VISTE DAL MICROSCOPIO FOTO

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    Con i piedi per terra

    Cosa vi sembra? Il rosone di una chiesa o un’opera di computer grafica? Niente di tutto questo, si tratta di una pianta. O meglio del suo gambo, sezionato e visto al microscopio. Il vegetale in questione appartiene alla specie Clematis. Un rampicante che prende il nome dal greco antico “klema” che indica proprio il viticcio, cioè l’estremità filiforme che si “attacca” rendendo possibile alla pianta “arrampicarsi”. Una curiosità: questa pianta è uno dei fiori di Bach usato come rimedio per far tornare con i piedi per terra i sognatori.

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    Il pepe dentro

    Quasi irriconoscibile sotto la lente del microscopio elettronico, ecco un grano di pepe (Piper nigrum). ll frutto carnoso della pianta di pepe contiene un solo seme che, quando è raccolto non ancora maturo, rappresenta il pepe verde, maturo ed essiccato diventa la versione nera, mentre liberato dalla polpa è il pepe bianco.
    Il pepe, originario dell'India, arrivò in Occidente duemilacinquecento anni fa: grazie al suo grande valore commerciale, alla conservazione illimitata e alla difficile sofisticazione, ha sempre rappresentato una merce rara con cui, per esempio, nel Medioevo i vassalli pagavano tributi o riscatti al loro signore. Alla fine del Cinquecento la sua fama di afrodisiaco cominciò a diffondersi e tuttora è conosciuto per questa virtù. Da aggiungere al vostro menu come Elisir d'amore...

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    Cubo magico

    Se i cristalli di ieri erano molto dolci, oggi cambiamo gusto e guardiamo dentro un granello di sale. In particolare si tratta di sale re-cristallizzato rilasciato in seguito alla distillazione dell'acqua, ottenuta portandola a ebollizione e facendo condensare i suoi vapori per raffreddamento.
    Questi cristalli mostrano in particolare un reticolato cubico di ioni di sodio e cloruro. In assenza di impurità si sarebbe formato addirittura un cubo perfetto.
    A proposito di sale e… cattiva stagione, per sapere perché si butta il sale sulle strade in presenza di ghiaccio, cliccate qui, nella nostra sezione dedicata alle Domande e Risposte più accattivanti.
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    Dove scorre il sangue

    La micrografia confocale permette di osservare strutture molecolari tridimensionali, altrimenti difficilmente distinguibili attraverso un normale microscopio ottico. Le cellule in coltura delle foto appartengono a tessuto endoteliale, che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni e delle cavità cardiache. Per evidenziarne la struttura è stato usato del liquido fluorescente: il nucleo, che porta l'informazione genetica, appare così in blu; in giallo spiccano i microfilamenti di actina e, in rosa e rosso, di tubulina. I microtubuli formati da queste fibre fanno parte del citoscheletroo, il sostegno interno della cellula, responsabile del trasporto intercellulare, della sua struttura e motilità e anche di separare i cromosomi durante la divisione cellulare.
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    Contrattacco mortale

    Nella foto al micrografo elettronico, ecco una fase fondamentale della nostra risposta immunitaria all'attacco di un microrganismo esterno. A muoversi per primi sono le cellule dendritiche (in blu, nella foto) che riconoscono e inglobano gli agenti esterni. Queste sentinelle del nostro corpo presentano il nemico al linfocita T (in giallo) che lo riconosce ed è in grado di distruggerlo. Se i linfociti T uccidono il nemico direttamente, i linfociti B producono anticorpi, ovvero proteine specializzate per contrastare un preciso tipo di invasore.
    L'uomo possiede approssimativamente 1000 miliardi di linfociti che hanno un diametro che varia dai 5 ai 15 µm, ma che sono solo il 20 per cento dei globuli bianchi, che includono anche granulociti e monociti. In condizioni normali e a digiuno i globuli bianchi sono 4500-8000 per millimetro cubo di sangue.
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    Che cosa c'è sotto gli oceani?

    A guardarli al microscopio elettronico sembrano disegnati a tavolino: in realtà queste formazioni circolari sono il prodotto di un'alga planctonica (Coronosphaera mediterranea), il cui involucro gelatinoso si incrosta in coccoliti, così si chiamano i microscopici corpuscoli calcarei della foto, che misurano tra i 2 e i 100 µm. Al contrario delle diatomee che secernono silicio, i Coccolitoforidi, come sono anche denominate queste alghe, costruiscono il loro guscio di calcare. Alternano una fase mobile in cui usano le flagelle per spostarsi a una fase stabile in cui producono queste incrostazioni che vanno a ricoprire ogni singola cellula. Sono loro i principali componenti dei fanghi oceanici.
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    Fidarsi delle apparenze

    Se alla vista di questa foto avete pensato a una passeggiata in un bosco di montagna, allietata da un pungente profumo di pino, vi sbagliate di grosso. Cambiate scena e immaginate piuttosto una giornata torrida in un deserto del Messico o del sud degli Stati Uniti e un incontro con uno dei suoi abitanti, la tarantola messicana (Brachypelma smithi). Gli alberelli della foto sono infatti i peli al micrografo elettronico delle sue zampe. Grazie ad essi questa tarantola, che non ha una buona capacità visiva, percepisce rumori e vibrazioni che la mettono in allerta. Sono anche un'ottima arma di difesa visto che il contatto con essi provoca un intenso bruciore. Niente paura, però, questo ragno è velenoso solo per altri insetti, sue prede preferite.
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    I mille versi di una papilla

    Sempre inseguendo punti di congiunzione tra corpo umano e natura, scopriamo altre papille di un petalo. Si tratta di una primula (Primula obconica), pianta che cresce spontanea nelle zone temperate e che viene coltivata per ornamento nei colori più vivaci.
    Se nella bocca le papille della lingua sono atte a percepire i sapori, nei fiori queste piccole prominenze caratterizzano l'epidermide dei petali e vi conferiscono l'aspetto vellutato.
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    Cristalli salvavita

    Ecco come appare una micrografia in luce polarizzata di una sottile sezione di rame puro: si svela così la struttura a cristalli di questo elemento che costituisce lo 0,006-0,005 per cento della crosta terrestre. Le ultime scoperte sul rame fanno presagire che un suo largo utilizzo verrà fatto in ambito ospedaliero. È stato provato infatti come in presenza di leghe di rame ci sia una significativa riduzione della sopravvivenza e della diffusione di batteri, in particolare dei cosiddetti MRSA (Methicillin-resistant Staphylococcus aureus), un ceppo di Stafilococco aureo resistente a quasi tutti gli antibiotici (alla meticillina,ma anche alla oxacillina, alla nafcillina,all'imipenem e alle cefalosporine) e responsabile di infezioni pericolosissime per i pazienti.
    Nulla da invidiare al quadro di un artista...
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    Il sesso dei fiori

    Se l'apparato femminile di un fiore assomiglia alla faccia superiore della lingua umana, quello maschile ci può ricordare tutt'altro.
    Questa micrografia elettronica ritrae in particolare gli stami di un'aquilegia (Aquilegia sp.), pianta erbacea delle Ranuncolacee la cui parte vegetativa scompare in inverno, per germogliare poi di nuovo alla fine della stagione fredda. I fiori che rinascono a primavera richiamano la forma del becco o degli artigli di un'aquila da cui prendono il nome.
    Ogni stame è costituito da un filamento che supporta l'antera, una sorta di bulbo che contiene il polline, vale a dire le cellule sessuali maschili. Nella foto del giorno di domani, vi sveliamo un nuovo parallelismo...

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