-
.
Guardando il fiume
Malinconico
guardo il fiume
scorrere lento sotto
i miei occhi
in un luccichio
di raggi del sole
che abbaglia.
Ed è
già l'ora di fare
rientro in un mite
tepore del meriggio
che volge ai
profumi del vespro.
Furtivo, tra le
gemme e le acerbe
foglie plaudenti
sollecitate
da un venticello
Primaverile
catturo l'azzurro
chiaro d'un cielo
che già ha
le prime striature
di rossi e di gialli e,
il passaggio quieto
di una nuvola
sospesa nell'infinito.
Serenità e
abbandono a una vita
che rievoca la
sacralità di voci di una
fanciullezza gaia
che scalza correva
sui prati con i
calzoncini sudici e
che si nutriva
dell'aria dello Stura
o del Malone alla
periferia di Torino.
Mi sono voltato
per un ultimo saluto
nostalgico al sole
che ancora gioca sui
sassi levigati
ai bordi del fiume
che magici brillano
di poesia.
di Aurelio Albanese. -
.
Quel tuo imbarazzo
In alcuni momenti,
mi sembra
quasi di percepire
la fatica che fai e
mi commuovo quando
vedo tremante
esitare il tuo fragile
cuore davanti
ai miei occhi.
Sento questo tuo
impaccio che
in affanno cerca
di ricucire un
amore che oramai
si è perso
per colpa del nostro
stupido orgoglio.
A volte provo
quasi imbarazzo
per quel tuo disagio
che lotta contro
tutti e un tempo
che non si può più
cancellare, finzione
che peraltro
conosco davvero
bene per averla
vissuta prima di te
fin da bambino.
A volte
quando mi chiami
papà non mi volto
come chi ha già
pronte le valigie e tutto
sta già per lasciarlo
e so quanto è difficile
la vita quando è
a un punto morto
e non si vede una via
d'uscita legati ai
mille ricordi ancora
vivi dentro e non
si vorrebbe altro che,
un po' d'amore.
di Aurelio Albanese. -
.
Con figlie e figli
E ti ritrovi
a volte parenti che
neppure sapevi
d'avere, con figlie
e figli e storie
davvero interessanti
e, a volte fingi
per non offendere
e perché così è
la vita.
In altre invece
ti ritrovi a parlare
di altri o del più
e meno come
vecchi amici che
avevano solo perso
un po' di terreno,
ben sapendo
che è tutto finto.
Con figlie e
figli ci prendiamo
una pausa e
ci voltiamo per fare
il punto e scoprire
che abbiamo
fallito e avremmo
potuto esser
persone migliori
tendendo la mano
a chi aveva meno.
Con figlie
e figli ci facciamo
coraggio rispetto
ad ogni treno,
o quei sogni di cui
erano pieni i nostri
occhi e quell'amore che
abbiamo perduto e
pettiniamo con cura
le nostre ali
ricordando la forza
e il coraggio che
avevamo.
E d'improvviso
apri gli occhi
ti ritrovi con un
numerino in mano
che ti dice che
è già tutto finito.
di Aurelio Albanese. -
.
Romantico sogno
Cercando il nido
sugli alti ippocastani
con eleganza
una Cicogna plana
radente al fiume
con i raggi del sole
tra le sue bianche
e nere piume
e un romantico
sogno stretto nel
suo lungo
becco arancione.
La guardo volare
senza sosta fra
i camini spenti,
immaginando porti
con se l'amore
sotto le grandi ali,
dopo la neve e il gelo
e le mimose gialle.
Nidificherà anche
quest'anno qui,
per l'intera estate
fra la Sicilia e l'Africa
sfidando i bracconieri
come in una favola
discreta e bella
tra i torrioni Sabaudi
del castello di Racconigi
annunciando con
le Rondini e i Cuculi
la Primavera.
Ed è
in una bella Domenica
dal cielo turchino,
in un rinverdito parco
del Valentino che
i profumi esplodono,
vantando buona memoria,
ed è portando la mano
all'orecchio che
mi sembra d'udire
tra il cinguettio i versi
ritmati del becco
della Cicogna.
di Aurelio Albanese. -
.
Quando sto male
Quando l'oramai
vecchio mio fragile
corpo s'arrende
e sto male, sento
venir meno il mio
vigore e vedo
al suolo cadere, uno
a uno i miei petali
e la luce perde
ai miei occhi
il suo luminescente
splendore e mi sento
impotente, senza
difese e in balia
di eventi che
decidono tutto di me.
Quando ho
la febbre che brucia
il mio corpo e,
il dolore mi costringe
a chiedere aiuto
e non ho più la forza
di lottare e mi sento
umiliato in un letto
e un peso per tutte
quelle persone a me care
e ho la percezione
che nulla mai più
tornerà come prima.
Quando l'ansia
e l'attesa come tarme
indeboliscono la
residua mia volontà,
le lacrime silenziose
sono il segnale più
umano che mi aiuta
a lasciare con
un sorriso i mille
sogni, progetti
e conflitti e ad accettare
la Croce di vita
che distoglie lo sguardo
dalle cose terrene.
di Aurelio Albanese. -
..
-
.
Davanti allo specchio
Dopo una doccia,
davanti allo specchio,
soddisfatto mi
faccio la barba,
distogliendo il pensiero
da ciò che si
riflette di me dietro
il vapore che nasconde
le rughe, la pancia
e le scelte affrettate.
