IL CORPO DI SARAH NEL POZZO DELL'ORRORE: LE FOTO CHOC DEL RITROVAMENTO

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    TARANTO - L'orrore in 71 foto. Sono gli scatti del ritrovamento del corpo di Sarah Scazzi, la notte tra il 6 e il 7 ottobre del 2010, quando Michele Misseri confessò di aver ucciso e seppellito in un pozzo la nipotina di 15 anni ad Avetrana, nel tarantino. Quelle foto, pubblicate oggi dal Corriere del Mezzogiorno, saranno mostrate nell'aula Alessandrini della Corte d'Assise di Taranto, dove inizierà nei prossimi giorni il processo per l'omicidio della ragazzina, scomparsa a fine agosto e ritrovata morta un mese e mezzo dopo.



    Le foto (dal Corriere del Mezzogiorno)
     
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    Due collane in fondo al pozzo di Sarah
    C'è un ciondolo a forma di scoiattolo


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    Mistero sui reperti ripescati in contrada Mosca
    Potevano essere indossati da chi ha occultato la salma
    TARANTO - Esistono due reperti agli atti del processo sull’uccisione di Sarah Scazzi di cui non si era parlato. Si tratta di una collanina «presumibilmente d’argento» e un’altra di cuoio con un pendolo di acciaio che raffigura uno scoiattolo, entrambi trovati nel pozzo cisterna in contrada Mosca dove il corpo della ragazza è rimasto per 42 giorni prima di essere recuperato. I due oggetti classificati nelle foto segnate con il numero 72 e 73 del voluminoso faldone che raccoglie la documentazione fotografica dell’attività investigativa, emersero dal fondo del pozzo quando fu svuotato dell’acqua che lo riempiva. A trovarli e a consegnarli ai carabinieri due giorni dopo il ritrovamento del corpo di Sarah, furono gli operai dell’impresa incaricata dalla procura per prosciugare la cisterna. Le collane, una di metallo e l’altra di cuoio consumato con lo scoiattolo pendulo perfettamente integro, furono ripulite, repertate e consegnate agli investigatori. Almeno dalle carte non si deduce che tipo di approfondimento investigativo è stato fatto (né se è stato mai fatto), su quei monili che potrebbero essere stati gettati nel pozzo prima del 26 agosto 2010 quando Michele Misseri, secondo il suo racconto, vi nascose dentro il corpo della nipote uccisa.
    Quell’antico manufatto che raccoglieva per infiltrazione l’acqua da impiegare per l’irrigazione dei campi nella stagione più calda, era stato realizzato più di 60 anni prima e da almeno quattro anni era stato chiuso perché non più utile. La relativa attualità delle collane, soprattutto del ciondolo di scoiattolo legato al laccio di cuoio, farebbe pensare ad una perdita più o meno recente. Ancora più suggestiva, ma priva di riscontri, la possibilità che una delle due collane possa essere stata perduta nel momento della soppressione del cadavere da parte di chi l’ha fatto oppure caduta dal corpo della ragazza stessa. L’unico ornamento, almeno di quelli conosciuti dai familiari, indossato quel giorno da Sarah, era un braccialetto di cotone nero che è stato trovato al polso. Le altre cose, come la cuffietta e gli indumenti che Sarah aveva indosso quando è arrivata a casa degli zii, sono stati bruciati dallo zio nelle campagne. Non si è mai saputo che fine abbiano fatto le ciabatte di gomma. Altro giallo è quello dei tempi necessari per compiere tutta l’operazione. Michele Misseri ha raccontato di avere fatto tutto da solo in 45 minuti.
    roppo pochi per gli investigatori che per dimostrarlo (anche questo sarà oggetto di dimostrazione visiva in una delle future udienze), hanno ripercorso il tragitto simulando i movimenti che il contadino avrebbe fatto. A non coincidere, soprattutto, è il confronto con i tempi che ci son voluti per scoperchiare il pozzo, chiuso e ricoperto dalla vegetazione, sollevare una pesante pietra posta a tappo dell’imbocco e richiudere tutto, dopo aver calato il corpo, mascherando il punto con un finto ceppo di vite piantato nel terreno. Ancora più lungo il periodo impiegato per dare fuoco allo zaino con gli abiti di Sarah. Misseri ha sostenuto di avere atteso lì vicino tutto il tempo necessario alla totale distruzione degli oggetti sino allo spegnimento delle fiamme. A questo poi bisogna infine aggiungere il tempo per percorrere - andata e ritorno - i sette chilometri che separano via Deledda dalla contrada Mosca.

    Nazareno Dinoi
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    Povera ragazza..
     
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4 replies since 4/1/2012, 13:03   676 views
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