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Ai margini
Quei margini,
o limiti astuti entro
i quali coesistono
i nostri precari
destini.
Confini nebulosi
e sottili
d'ogni buon senso.
Guardiani muti,
che ligi osservano
e costringono ai ceppi
ogni debolezza
e sussulto umano.
Vili trabocchetti
di dozzinali morali.
E recinti di
interminabili regole
e proibizioni,
dove ai bordi sono
costrette tutte
le lacrime, i sorrisi
le sillabe e vocali
stanche di
autoreferenziale
saggezza in
un susseguirsi di
stagioni che
segnano la sapienza
del tempo.
Precari limiti
in cui tutti
convivere, fingendo
non ci riguardino
le violenze e
le disuguaglianze
che demarcano
l'obbrobrio crudele
del pregiudizio
e dell'avidità che
affama e genera
morte.
Precipizi e soglie
oltre le quali
l'amore non esiste.
di Aurelio Albanese. -
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Sulla sua bocca
È sulla fresca
e dolce sua bocca
che la Primavera
torna gioiosa a destare
d'un interminabile
Inverno, il noioso
freddo mortale silenzio,
col carneo roseo
delle sue gote che
sorridono sempre
radiose alla vita.
È su quelle saporose
rosse sue labbra
vermiglio che si sveglia
ogni germoglio
e il melodico canto
dell'Usignolo
e i mille colori
dei campi dormienti.
È nel sensuale
profumo dei suoi
insistenti teneri baci
che rinnovati
poi i raggi del sole
riempiono di luce
tutte le stanze
chiuse che odorano
di muffe e stanchezza.
Ed è in occhi
che riflettono l'amore
del cielo, il mistero
dell'universo perfetto
che è nel fiore,
nei venti,
nell'acqua e nella
matura spiga di grano
e che fan si che io
anche ora
lotti contro la forza
d'ogni temporale
violento che solleva
e getta al suolo
le più deboli foglie.
di Aurelio Aurelio. -
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Perché t'amo
Se con la fede
hai perso la luce
dell'universo e una
fitta bruma è
il severo guardiano
della tua anima.
Se il tuo amore esita
a causa del buio
prigioniero in
un vischioso pozzo
profondo senza
uscite e ti senti
avvinghiato in una
rete spinosa che
ti toglie ogni gioia
e il respiro.
Se come se avessi
paura credi di
non avere più forze
e vacilli in balia
dei venti come
l'ombra d'un esile fiore
ch'io ho baciato
e di cui ancora sento
il profumo fragrante.
Le mie parole
sapranno accarezzarti
e ti porteranno
ceste silvestre di baci,
lacrime e fuoco
e la Primavera ricca
di fiori allegri,
Copihue, Bianco Spini,
Ciliegi e Mandorli.
Perché t'amo tanto e
tutto di te vive sulla mia
bocca e m'incalza
ogni istante ebbra dei
tuoi occhi che
sussurrano dolcezza
e la magia degli astri.
di Aurelio Albanese. -
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Han fatto già ritorno
Rumorose e veloci
come frecce
si rincorrono allegre
le nere Rondinelle
nel turchino del cielo
non lontano
dalla mia mano e
quella tenera verde
erbetta che in un volo
radente sfiorano.
Han fatto già
ritorno a quel nido
logorato sotto
il cornicione e una
strana frenesia
intorno alla grondaia
laboriosa rompe
la tranquillità delle
prime luci che
sembrano promettere
nuovi profumi
primaverili di fioritura,
in un magico
risveglio d'incanto.
Tra i primi raggi,
sopra le fronde già ricche
di gemme s'estolle
e danza con volteggi
e non han pace
come ventenni cuori
pieni d'amore e vita,
ch'io nel petto
ancor ricordo battere
sincero, spensierato
e pieno d'armoniosi
innamorati accordi.
E con loro pur'io
sento la gioia di volare
e innalzar audace
l'anima mia che s'empie
e trabocca gratitudine.
di Aurelio Albanese. -
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Perdersi
Questa mia
solitudine profonda
più una voragine e
senza luce che
abbisogna di conferme
continue e che fragile
rincorre e corregge
il passato,
tentenna e arranca in
un doloroso fingere
gioia.
