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IL CASO'
Sanità, ai lombardi il ticket
costerà il 30% della ricetta
La proposta del Pirellone ai ministri della Salute e del Tesoro: nessun pagamento sarà
dovuto per le prestazioni sotto i 5 euro. Adesso bisognerà attendere il via libera da Roma
Niente più ticket per le prestazioni sotto i 5 euro. E sopra i 5 euro l'aggravio di costo non sarà fisso, ma pari al 30 per cento del valore della ricetta. Così la Regione Lombardia intende gestire il ticket, che non è più coperto dai fondi del governo ma è a carico dei cittadini. La Lombardia ha inviato la sua proposta ai ministeri della Salute e del Tesoro per essere approvata: se ritenuta valida dovrebbe entrare in vigore già dal primo agosto.
La proposta della Regione, elaborata principalmente dall'assessorato alla Sanità, "sarà approvata dalla giunta", ha spiegato il governatore Roberto Formigoni. "Spalmeremo in modo diverso l'impatto di questo ticket, che in Regione Lombardia vale 135 milioni di euro l'anno". Ora si pagano 10 euro sia per prestazioni di piccolissimo valore sia per quelle di grande valore. Noi riteniamo più giusto spalmarlo. Per ricette fino a 5 euro non ci sarà alcun ticket. Per ricette con classi crescenti di valore ci sarà invece un contributo fisso del 30 per cento del valore della ricetta". Per fare alcuni esempi, una visita cardiologica costa 22,5 euro; con il ticket da 10 euro costerebbe 32,5, ma con il ticket lombardo costerà 28,5 euro. Una ecografia ginecologica costa 31,65 euro: invece di costare 41,65, costerà 40,65.
Infine ad esempio per l'emocromo, che costa 4,05 euro, non ci sarà alcun ticket e il costo sarà immutato. La prescrizione più costosa, come la risonanza magnetica dell'addome superiore, è anche la più rara: costa 252,14 euro, e come prestazione specialistica non avrà un ticket di 46 euro (36 euro più dieci di ticket), ma un aggravio di 66 euro (36 euro più 30 di ticket), perché sopra i 100 euro del valore della ricetta il 30 per cento del ticket sarà calcolato sul valore massimo di 100 euro. "Tutto questo ci permette di evitare che nel privato alcune prestazioni siano più convenienti che nel pubblico - ha aggiunto Formigoni - e dall'altra parte stabilisce una misura di equità".
fonte repubblica
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