QUANDO I MESSAGGI RIVELANIO UN DISTURBO NEUROLOGICO

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    ma non sempre sono segnali preoccupanti
    «Distextia», quando i messaggini
    rivelano un disturbo neurologico
    Lettere invertite, testo sconclusionato: a volte gli sms assurdi sono usati dai medici come diagnosi per possibili patologie
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    MILANO - Scagli la prima pietra chi non ha mai invertito le lettere in un sms o chi, confondendosi, non ha scritto fischi per fiaschi, magari anche depistato dal text on 9, ovvero il celebre T9. Talvolta però le lettere e le sequenze scaturiscono in modo troppo caotico e confuso, forse addirittura sconclusionato, tanto da impensierire parenti e medici che, partendo proprio da un messaggino, diagnosticano disturbi neurologici complessi. La pratica di sbagliare gli sms si chiama distextia e talvolta è un segnale che, se preso al volo, consente di anticipare una diagnosi di ictus.

    QUEL MESSAGGINO FARNETICANTE - È la storia di un uomo di Boston in trepidante attesa durante la visita ginecologica della giovane moglie incinta. L’uomo aspettava un riscontro via sms e le frasi che gli arrivarono al termine della visita erano assolutamente incomprensibili, farneticanti, sconclusionate. Allarmato, il devoto marito ricoverava la moglie al pronto soccorso, mentre i medici accertavano segnali di un ictus in corso, come la scarsa funzionalità della gamba e del braccio destro, la difficoltà linguistica e un profondo disorientamento. In seguito la situazione si normalizzava ma quello short message service era stato un segnale precoce dei danni a carico di una zona del cervello coinvolta nel linguaggio.

    UN SEGNALE CLINICO - Non sono poche le volte in cui tutto ha inizio con un sms, senza per questo preoccupare la moltitudine di persone che sbagliano a digitare o che, per la fretta e per colpa del multitasking, partoriscono messaggi deliranti. La distextia è comunque divenuta un disturbo riconosciuto e viene ormai considerato un segnale medico di tutto rispetto, come spiega Joshua Klein dell’ospedale Brigham and Women's di Boston che, nella circostanza appena descritta, ha catalogato l'sms come il primo segnale clinico di allarme e la prima evidenza di una difficoltà linguistica. Del resto anche Sean Savitz, che dirige il centro neurologico dell’Health Science Centre dell’Università del Texas, racconta di come alcuni suoi pazienti anche nelle comunicazioni via mail abbiano dato i primi timidi segni di un disordine linguistico in corso che poteva annunciare ictus o afasia. Chiaramente tanto il messaggio criptico quanto la mail delirante sono segnali dei quali tenere conto se inseriti in un contesto a sua volta preoccupante e non bastano da soli ad allarmare. Per esempio la signora incinta di Boston aveva avuto problemi anche nella compilazione di un modulo, come ha fatto notare l’infermiera, destando sospetti più che fondati. Insomma la distextia va considerata come una preziosa aggiunta alla raccolta di dati e informazioni che i neurologi dovrebbero collezionare prima di formulare una diagnosi. Proprio nel digitare un messaggio infatti vengono messe in campo varie funzioni che, se compromesse (perdita di una visione nitida, dita insensibili o deboli, difficoltà di coordinamento e di composizione del testo), portano alle risposte senza senso della donna di Boston che, alla richiesta del marito se ci fossero novità circa la data del parto, rispose: «Ovunque, thinging giorni accanto. Qualche è dove». Davvero troppo per una semplice deformazione da T9 o per una banale confusione di chi "messaggia" mentre guida, parla e cammina. E niente a che vedere con quegli acronimi molto usati dai giovani come LOL (laughing out loud) o Tvb (ti voglio bene).

    Emanuela Di Pasqua

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0 replies since 2/1/2013, 07:09   9 views
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