PERCHE'BEPPE GRILLO

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    L'ANALISI
    L'allontanamento dalla politica non si fermerà
    Dal voto emergono tre tendenze legate L’alta astensione, il fenomeno Grillo e i bassi consensi ai partiti, specie al Pdl
    COMUNALI--180x140
    Sulla base delle prime proiezioni, le caratteristiche principali del voto di queste amministrative sono almeno tre, diverse tra loro, ma tutte in qualche modo legate al fenomeno sociopolitico prevalente di questo periodo: la disaffezione degli elettori dalla politica e, in particolare, dai partiti.
    C’è in primo luogo il considerevole incremento dell’astensione, di ben 7 punti, superiore quindi a quanto registrato domenica sera. In alcuni contesti, specialmente nelle regioni meridionali, l’erosione dal voto è stata frenata dalla dimensione locale della consultazione e dalla conseguente presenza di molte forze politiche e di candidati legati al territorio. Ma altrove, al Nord e al Centro, ciò non è bastato e si è registrata una più significativa diminuzione di votanti. Non si tratta di una sorpresa, poiché questa tendenza era stata ripetutamente annunciata nelle scorse settimane: ne abbiamo fatto più volte cenno anche su queste colonne. Basti ricordare che, secondo gli ultimi sondaggi, la percentuale di chi è orientato all’astensione e comunque indeciso se o cosa votare, supera il 55 per cento.


    I voti dirottati verso l’astensione derivano da tutto lo schieramento politico, nessun partito escluso. Ma la parte più consistente proviene da opzioni in passato destinate al Popolo della libertà: secondo una ricerca realizzata a livello nazionale, più del 40 per cento dei votanti per il Pdl nel 2008 dichiara oggi un comportamento astensionista.
    Di qui il secondo fenomeno caratterizzante di queste elezioni amministrative: il crollo, specie in alcuni contesti, del seguito della forza politica creata dal Cavaliere. Verso l’astensione si è dunque incanalata soprattutto la disaffezione proveniente dal centrodestra, in particolare da parte di chi è meno partecipe politicamente. Ma vi è stato—e si tratta della terza caratteristica di queste elezioni — un altro importante collettore della protesta: il Movimento Cinque Stelle. Anche verso Grillo si è diretto un elettorato connotato da sentimenti di ostilità verso la politica tradizionale, con caratteristiche tuttavia assai diverse dagli astenuti. Mentre questi ultimi sono più animati dall’antipolitica in generale e spesso dal disinteresse, il pubblico del comico genovese appare più specificatamente antipartitico: si tratta di elettori mediamente assai più giovani che, al contrario di chi si dice tentato dall’astensione, segue con attenzione e costanza gli avvenimenti politici.


    Nell’insieme, è comunque il progressivo distacco dai partiti tradizionali ad avere caratterizzato questa tornata elettorale: si tratta di una tendenza spesso sottovalutata dalle forze politiche che, con tutta probabilità, connoterà — e forse anche in misura maggiore di oggi — lo scenario politico nei prossimi mesi

    Renato Mannheimer
    fonte corriere della sera
     
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    Ballottaggi, centrosinistra avanti, sorpresa Grillo a Parma

    ROMA (Reuters) - I rapidi spogli del voto per i ballottaggi di ieri e oggi indicano che il Pd e i suoi alleati sono in testa in quasi tutte le grandi città, mentre il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo conquista a sorpresa Parma e rappresenta la novità di queste elezioni. Leoluca Orlando torna sindaco di Palermo dopo 12 anni e dopo uno scontro tutto interno al centrosinistra.

    Complessivamente, sui 26 capoluoghi in ballo tra primo e secondo turno, il centrosinistra vince in 14 Comuni, il centrodestra in sei, i centristi in due, Idv e sinistra radicale in uno, come la Lega Nord, il Movimento 5 Stelle e le liste civiche.

    Secondo i dati del ministero dell'Interno ormai definitivi in quasi tutte le città, nel ballottaggio il centrosinistra ha vinto a Genova, a Piacenza, all'Aquila, a Taranto, dove governava già. Ma anche a Monza e a Como, dove la Lega Nord è crollata; ad Alessandria e ad Asti, a Lucca, a Isernia e a Rieti, dove il sindaco era di centrodestra.

    I centristi hanno vinto a Cuneo, città in precedenza governata dal centrosinistra, e ad Agrigento (dove in precedenza governavano col centrosinistra). A Belluno vince invece una lista civica che al primo turno ha sbaragliato il sindaco uscente di centrodestra e al ballottaggio ha sconfitto il centrosinistra.

