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Michael Fassbender: "Pari opportunità. Mi spoglio anch’io"
"Perché la Bellucci sì e io no?". L’attore tedesco è già un sex symbol. "Ma oggi l’erotismo è una droga"
Lido di Venezia, meno quattro giorni dalla premiazione della 68ma Mostra del Cinema. In una villetta in mezzo al verde, la rivelazione del festival Michael Fassbender (“Fassy”, per le ragazzine adoranti e urlanti sul red carpet) indossa un completo gessato (con tanto di gilet abbottonato) che fa a pugni con l’umidità. Ha 34 anni, è alto e magro. Dopo A Dangerous Method, il film in cui interpreta lo psicoanalista Carl Gustav Jung (nei cinema dal 30 settembre), alla mostra è passato Shame, in cui è un businessman trentenne e sex addicted. Fa sesso con lo sguardo perso appoggiato alla finestra, gira nudo per elegantissimi interni newyorchesi, chatta sui siti porno in ufficio, abborda una ragazza in metropolitana: lui è bravissimo sempre, anche a non farcela (sessualmente parlando).
Shame è il film scandalo del festival, per le sue scene erotiche e di nudo frontale. Come si sente?
«Trovo tutto molto banale: in America mi hanno già etichettato come il re del full frontal (nudo frontale). Perché fermarsi a questo? Perché, se un uomo si spoglia o, come faccio io in Shame, finge di masturbarsi o di avere un orgasmo, il film viene distribuito nei cinema con più difficoltà e invece i nudi femminili vengono usati per la campagna pubblicitaria? Mi sembra sia accaduto anche con una vostra attrice».
Lo scandalo facile rischia di annullare il discorso del film: il sesso come droga della nostra società. Ha detto: «Ci buttiamo sui rapporti, vivendoli male, perché non sappiamo più costruire “il” rapporto»: cosa intendeva?
«In A Dangerous Method, il mio Jung studia il sesso in un’epoca in cui la società era una gabbia che reprimeva qualsiasi impulso naturale. Oggi invece c’è sesso ovunque: tra poco sarà anche nelle pubblicità dei corn flakes. Viviamo sdoppiati. Intimamente abbiamo paura di aprirci: far entrare un altro nella nostra vita è troppo impegnativo, implica sacrifici. Socialmente, invece, siamo così liberi che siamo diventati schiavi: siamo dipendenti da sesso, alcol, droghe. Ma è un erotismo malato e “mercenario”, nel senso che lo facciamo tutti, uomini e donne, su Internet o con incontri fini a se stessi. Ci buttiamo su questo piacere, che non ci impegna emotivamente».
Bastardi senza gloria, l’ultimo X-Men, questi due film veneziani, il prossimo prequel di Alien: ormai è popolarissimo e forse anche molto ricco. Quanto è cambiata la sua vita?
«Pochissimo, e di soldi ne vedo pochi. Di diverso c’è che mi offrono molti vestiti gratis, da indossare ai party e alle première: mi verrebbe da chiedere “dove eravate dieci anni fa, quando non avevo neppure i soldi per mangiare?”. Sono nato in Germania, la patria di mio padre, e cresciuto in Irlanda, nella contea di mia madre: se non avessi avuto successo, probabilmente avrei lavorato nel loro ristorante. Recito perché a scuola non ero bravo in niente: quando vidi una locandina per dei corsi di teatro decisi di provarci. Ancora oggi so che tutto potrebbe finire dopodomani. Per non affezionarmi troppo a questo mondo, ogni tanto faccio un lungo viaggio in moto con mio padre. Siamo stati a Sarajevo, e in Sicilia».
fonte leiweb
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