noduli” spiega il professor Aldo Pinchera, coordinatore per l’Europa centrale e occidentale dello Iccidd, presidente dell’Ait e professore ordinario di endocrinologia all’Università di Pisa. “Per sopperire, almeno in parte, a questa carenza sono in arrivo sulla tavola degli italiani pomodori, carote, patate e insalata, latte e formaggio, naturali e con un maggior contenuto di iodio”. Le patate sono già disponibili mentre gli altri prodotti arriveranno in Italia entro la fine dell’anno.

    Gli alimenti arricchiti di iodio
    La disponibilità di questi nuovi prodotti è il frutto delle ricerche realizzate dall’Università di Pisa. Nel 2009, in particolare, 70 mucche in lattazione sono state nutrite con mangime arricchito con iodio in quantità superiori alla norma, ma ampiamente inferiori al massimo consentito dalla legislazione europea. I risultati parlano chiaro: nel formaggio grana padano prodotto con il latte di queste mucche la quantità di iodio per 100 grammi è aumentato di due volte e mezzo. Gli esperti, infine, evidenziano anche un aumento della produttività e un miglioramento della qualità dei nuovi prodotti, che quindi sono più sani ma anche più buoni e abbondanti. Un ulteriore studio dell’Università di Pisa condotto da ricercatori endocrinologi, agrari e veterinari ha dimostrato che, arricchendo il terreno e i concimi con iodio, si possono ottenere vegetali e ortaggi che nascono con quantità di questo elemento naturalmente superiori al normale. E’ il caso del pomodoro arricchito, ma anche insalata e carote, che si aggiungono alle patate iodate. E’ in fase di studio la possibilità di creare erba geneticamente modificata per il pascolo dei bovini, in modo che gli animali assorbano direttamente con l’alimentazione una certa quantità di iodio che arricchisca naturalmente il latte e anche la carne.

    In Russia? Più iodio nella vodka
    In Russia lo iodio lo aggiungono alla vodka. In Valtellina lo mettevano nei cioccolatini da distribuire ai bambini. In Piemonte lo aggiungevano al pane. In Africa lo distribuiscono alle future mamme miscelato con olio. In Abruzzo, regione nota per il consumo di carne ovina e per la iodio-carenza, l’Istituto Zooprofilattico di Teramo ha avviato uno studio sugli allevamenti di pecore. Gli animali hanno ricevuto un supplemento di iodio mediante iniezioni con un composto utilizzato in radiologia. I risultati hanno mostrato un netto miglioramento della capacità riproduttiva degli animali, un aumento della produzione di latte e un aumento della concentrazione di iodio nel latte e negli altri prodotti a base di latte destinati al consumo umano, come i formaggi. In Germania, paese noto anch’esso per la iodo-deficienza e per il consumo di wurstel e salsicce, il piano di iodo-profilassi attuato da alcuni anni prevede l’aggiunta di alghe, naturalmente ricche di iodio, all’alimentazione di suini e altri animali. I risultati evidenziano un aumento di questo nutriente nei muscoli dei maiali nei tessuti, ma anche in fegato, cuore e reni.

    In Italia problemi per donne e bambini
    “Il problema della carenza di iodio è particolarmente importante nella gravidanza – prosegue il professor Pinchera – quando è necessario un pieno funzionamento della tiroide per la madre e per il feto ed è per questo che le associazioni medico-scientifiche raccomandano di verificare la funzione della ghiandola tiroide all’inizio e possibilmente anche prima della gravidanza nelle donne in età fertile”. “La carenza nutrizionale di iodio è un problema che hanno in comune tutti i paesi europei e per questo si è deciso di dedicare una giornata di sensibilizzazione” afferma il professor Luigi Bartalena, ordinario di endocrinologia all’Università dell’Insubria e segretario dell’Eta. “Anche se in Italia con la scomparsa della carenza iodica è praticamente diminuito anche il cretinismo endemico, persistono gradi più lievi di carenza che durante la gravidanza possono provocare deficit intellettivi di minor grado nei bambini, con problemi nell’apprendimento, che in età adulta si traducono in ridotta abilità nel lavoro” spiega il professor Francesco Trimarchi, ordinario di endocrinologia dell’Università di Messina. “Al problema della carenza iodica legato all’ambiente si aggiunge quello della autoimmunità di origine genetica, che in vario grado colpisce fino a 6 milioni di persone e che nelle donne sopra i 60 anni porta spesso all’ipotiroidismo” conclude il professor Paolo Vitti, ordinario di endocrinologia dell’Università di Pisa. “Attraverso un semplice esame del sangue, e in particolare con il dosaggio dell’ormone tireostimolante TSH, insieme a una ecografia della tiroide, è possibile individuare questa disfunzione.”

    Carenza iodica tra le 10 emergenze del pianeta
    Oltre due miliardi di individui della popolazione mondiale sono a rischio di carenza iodica, circa 800 milioni di soggetti hanno gozzo clinicamente manifesto, e oltre 30 milioni hanno vario grado di disturbi neurologici e cognitivi di vario grado causati da inadeguato apporto iodico durante la vita fetale e neonatale. L’Oms, l’Unicef e l’Iccidd si sono poste l’obiettivo di eliminare questi disturbi.

    “Il successo dei programmi di iodoprofilassi in tutto il pianeta ha permesso di ridurre da 110 a 47 il numero di Paesi con gradi significativi di carenza iodica” illustra il professor Pinchera. “Questo obiettivi sono stati raggiunti con l’uso di sale arricchito con iodio. In particolare 34 paesi nel mondo, soprattutto l’America del Nord e la Cina, hanno raggiunto livelli ottimali di utilizzo di sale arricchito. In Cina in 5 anni il consumo di sale iodato è passato dal 39% al 95%. Oltre ai paesi che hanno risolto il problema, ve ne sono altri prossimi a raggiungere l’obiettivo della eliminazione della carenza iodica: l’America Latina e i Caraibi, dove l’85% delle famiglie consuma sale iodato, e l’Asia Orientale-Pacifico, in cui la percentuale è dell’84%. Nel continente europeo l’obiettivo di una adeguata iodo-profilasi è ancora lontano da essere raggiunto”. Purtroppo ancora oggi ogni anno 38 milioni di bambini nel mondo nascono con il rischio di subire danni cerebrali a causa della carenza di iodio. L’Oms ha incluso la carenza di iodio tra le prime dieci emergenze della salute pubblica. Nel 2008 la Commissione preposta alla redazione del “Copenhagen Consensus”, costituita da 8 eminenti economisti tra i quali 5 premi Nobel, ha valutato il valore economico in termini di costo/beneficio dei programmi di lotta contro la Fame e la Malnutrizione nel mondo. A fronte di una spesa annua a persona di 5 centesimi di dollaro per l’arricchimento del sale con iodio è stato calcolato un beneficio economico di 70 dollari l’anno a persona, 570 milioni di dollari totali risparmiati per le cure delle malattie tiroidee.

    fonte rai
     
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