    Il centrodestra è invece in testa a Frosinone (strappata al centrosinistra), Trani e Trapani.

    L'affluenza, almeno nelle Regioni a statuto ordinario, è stata di poco superiore al 50% (51,38%), con un calo di quasi 15 punti percentuali.

    PARMA AI GRILLINI, ORLANDO TORNA A PALERMO

    Sta già facendo discutere i commentatori la vittoria a Parma di Federico Pizzarotti, un bancario di 39 anni del Movimento 5 Stelle, che ha raccolto il 60,22% dei voti contro il 39,77% di Vincenzo Bernazzoli, presidente Pd della provincia parmigiana. Al primo turno Bernazzoli era nettamente in testa con il 39,2%, quasi il doppio del candidato grillino.

    Il Comune di Parma era commissariato da mesi, dopo che il sindaco di centrodestra si era dimesso a seguito di una serie di scandali che avevano portato anche all'arresto di almeno un assessore e diversi funzionari comunali.

    I candidati grillini hanno vinto anche a Comacchio, in Romagna, e a Mira, in Veneto.

    A Palermo, dopo essere arrivato a sfiorare la vittoria al primo turno, Leoluca Orlando ha conquistato oltre il 72% delle preferenze, quando manca solo una sezione da scrutinare, sul giovane Fabrizio Ferrandelli, vincitore a sorpresa delle primarie del centrosinistra su Rita Borsellino, sorella de magistrato Paolo Borsellino, ucciso 20 anni fa dalla mafia. Proprio dalle primarie si è originato lo scontro interno al centrosinistra che ha portato alla candidatura di Orlando con una coalizione composta da Idv, Rifondazione comunista e Verdi.

    Ad accomunare Parma e Palermo, il fatto che i voti del centrodestra, e del Pdl in particolare, sembrano essere andati ai candidati non-Pd o addirittura anti-Pd, come appunto il grillino Bernazzoli e Orlando.

    -.reuters.it
     
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    Grillo: "Bersani dovrebbe lavorare"

    - "Il non morto (*) (ma quasi) di un partito mai nato Bersani ha detto di aver "non vinto" a Parma, Comacchio e Mira. Lo ha spiegato con parole incontrovertibili: "Abbiamo non vinto perché lì erano governati dal centrodestra". Chiaro? C'è forse bisogno di spiegazioni? Chiamate un'ambulanza per un TSO. L'affermazione del Pdmenoelle "E' una vittoria senza se e senza ma". Bersani però è affranto, non potrà più costruire l'ennesimo inceneritore nella sua Emilia, a Parma non ci sarà un tumorificio come in altre città governate dal Pdmenoelle come con l'ebetino a Firenze. Il pollo che si crede un'aquila è quindi tornato sui suoi cavalli di battaglia elettorali "Noi non cederemo ai populismi e ai qualunquismi" e alle argomentazioni politiche sulla vittoria del MoVimento 5 Stelle a Parma dovuta a "una destra che a Parma si è rimpannucciata sostenendo il grillino". Rimpannucciato il grillino, belin, Bersani batte nell'eloquio Vendola per 5 a 0! Non è finita qui. Per il non morto (ma quasi) la crisi della destra provoca "un vuoto d'aria". In pratica il peto in cui si dissolvono i partiti. Bersani ha poi spiegato ai giornalisti "Che se stiamo fermi non andiamo lontano". Nessuno, dopo questa affermazione, ha accompagnato il buon uomo alla prima panchina con un sacchetto di becchime per i piccioni, anzi i giornalisti presenti seri in viso hanno preso appunti continuando quando ha affermato c'è un punto inevaso da Grillo: il lavoro. Abbiamo un tasso di disoccupazione che sommato agli sfiduciati, che il lavoro non lo cercano, più arriva al 20%. Chi ha creato la disoccupazione? Il MoVimento 5 Stelle oppure vent'anni di inciuci con il Pdl, di investimenti nei catorci della Fiat e nella cementificazione del Paese invece che in innovazione? Chi ha svenduto a debito la Telecom se non D'Alema condannandola a un nanismo industriale? Chi ha benedetto la legge sul precariato ieri e la "ristrutturazione" dell'articolo 18 oggi? Chi ha permesso alle nostre aziende di spostare la produzione all'estero, dalla Cina alla Romania consentendo di mantenere sui loro prodotti il marchio "Made in Italy"? Chi ha costretto una generazione di giovani a emigrare (secondi in Europa dopo la Romania)? Prima di parlare di lavoro, Bersani dovrebbe lavorare, ci provi, in futuro ne avrà bisogno".

    www.beppegrillo.it
     
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3 replies since 8/5/2012, 10:38   18 views
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