MISSERI SENZA LIMITI A "DOMENICA LIVE": "SE CONDANNANO SABRINA, MI UCCIDO" -FOTO

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    di Isabella Pascucci

    ROMA - Michele Misseri in diretta a Domenica Live per l'ultima intervista televisiva.
    O almeno questo è quanto assicura l'assassino reoconfesso del delitto di Avetrana che conferma quanto Barbara D'Urso fa notare: «Hai gli occhi pieni di lacrime».
    «Ho distrutto una vita, quella dell'angelo biondo» risponde per l'ennesima volta Misseri «Ho un altarino dedicato a lei, in cui non mancano mai fiori freschi. E io non so neanche perché l'ho fatto, perché l'ho uccisa».

    "MI UCCIDO SE CONDANNANO SABRINA". E quando la D'Urso gli chiede cosa farà se Sabrina dovesse essere condannata, Michele risponde: «Aspetto fino alla Cassazione. Dopodiché mi toglierò la vita. Perché solo io sto facendo giustizia: per quale motivo ho fatto trovare il telefonino e il corpo? Perché avevo rimorsi».
    Poi l'ammissione di un tentato suicidio: «Del resto, ho già provato a farlo. Prima di essere arrestato mi stavo ammazzando. Dissi a Sabrina: 'Se stasera alle otto non sono tornato, sappi che mi è accaduto qualcosa'. Andai nei campi ed ero sul punto di ingoiare del veleno, un veleno potentissimo, di prima classe. Ma poi qualcosa mi è apparso davanti agli occhi e mi sono fermato».

    "HANNO PROVATO AD UCCIDERMI". Ma Misseri, a suo dire, avrebbe anche rischiato di venire ucciso: «Sono convinto che abbiano cercato di avvelenarmi con alcune merendine che hanno lasciato nella mia cassetta delle poste, accompagnate da una lettera in cui era scritto 'Zio siamo stati noi'. Ho chiamato i miei nipoti, ma nessuno sapeva nulla. Poi, ricevetti una lettera in cui mi definivano 'diavolo, Satana' e 'Mi dispiace che tu non abbia mangiato le merendine. Dovevi fare la fine che hanno fatto i gatti' che sono stati avvelenati».
    La lunga intervista inizia con il racconto delle violenze subite da bambino: «Una volta mio padre mi legò come un cane ad un albero di fico».

    IL DELITTO DI SARAH. E poi, come un disco rotto, la ricostruzione per flash del delitto, confessato tante volte, di cui tante volte si è e si continua a dubitare: «Ho sollevata Sarah di peso e l'ho fatta girare perché se ne andasse. Sarah non ha visto la corda, non ha visto nulla. Ricordo di aver preso la corda ma non mi ricordo il momento in cui le ho girata intorno al collo. Ho visto quei giri quando glieli ho tolti dal collo».
    Poi, il racconto do una quotidianità che è diventata incubo: «Non vado più in chiesa. Quando andavo mi sentivo dire: 'Con che coraggio viene qui tra noi?'. Sono rimasto solo. Tutti gli amici mi hanno voltato la faccia. Chiedo perdono alla mamma di Sarah: un giorno andrò a casa sua a chiederle perdono. Finora non l'ho fatto perché temevo di non essere accettato. Lo so che Concetta non mi crede».

    L'ULTIMA INTERVISTA. Alla fine, la promessa che questa sia l'ultima intervista televisiva: «Chiedo perdono a tutti, anche all'opinione pubblica. Questa è la verità. Non ce ne sono altre».
    fonte leggo.it
     
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