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«Servono altre tende, non riusciamo a rispondere a tutti» Il responsabile della protezione civile, Maurizio Cavazza: «I cumuli di sabbia in centro e al campo non preoccupano»
CAVEZZO. «Abbiamo bisogno di altre tende perché molti cittadini che non hanno la casa agibile dopo il terremoto, non hanno un posto dove dormire». Si alza forte e chiaro l’appello della protezione civile di Cavezzo che chiede aiuto per fare fronte all’emergenza sisma nella fase uno. Una fase che, nel codice della protezione civile, significa ricerca dei dispersi o delle vittime sotto le macerie, mentre si provvede ad accompagnare i residenti delle zone inagibili a ritirare lo stretto necessario nelle proprie case. «Dovremmo uscire domani dalla fatidica fase uno - spiega Maurizio Cavazza, responsabile di Cavezzo - Almeno è quello che speriamo, per procedere poi con la seconda fase che prevede una stabilizzazione della situazione nei campi degli sfollati in cui regna ancora lo stato d’emergenza». Sono circa cinquecento gli sfollati che dormono nei due campi allestiti uno al Palazzetto dello sport dalla protezione civile dell’Abruzzo, e l'altro al palaverde di via Allende. Nel primo, sono attesi altri centocinquanta posti letto, ma non si sa quando né, precisamente, da chi. Nel secondo, invece, sono circa 250 le persone che si fermano per la notte e sempre in questo campo vengono preparati 1500 pasti al giorno, grazie alla colonna mobile di Rimini che ha montato la cucina nella notte fra il 20 e il 21, diventando subito operativa per la colazione. In centro, lontano dalle zone sportive, al contrario, si viene avvolti da un silenzio irreale, tra stanze ai piani più alti dei palazzi che ormai sono visibili a cielo aperto per il crollo della parete di facciata. Nelle vie più antiche che ospitavano uno dei mercati domenicali più visitati della regione, tutti i negozi sono inagibili e alcuni sono collassati al suolo, lasciando come traccia di sé solo i calcinacci e i mobili ammassati. Anche a Cavezzo, poi, dopo San Carlo, nel ferrarese, si stanno verificando delle eruzioni di sabbia causate dal terremoto all’interno del campo sportivo e in centro a Cavezzo di fianco al municipio, accompagnate da un rialzamento del fondo dei canali. «Le eruzioni sono un fenomeno geofisico che si presenta di tanto in tanto - conclude Cavazza - è vero che il comune di San Carlo è stato evacuato in seguito allo stesso fenomeno. Qui, per ora, le eruzioni hanno dimensioni contenute e la partenza di cittadini da Cavezzo verso strutture di Pievepelago non sono state determinate da ciò».
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