Questa malinconia,
dialogo tra sordi
che s'annida nel cuore
e morde ogni giorno
dando vita a fantasmi
che camminano
scalzi sulle foglie
ingiallite d'autunno
e che rotola ad
ogni folata di vento.
Questi irrequieti
miei pensieri che mi
esplodono dentro come
attimi eterni e
che sondano il senso
indefinito dell'amore
in uno sguardo che
non è mai semplice.
Questa gioia che
mi attornia e mi sfugge
e che è fuori da me
astratta in una continua
lotta che devasta radici
e rami e nasconde
orrori e avidità che
la natura svela e da cui
solo la morte è
conforto, fiorito pendio,
fiume, ape, pensieri
squisiti e fuga
dallo spirito che abita
in me.
di Aurelio Albanese. -
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Un gaudioso fesso
Ora che ho
la certezza d'essere
pur'io un fesso,
mi sento già meglio,
già ! perché anch'io
ora non ho più l'ansia
dell'intelligente o la
necessità di fingere
e posso parlare
a vanvera quanto mi
piace e pare tanto
son fesso.
Per un bel pezzo
mi son vergognato
come se avessi
la gobba a causa
di questo mio stato o
medio alto quoziente,
ed ero insoddisfatto
e preoccupato per come
venivo con sufficienza
trattato da tutti, poi
ci fu il 68 da un lato,
mentre dall'altro io, così
per magia incominciavo
a scrivere versi
diversamente da prima
e per cui venivo
additato e con buona
ragione colpito
dall'ostracismo e le pietre
che mi tiravano a causa
degli argomenti.
Ma per fortuna
anch'io ora come tutti sono
un vero fesso gaudioso
e non ho nessuna
intenzione di rinsavire
con scritture catafratte,
colme di echi o d'eccesso
e pur'io come tutti
nutrirò qualche sentimento
d'invidia.
di Aurelio Albanese. -
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A mia madre e mio padre
Oh !
Quanto vi voglio bene
amati miei genitori
per quella dolcezza
dei vostri sguardi
semplici e per quei
mille baci e quelle mille
premure e attenzioni
che vi siete dati
in ogni istante del
vostro stare insieme.
Vi amo come
e ancor più della
mia stessa vita
per quell'esempio
di serietà e fedeltà
concreta che
ancora io porto dentro
come un modello
sicuro da seguire.
Vi piango e stringo
a me in ogni mio
battito e respiro per
quel vostro generoso
cuore amoroso
che mi ha donato
serenità e amore vero,
senza mai un lamento,
senza mai misurare.
Nel vuoto
del calco, nell'orma
lasciata misuro
la mia felicità, con uno
sguardo immobile
su quelle linee che
mi somigliano tanto e
che danno respiro
e coscienza al mio amore
e che intensamente
io vivo ogni giorno
in tutto ciò che c'è
d'ogni bellezza
e rapporto che da me
il tempo esige.
di Aurelio Albanese. -
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Il Cristo è risorto !
Si rincorrono
i festosi rintocchi
in un risveglio
gioioso che annuncia
la Risurrezione
gloriosa del Cristo .
La terra esulta
in un Alleluia che
saluta il Sommo
Sovrano che
risplende di luce e
che brilla ancor
più del sole e
di tutte le stelle.
Più gaie risuonano
oggi in un richiamo
di genti vicine e lontane,
più gaie rallegrano
il puro cuore del
prediletto figlio di Dio
che s'innalza
nei cieli dal Padre.
Il più dolce,
il più mite di tutti
in un abito bianco,
in un profumo
di Primavera vestita
di fiori e di gemme
si mostra ai nostri
occhi imperfetti
in un amore che
accoglie e perdona
i nostri peccati.
Osanna nell'alto dei
cieli si canta su tutta
la terra con rami
benedetti d'ulivo
con palme e preghiere
per Maria che davanti
al vuoto sepolcro
chiama suo figlio risorto
per nome
piangendo di gioia.
di Aurelio Albanese. -
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Un giorno di festa
Senza vento
e in un tiepido sole
primaverile quest'oggi
fa capolino la luce,
in una carezza gentile
che avvolge la mia
bella Torino
adornata a festa ,
in un brulicare
gioioso di vie
e profumo di orti,
che di lontano serene
rivela, le irte
e chiara montagne.
