ICTUS: PERICOLO DONNE

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    Ictus: dopo aver consumato alcol il rischio è doppio


    Sono sempre di più le donne che non rinunciano al bicchierino di vino a tavola o al boccale di birra con gli amici. Non c’è nulla di male se non si esagera, anche se il consumo di alcol sembra incidere sull’insorgenza di ictus nel breve periodo. In particolare, secondo una ricerca americana apparsa sulle pagine della rivista Stroke, fino a un’ora dopo aver bevuto un alcolico, il rischio di contrarre la patologia che colpisce il cervello sarebbe addirittura doppio rispetto alla normalità.

    Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori del Cardiovascular Epidemiology Research Unit del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston hanno tenuto sotto osservazione un campione di quasi quattrocento pazienti colpiti da ictus. Tutti gli esaminati hanno risposto ad alcune domande circa le loro abitudini alimentari e il loro rapporto con l’alcol. Dall’indagine è emerso che un’ora dopo l’assunzione di una bevanda alcolica le probabilità di andare incontro a ictus sono, nello specifico, 2,3 volte superiori al normale. Dopo due ore il rischio è comunque 1,6 volte più alto. La situazione si normalizza nelle ore successive.


    Quando l’alcol entra nel circolo ematico la pressione del sangue sale rapidamente e le piastrine diventano più vischiose del solito, con un aumento non trascurabile del pericolo di trombosi. Un’evidenza che è stata riscontrata sempre, indipendentemente dalla natura dell’alcolico: per capirci, una birra è pericolosa quanto una vodka.


    Ma non correte a svuotare nel lavandino le lattine di birra che avete in frigo: se consumato con moderazione l’alcol apporta benefici importanti, che superano i rischi. Non vale lo stesso discorso quando se ne abusa.

    salute.pourfemme.it/
     
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    Ictus, occhio ai sintomi premonitori


    Riconoscerlo in tempo è fondamentale per limitarne gli effetti. Che possono essere devastanti, se non addirittura letali

    Non c’è spauracchio più giustificato dell’ictus. Con i suoi 200 mila casi l’anno, l’apoplessia (questo in gergo tecnico il nome corretto del problema che consiste in un coagulo che ostruisce il normale afflusso di sangue al cervello) è in Italia la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. Non solo: l’ictus rappresenta nel nostro Paese la prima ragione di invalidità. Colpisce in prevalenza gli anziani (nel 75% dei casi si tratta di over 65), soprattutto gli uomini, e l’età più a rischio è molto alta: 85 anni. Ma queste caratteristiche variano a seconda del tipo di ictus:


    * l’ictus ischemico, il più frequente, riguarda specialmente gli uomini over 70;
    * l’ictus emorragico intraparenchimale (che rappresenta circa il 20% dei casi totali) colpisce soggetti meno anziani e comunque in prevalenza maschi;
    * l’emorragia subaracnoidea, invece, è tipica delle donne di circa 50 anni.


    L’arma più efficace per fronteggiare l’ictus nel migliore dei modi oltre alla prevenzione basata sugli stili di vita è la tempestività: individuarlo precocemente aumenta di molto le probabilità di sopravvivere e di non averne conseguenze troppo negative. Se si interviene tra le 3 e le 6 ore dalla crisi, ci sono ottime probabilità di circoscriverne gli effetti, altrimenti devastanti o letali.
    Posto che è sempre difficile generalizzare, perché ogni individuo può presentarne di propri a seconda anche del tipo di ictus che sta per verificarsi, vediamo allora quali sono i segnali premonitori principali che possono preludere a un attacco.


    * Disturbi del linguaggio: difficoltà ad articolare un discorso, a pronunciare anche parole molto semplici.

    * Difficoltà a comprendere frasi e discorsi di altri.

    * Debolezza temporanea di un braccio o di una gamba, oppure perdita di sensibilità o formicolii agli arti, difficoltà di muovere le dita di mani e piedi.


    * Un inspiegabile, improvviso e fortissimo mal di testa, che non passa neanche facendo ricorso ad antidolorifici.

    * Alterazione nella visione degli oggetti, che vengono percepiti in maniera anomala, spesso da un solo occhio.

    * Sensazione di vertigine, capogiro, sbandamento e tendenza a perdere l’equilibrio senza una ragione precisa.



    Questi sintomi potrebbero anche scomparire nel giro di 24 ore: in questo caso, con ogni probabilità si sarà trattato di un Transient Ischemic Attack (TIA), vale a dire di un attacco ischemico transitorio, una sorta di piccolo ictus leggero, provocato da una occlusione soltanto transitoria di un vaso arterioso. Attenzione, però, perché anche un ictus così lieve è una spia da non sottovalutare: chi ne è vittima, infatti, ha una probabilità 10 volte superiore di essere colpito da un ictus vero e proprio.

    Come comportarsi di fronte a uno o più sintomi di possibile ictus? C’è una sola risposta a questa domanda: il paziente deve essere trasportato al più presto al Pronto soccorso. L’ideale sarebbe la struttura sanitaria prevedesse al suo interno una "Stroke Unit", le unità specializzate nel trattamento degli ictus. Inutile chiamare semplicemente una guardia medica o il medico di famiglia, o peggio ancora mettersi a letto nella speranza che i sintomi passino da soli. Di fronte a un possibile ictus, anche pochi minuti possono essere preziosi.
     
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1 replies since 18/7/2010, 06:13   22 views
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