SIRIA BAMBINI COME SCUDI UMANI..

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    20120612_siria_bimbi
    ORRORE SIRIA: BIMBI TORTURATI
    E USATI COME SCUDI UMANI
    di Riccardo Tagliapietra

    ROMA - La vittima più giovane ha due mesi. È morto ieri assieme al resto della sua famiglia durante i bombardamenti del regime siriano verso nord, ai confini con la Turchia, nel villaggio di Andan ad Aleppo, chiamata la capitale del nord, città Unesco dal ’94. Come lui, almeno 1200 bambini siriani tra gli 8 e i 13 anni, sono stati uccisi, torturati, mutilati, violentati. È la lista della vergogna. Alcuni di loro usati come scudi umani, davanti ai finestrini dei mezzi militari, dalle forze armate fedeli al regime di Damasco. Un quadro drammatico che emerge dal rapporto delle Nazioni Unite, corredato dai 92 morti delle ultime 24 ore segnalati nel bilancio giornaliero dei comitati locali di coordinamento dell’opposizione. Ma tutto questo non basta.
    «Non stiamo cercando l’intervento militare - ha replicato ieri il ministro degli Esteri britannico William Hauge, smorzando le speranze di chi invoca aiuti militari in Siria -. Non dobbiamo pensare alla Siria come ad un’altra Libia». Intanto agli osservatori Onu è stato impedito l’accesso a Haffa. Ad opporsi gli stessi abitanti, in maggioranza fedeli al regime che si sta preparando ad attaccare la città, ha spiegato da Damasco Sausan Ghosheh, portavoce della missione Onu. Homs, ai confini con il Libano, è sotto una pioggia di fuoco. «Vi prego aiutateci, impedite un massacro», l’appello lanciato attraverso Al Jazira da un medico in uno dei quartieri bombardati dall’esercito.
    Sono quasi 30mila i rifugiati in Turchia, mentre la Giordania che ha già raccolto 120mila persone da quando è scoppiata la rivolta, sta impendendo a nuovi profughi provenienti dalla Siria di entrare nel Paese. Ore concitate anche nei palazzi del governo nazionale. In una telefonata al nuovo presidente del Consiglio Nazionale Siriano (Cns) all’opposizione, Abdel Basset Sieda, il ministro degli esteri Giulio Terzi ha sottolineato la necessità che le opposizioni si uniscano. Ma la situazione, ormai fuori controllo, ha spiegato in serata il capo delle operazioni di mantenimento della pace dell’Onu, Hervè Ladsous «è da guerra civile».

    fonte leggo.it
     
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