Come quando
s'aspetta un bacio
con un sorriso
m'affaccio e respiro
la vita che esplode
sul viso dei bimbi
e già i primi
odori di carbonella
riempiono l'aria
in una promessa di
saporite salsicce
e costine d'agnello.
E nulla in
un giorno di festa
è più dolce
del ronzio d'api,
o d'una coccinella
posata su un fiore,
e che pace
proviamo sdraiati
sull'erba fresca del prato
al canto d'uccelli
nel nido all'ombra
del bosco, fissando muti
l'azzurro cielo tra
i rami di un mandorlo
in fiore.
di Aurelio Albanese. -
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P' n'emmozion
Quant
vuliss sulamente
cinc mnut e pace
pè piglià nu poc
e fiat e arrubbà respir
a sta vit cà s stà
facenn malamente.
Quant aviss
abbisogn d'ascì
for immezz
a gentt p' respirà
nu fil d'aria
e nun me senti
impriggion e p' putè
vdè a luce do ciel
cu l'occhij chin
e gjoia e ammor.
A ivvot penz
ca se n'emmozion
m' pigliass o cor
e so mangiass
comm se foss pan, ij
vivess overament
e non p' na
combinazion addò
nu lamp m' lev oscur
p' m' fa sunnà
Betull, torrenti
case e legn, strad e
campagn e fiur e,
d' ballà nu valzer
guardann l'occhij soj
ingopp e jamb mij,
ma sul comm a nà
buggija.
Vuliss ijr, addò nulla
m' po' fa mal
e a vita è nu crius sonn
addò l'odio nun po'
vinc-r maij sull'ammor
e sol iss cu nu vas
m' po' purtar vija.
di Aurelio Albanese. -
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Siam tutti bugiardi
Siam tutti
bugiardi e servi delle
menzogne, tutti
così profondamente
disonesti e incapaci
di coraggiosi atti
sinceri.
Nessuno oggi
davvero vale quello
che appare o vuol
far capire, nessuno è
realmente buono
o sincero o non canta
e balla su d'un
piedistallo per esser
da tutti plaudito,
amato e riverito.
Siam tutti un po' artisti,
spavaldi ciarlatani
più o meno bravi che
stravaganti e
chiacchieroni poco seri
ci reinventiamo
stando bene attenti
a non farci scoprire
e quando a volte accade
fingiamo che sia
stato solo un modo
di fare o di dire
e la buttiamo in caciara.
Il bello è che a volte
le spariamo così grosse
che diventa difficile
uscire da quello stesso
tranello che perfetto
avremmo voluto servire
a chi ci ascolta incantato
a volte è di tutti
la nostra lingua
l'imbroglio, la crudele
prigione che impedisce
ogni seria opinione e,
ogni atto d'amore
che renda la vita felice.
di Aurelio Albanese. -
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L'onestà
S'io ma,
pure voi fossimo
solo un po' meno
somari, ma
sempre chiari
e cristallini con tutti,
come chiara e pura è
l'acqua sorgiva che
scende allegra
dall'altura dei monti,
certo di noi poi
ogni pensiero
sarebbe meno triste
e questa mia vita
non mi parrebbe
così buia, ma molto
più ricca e bella.
Se dalla
mia bocca uscisse
sempre e solo oro,
abbondante miele e
Salomonica saggezza
il mio cuore
canterebbe e
salterebbe di gioia
e come un raggio
di sole squarcerebbe
le nuvole grigie
e come fiume dopo
una moltitudine
di ostacoli arriverebbe
dritto alla foce.
L'onestà è
quell'indubbio bene
assoluto o l'unico atto
amoroso che svela
i falsi beni e tutto rende
pulito di ciò che tocca.
Nulla è veramente
buono se non è onesto,
nulla è virtù vera
senza che l'anima goda
di quel sonno del giusto
virtuoso che è, un bene
raro nell'uomo.
di Aurelio Aurelio.