|
|
Perché di notte digrigno i denti? È lo stress la causa più frequente del bruxismo
Molte persone passano la notte a digrignare e serrare i denti senza saperlo, con il risultato di usurarli e indebolirli. «Questo disturbo si chiama bruxismo,- spiega il professor Roberto Deli, direttore del Dipartimento odontostomatologico del Policlinico Gemelli di Roma , ed è un movimento involontario della mandibola. Viene detto dinamico, quando c'è un digrignamento che provoca il contatto forzato tra le superfici dei denti superiori e inferiori, e statico quando prevale il serramento, cioè la contrattura dei muscoli masticatori. Il primo avviene soprattutto di notte, il secondo spesso anche di giorno. Si parla di bruxismo vero e proprio quando il fenomeno è così persistente, frequente e intenso da provocare danni ai denti e altre complicazioni».
Da che cosa è provocato il bruxismo? «Una delle cause più frequenti è senza dubbio lo stress: frustrazioni, preoccupazioni, ansia vengono somatizzate con il bruxismo. In pratica l'organismo trova nel serrare e digrignare i denti un modo per scaricare la tensione nervosa accumulata. In alcuni casi c'è un problema meccanico, per esempio uno scorretto allineamento delle due arcate dentarie o difetti dell' articolazione temporo-mandibolare, che non lavora correttamente. Infine, il bruxismo può essere anche il risultato di una cattiva gestione della muscolatura a causa di posture scorrette che, a lungo andare, possono favorire un dissestamento dell'articolazione temporomandibolare».
Quali conseguenze comporta? «Se non curato può provocare diversi danni. Il continuo sfregamento porta a un'abrasione delle superfici dentali e col tempo si può avere un accorciamento dei denti. Non solo, spesso chi soffre di bruxismo quando si sveglia avverte un indolenzimento dei muscoli del volto e del collo e ha denti più sensibili al freddo e al caldo. Chi digrigna i denti di notte può inoltre mostrare difficoltà ad aprire completamente la bocca e talvolta a masticare.
Come si fa la diagnosi? «Non esistono esami o test: il disturbo viene individuato proprio attraverso i segni caratteristici osservati dal dentista e in base ai sintomi riferiti dal paziente, come il classico dolore alla mandibola».
Come bisogna intervenire? «Se prevale lo stress le strategie psicologiche e comportamentali che aiutino a comprendere e scaricare la tensione possono essere d'aiuto. Per proteggere i denti è bene ricorrere al bite, una specie di paradenti in resina, realizzato a partire dalle impronte delle arcate dentarie, che va inserito in bocca prima di coricarsi e protegge smalto, denti e gengive dallo sfregamento. In alcuni casi, soprattutto in fase iniziale, può giovare l'assunzione di farmaci miorilassanti a basse dosi. Infine, nei casi in cui il bruxismo è dovuto a uno scorretto allineamento delle arcate dentarie o a otturazioni mal fatte bisogna intervenire a questi livelli con l'aiuto del dentista».
Antonella Sparvoli fonte corriere della sera
|
|