LA RAI CHIUDE A NEW YORK 38 LICENZIATI

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    SI MUOVONO anche I SINDACATI AMERICANI
    La Rai chiude New York, 38 licenziati
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    I dipendenti: «Buttati in mezzo alla strada con le nostre famiglie». Beni della asocietà all'asta ai primi di maggio
    NEW YORK – Il volantinaggio davanti al consolato d’Italia a New York, sulla Park Avenue, andrà avanti fino a venerdì. «Stiamo organizzando una grande manifestazione per il 1o maggio - spiega Lorenzo Piccolo, portavoce dei dimostranti -, che scaturirà in una lunga battaglia legale a carico dei contribuenti italiani, visti i costi esorbitanti degli avvocati qui negli Usa». Piccolo, video-editor, è uno dei 38 dipendenti licenziati in tronco da Rai Corporation, che dopo oltre mezzo secolo di attività ha deciso di chiudere il suo ufficio newyorchese nell’ambito dello stesso «piano di riduzione costi» che ha portato anche alla chiusura delle sedi a Los Angeles, Montevideo e in Canada. Dopo decenni di sprechi e spese dissennate, culminate con lo scandalo costrinse alle dimissioni Maria Giovanna Maglie, la Rai mette in atto un giro di vite senza precedenti nella sua lunga storia.

    TUTTO ALL'ASTA - «Mamma Rai ci ha buttato in mezzo alla strada con le nostre famiglie - precisa il 64enne cineoperatore Michele Capasso -, lasciando senza copertura sanitaria e senza sussidio di disoccupazione gente che, come me, ha lavorato in Rai per quasi quarant’anni». La società fondata il 20 gennaio del 1960 – e da allora punto di riferimento culturale per i nostri emigrati nuovi e vecchi - ha chiuso i battenti il 12 Aprile 2012. Dopo la chiusura, tutti i beni della società (dalle apparecchiature di ripresa, agli strumenti satellitari, alle scrivanie) saranno messi all'asta online dalle 7 del mattino del 2 maggio alle 10 del 3 maggio prossimi. Gli unici sopravvissuti alla «scure» del direttore generale Lorenza Lei sono i corrispondenti Dino Cerri (Tg1), Gerardo Greco (Tg2), Giovanna Botteri (Tg3) e Olga Cortese (Rai News24), «acquisiti» dall’ Associated Press tv con parte delle attrezzature Rai, ora spostate all’AP.

    INDAGINE FORMALE - «I 3 corrispondenti dei Tg lavorano attraverso il costoso subappalto con l’azienda esterna Media Kyte di Francesco Malatesta - denunciano adesso gli ex dipendenti -, un ex Rai Corporation, marito di una giornalista Rai e quindi in evidente conflitto di interesse». Giovedì 27 aprile il potente sindacato americano dei lavoratori tv Nabet-Cwa ha presentato formale denuncia al National Labor Relations Board che ha aperto formalmente un’indagine che scaturirà in un processo lungo e costoso. Oltre alle due interpellanze parlamentari presso la Commissione di Vigilanza Rai (del Senatore Pd Vincenzo Maria Vita e di quello Pdl Franco Cardiello) la vicenda ha ricevuto ampio risalto anche sui media americani, dal New York Times al Wall Street Journal e all’Hollywood Reporter mentre dal 26 aprile sarà attiva una pagina Facebook ([email protected]). «A solo due anni dalla pensione e dopo 36 anni in Rai mi trovo in mezzo alla strada -,spiega Capasso -. Ho coperto tutti i presidenti, da Pertini ad oggi - incalza -, tutte le campagne elettorali americane, lavorando per i Tg1, Tg2 e Tg3 con tutti i giornalisti, dal 1978 alla chiusura».
    [Esplora il significato del termine: Dal nostro corrispondente ALESSANDRA FARKAS
    fonte corriere.it
     
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