ALLARME IN INDIA TUBERCOLOSI RESISTENTI A FARMACI

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    A Mumbai una nuova forma di tubercolosi resistente a tutti i farmaci
    Il ceppo avrebbe colpito già una dozzina di persone. Ogni malato potrebbe contagiarne dalle dieci alle venti all'anno
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    MILANO – L’India è la nazione con il numero di casi di tubercolosi più alto al mondo e conta circa 1000 morti al giorno. E nelle ultime settimane è arrivato a Mumbai un focolaio del tipo TDR-TB, inattaccabile dai farmaci noti, isolato nei fluidi corporei di dodici pazienti.

    TOTALMENTE RESISTENTE - L’acronimo TDR sta per totally drug resistant, ovvero totalmente resistente ai farmaci e dunque non solo ai due medicinali di prima linea (la rifampicina e l'isoniazide), ma anche quelli di seconda linea e quindi totalmente incurabile. Attualmente, come spiega Zarir Udwadia dello Hinduja National Hospital and Medical Research Centre di Mumbai, dei dodici casi confermati tre sono già morti. Un paziente ha già contagiato la propria figlia e si calcola che la velocità di contagio sia di circa dieci-venti persone all’anno. Già la tubercolosi estensivamente resistente ai farmaci (XDR-TB) è un problema significativo, soprattutto in Paesi con bassi standard sanitari, anche perché nel caso del batterio tubercolare la resistenza ai farmaci usati in prima istanza è molto più grave, poiché in questi casi si ricorre a farmaci di seconda linea, molto tossici, molto costosi, poco efficaci e in alcuni casi introvabili. E’ chiaro dunque che la resistenza totale rappresenta una minaccia notevole ed è un po’ come tornare all’era pre-antibiotico. La resistenza totale era stata rilevata in passato solo in alcuni malati di prigioni siberiane e successivamente, come spiega Paul Nunn, coordinatore del dipartimento STOP TBC dell’Oms, erano comparsi due casi totalmente resistenti in Italia nel 2007 e quindici in Iran nel 2009.

    LA TUBERCOLOSI - Il batterio che causa questa patologia, Mycobacterium tuberculosis, venne identificato e descritto nel 1882 da Robert Koch. Detta anche mal sottile o consunzione, la malattia richiama un’atmosfera quasi ottocentesca e la letteratura pullula di eroi o eroine che morirono per questa malattia (basta pensare alla Boheme per esempio). In realtà si tratta di una patologia antichissima: resti scheletrici mostrano che gli uomini preistorici avevano la tubercolosi già nel 4000 a.C., e tracce di decadimento dovuto alla TB sono state ritrovate nella spina dorsale di alcune mummie del 3000-2400 a.C. Ma l’aspetto inquietante del problema è la possibilità che si riaffacci l’impossibilità di curare una malattia che rimane ancora oggi molto diffusa. Secondo le stime due miliardi di persone, cioè un terzo della popolazione mondiale, sono stati esposti all’agente patogeno della tubercolosi, mentre annualmente 8 milioni di persone si ammalano e 2 milioni muoiono in tutto il mondo. L’inesistenza di un antibiotico risolutivo avrebbe risvolti drammatici, soprattutto in un Paese come l’India, dove lo stato del sistema sanitario e le piaghe sociali aggraverebbero il problema. Uno studio condotto a Mumbai ha mostrato recentemente come solo 5 medici provati, su un campione di 106, sono stati in grado di prescrivere la terapia corretta a un ipotetico paziente affetto da MDR-TB (ovvero da tubercolosi multi resistente), con il rischio oltretutto di amplificare ulteriormente la resistenza dei batteri. Solo l’1 per cento dei pazienti con MDR-TB ha infatti accesso diretto al trattamento pubblico e la maggior parte dei malati si rivolge a medici del settore privato che, nel Paese asiatico, è privo di una regolamentazione che ne garantisca l’affidabilità e la professionalità. Emanuela Di Pasqua

    Emanuela di Pasqua
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0 replies since 14/1/2012, 07:11   9 views
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