Bridges to Italy premia la più brava scienziata italiana che lavora in America.

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    UN PONTE TECNOLOGICO TRA ITALIA E USA
    Premiati i cervelli (femminili)
    fuggiti negli Stati Uniti
    Bridges to Italy premia la più brava scienziata italiana che lavora in America. In finale, tra gli altri, lo studio del Dna per i criminologi e una proteina anti-cancro


    MILANO – Ci sono cervelli fuggiti dall’Italia che sono fieri di essere all’estero per fare rete con l’Italia e aiutarla, anche se da lontano. Sono cervelli femminili: donne impegnate nella ricerca sulle bio e nano tecnologie, energie rinnovabili e information technology. Quest’anno, per la seconda volta, l’associazione Bridges to Italy le premia, grazie al concorso «The Premio Award» che si concluderà a giugno e che , attraverso una votazione online, permetterà di decretare chi è la più brava scienziata italiana impegnata in questi campi che lavora nell'America del Nord.

    IL PREMIO – Il concorso è organizzato dall’associazione californiana Bridges to Italy, fondata e presieduta da Bianca Delle Piane, italiana trasferitasi a Los Angeles, in collaborazione con Itwiin, Associazione italiana donne inventrici e innovatrici, e a fine giugno a Bari la vincitrice potrà tornare «a casa» a raccontare all’Italia il suo progetto. Lo spirito dell'iniziativa è tutto il contrario rispetto al lamento sulla fuga dei cervelli dal nostro Paese: le donne coinvolte cercano di fare rete anche con le colleghe italiane e distribuire la conoscenza e i risultati del loro lavoro tra l’Italia e il Nord America. «Siamo animati da uno spirito fortemente propositivo – spiega Delle Piane – Il nostro augurio è che questa iniziativa possa dare tutta la visibilità possibile alle tante, bravissime, donne italiane che negli Stati Uniti come in ogni altra parte del mondo lavorano per l’avanzamento della conoscenza, raggiungendo spesso risultati straordinari».

    LE FINALISTE – Tra le nomination, che è possibile votare online registrandosi al sito, vi sono diversi progetti interessanti: tra gli altri, un’applicazione del Gps per monitorare gli oceani, lo studio di una proteina da usare nelle terapie contro il cancro, un progetto di formazione online sull’analisi del Dna dedicato a criminologi e investigatori, l’omologo di un gene per fare test alternativi – senza usare cavie umane – da utilizzare negli screening clinici come quelli per curare il morbo di Hungtington, un progetto informatico di e-learning con l’ausilio dei social network, un programma televisivo per esportare la cultura enogastronomica italiana meno conosciuta all’estero.

    VINCITORI – Lo scorso anno a vincere il concorso fu una bioingegnere di Novara di 32 anni, Alessandra Luchini, che ha brevettato una nuova metodologia diagnostica per il rilevamento precoce di tumori e gravi malattie, usando delle nanosfere di gel in grado di isolare i marcatori tumorali nel sangue. Oggi, grazie a quel premio, Alessandra sta fondando la sua start-up in Virginia e sta raccogliendo apprezzamenti positivi da tutto il mondo.

    Eva Perasso

    www.corriere.it/
     
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