Uno straniero che
di fatto io non conosco
con occhi stanchi
mi guarda stupito
da dietro quel vetro
appannato mentre si rade
e accenna con una
smorfia un sorriso
da me non gradito, uno
straniero, un pirata
che porta tatuato
sul viso storie di notti
insonni, lunghe attese
e amori sbagliati.
Allegro fischietto
narciso, intanto
che schiaccio un
fruscolo sulla punta
del mio naso,
ignorando le profonde
sue cicatrici di
vecchio che fanno
davvero impressione
e mi volto verso
la giovane luce che
esplode dalla finestra,
che mente e
amorosa mi illude
e mi invoglia ad
amare la vita
ancora una volta.
di Aurelio Albanese. -
..
-
.
Il ragazzo che ero
Quanti inutili pesi
e orpelli all'amore
e a una vita già
breve aggiungiamo
rifiutando l'opportunità
di cogliere, curiosità,
empatia e umiltà.
Quanta semplicità
e dolcezza per
la nostra stupidità
banalizziamo con
superficialità, schiavi
della paura di vivere
e del consumismo,
rinunciando a quelle
emozioni che si nutrono
di immaginazione,
di sorrisi e capaci
di farci volare
in sguardi irripetibili.
L'esistenza come
un'amante generosa
senza pudore si offre
continuamente con
grande soddisfazione
senza mai lamentarsi,
desiderando il nostro
piacere e non è
mai banale nella sua
passione e forza,
il suo letto è stupore
che sorge con le
prime luci dell'aurora
e muore nel più
romantico e dolce
dei tramonti.
di Aurelio Albanese. -
.
Schiavi di tutto
Ingannevolmente
ricattati dalle mille
alettanti promesse
di una eterna
vita ricca di felicità
e amore, pieni
di paure rinunciamo
al nostro arbitrio
e alla libertà
d'ogni pensiero,
divenendo schiavi
di tutto ciò che c'è
di più immorale.
Ricattati da una
bellezza che ammalia
e di cui siamo
follemente innamorati,
elemosiniamo con
le lacrime agli occhi
privilegi e attenzioni
per presunti diritti
dichiarandoci figli
di un Dio amoroso
che ci inventiamo
su misura per porci
al di sopra di tutto
come non fossimo
solo il casuale frutto
d'un processo di
evoluzione.
Nelle viscere
intestinali cerchiamo
rivelazioni e le chiavi
che aprano le
infuocate serrature
del cosmo in cui è
custodita ogni cura
e il mistero
dell'amore, della morte
e ogni altra libertà.
di Aurelio Albanese. -
..
-
.
Sensuale nudità
Dietro la sensuale
nudità del tuo
bianco corpo che,
morbido profuma
di aromatici sali
fragranti e di pulito.
In quell'eccitante
pallore di talco che
riempie la stanza
e che esalta
quel nero ciuffetto
di pelo sul pube
e l'incarnato delle
tue rosse labbra
e l'amorosa dolcezza
dei tuoi occhi.
Nella tua fragilità
e magrezza sei
ingenua e saggia,
luminosa e viva,
affrancata dalla
fatica della buona
educazione che
vorrebbe ogni nostro
sguardo e pensiero
prigioniero delle
bigotte morali.
Volta di schiena
copri con
deliziosa elegante
malizia le tue
spalle perfette,
fasciandoti il seno
con l'asciugamano,
ma prestando
attenzione a lasciare
scoperti i tuoi rosei
glutei tondi perfetti,
ancora di adolescente,
intatti a che io
possa innamorato
e mai sazio di te
allungare la mano
ed amarti.
di Aurelio Albanese. -
.
Per come siamo
Prendersi il tempo
di scrivere
una lettera d'amore
per rispondere
dell'uomo che si è
mettendoci dentro
con attenzione
ogni nostra emozione,
tutti i successi e
i fallimenti
come in una lavatrice
che ripulisce la
nostra coscienza
e la fa morire
dal ridere.
Prendersi il tempo
di condirla dei
sogni che avevamo e,
di tutte le umiliazioni
raccolte, degli
abbracci e sorrisi
e della nostra voglia
di fare l'amore
come ci pare
e quelle paure che
ci hanno derubato
d'ogni gioia di vivere.
E in ultimo, dopo
averla letta avidamente
un'ultima volta,
prendersi il tempo
di chiuderla,
affrancarla con cura
e spedirla a tutte
le persone a noi care
con la raccomandazione
che imparino
a vederci e rispettarci
per come siamo.
di Aurelio Albanese. -
La lingua.
User deleted
La lingua
Com'è d'uso
la lingua picchia
forte qualunque
cosa incontri, senza
freni e buon senso
e violenta si scaglia
sull'emigrato, il Sinto,
il barbone orbo
caduto perché sbronzo
e pieno di vino.
Com'è d'uso è
il disgraziato l'oggetto
che il pregiudizio
prende di mira,
il grosso grumo di
sangue infetto
che occlude le vene
del cuore e cervello,
il rischio
d'insolazione che
esplode in violenza
che picchia la moglie
e i figli e che
antisemita sventra
il suo cane malato.
Com'è d'uso
non ha coscienza
la lingua che
con arcaismi ferisce
la notte che sogna
con lampi nel cielo
e appicca incendi
nel bosco e
non ne fa mistero.
Lei, la più abile
maestra di guerre
è lei, che
singhiozza ogni
notte per i suoi
figli che rasentano
gli alti muri
dell'intolleranza
per la vergogna.
di Aurelio Albanese. -
sorriso@.
User deleted
Grazie Aurelio abbiamo riaperto il forum adesso hai una sezione tutta tua .