TESTATE GIORNALISTICHE DI TUTTO IL MONDO PARLANO DEL PAPA

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    L'annuncio in latino durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto
    Il Papa si dimette dal pontificato
    «Lascio per il bene della Chiesa»
    «Le forze e l'età avanzata non più adatte al ministero»
    L'Osservatore romano: «Decisione presa da mesi»

    «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino». Con queste parole papa Benedetto XVI ha annunciato che lascerà il pontificato dal prossimo 28 febbraio. Lo ha fatto personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Joseph Ratzinger, 86 anni il prossimo 16 aprile, era stato eletto papa dal conclave il 19 aprile 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II.

    Benedetto XVI, le immagini degli otto anni di pontificato

    LE PAROLE DEL PAPA - «Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa» dice Benedetto XVI aprendo il discorso delle sue dimissioni (leggi il testo integrale).
    «Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede - spiega il Pontefice - per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato». «Per questo - aggiunge -, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro».

    IL CARDINALE BAGNASCO: SCELTA INASPETTATA- «Un fulmine a ciel sereno» commenta il decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano. Invece Gian Maria Vian, direttore dell'Osservatore romano, il quotidiano della Santa Sede, in un editoriale ha descritto la decisione del Papa come «presa da molti mesi, dopo il viaggio in Messico e a Cuba, in un riserbo che nessuno ha potuto infrangere, e avendo "ripetutamente esaminato" la propria coscienza "davanti a Dio", a causa dell'avanzare dell'età». Parla di «scelta inaspettata, ma serena» il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, e conferma questa tranquillità anche il segretario di Stato Tarcisio Bertone, che ha incontrato il Papa nel pomeriggio di lunedì: «L'ho visto molto sereno». «Una decisione che ci lascia con l'animo carico di dolore e di rincrescimento - aggiunge -. Ancora una volta Benedetto XVI ha offerto un esempio di profonda libertà interiore». A poco più di un'ora dall'annuncio, parla anche il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Federico Lombardi. Secondo il quale, dopo il 28 febbraio, Joseph Ratzinger andrà a Castel Gandolfo e poi nel monastero delle suore sul colle Vaticano, ma «non in clausura». In questo modo accadrà che due Papi vivranno contemporaneamente in Vaticano. Nessun pericolo di interferenze, assicura Lombardi: «Sono certo che Benedetto XVI sarà quanto mai attento e capace di evitarlo in ogni modo».

    PADRE LOMBARDI: «AVEVAMO NOTATO LA STANCHEZZA» - Informazioni, poi, sullo stato di salute del Pontefice: «Il Papa dice che il vigore fisico negli ultimi mesi è diminuito. Questo forse anche noi lo avevamo notato. Un po' di stanchezza e affaticamento maggiore rispetto al passato» ammette padre Lombardi. Ma, precisa, «non risulta nessuna malattia in corso che influisca su questo tipo di decisione».
    «L'età pesa su di lui. Mio fratello vuole più riposo» conferma alla stampa tedesca il fratello del Papa, Georg Ratzinger, che dice di essere al corrente della decisione da mesi. E spiega che da tempo il Pontefice fatica a camminare e che il suo medico gli ha consigliato di sospendere i viaggi oltreoceano.

    LA SUCCESSIONE - Lo stesso Benedetto XVI affronta il tema di quanto accadrà adesso. «Dal 28 febbraio 2013, alle ore 20 - spiega nel suo discorso - la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice».
    «Dal primo di marzo, dopo le dimissioni del 28 febbraio, inizierà l'iter per l'elezione. Per Pasqua dovremmo avere il nuovo Papa» ipotizza padre Lombardi in conferenza stampa.


    L'ANTICIPAZIONE: «DIMISSIONI DIRITTO E DOVERE» - In Luce del Mondo, libro-intervista uscito durante il periodo dello scandalo abusi, Benedetto XVI aveva già avanzato l'ipotesi delle dimissioni: «Quando il pericolo è grande - aveva risposto - non si può scappare. Ecco perché non è il momento di dimettersi. Ci si può dimettere in un momento di serenità o semplicemente quando non ce la si fa più. Ma non ci si può tirare indietro e dire ci pensi un altro. Quando si giunge alla chiara consapevolezza di non essere in grado di continuare, in questo caso il Papa ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi».

    LE REAZIONI - Immediate le reazioni, dall'Italia e dal mondo. A partire dal premier italiano Mario Monti: «Sono molto scosso da questa notizia inattesa». Fino alla Germania: «Il governo tedesco reagisce con emozione e turbamento» fa sapere il portavoce dell'esecutivo di Berlino.

    La notizia sui media di tutto il mondo
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    Un fulmine colpisce la cupola di San Pietro durante un temporale, nel giorno dell'annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI. La foto è di Alessandro Di Meo, dell'agenzia Ansa
     
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    Papa/ L'addio pubblico tra applausi, j'accuse e speranza futuro
    Messa Ceneri: No divisioni, Gesù contro ipocrisia religiosa

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    Città del Vaticano, 14 feb. (TMNews) - "Cari fratelli e sorelle, come sapete...". Alla prima udienza generale dopo l'annuncio delle sue dimissioni, la folla di pellegrini presenti in aula Paolo VI prorompe in un'ovazione e Benedetto XVI si interrompe per qualche secondo. "Grazie per la vostra simpatia...", aggiunge. Poi prosegue: "Ho deciso di rinunciare al ministero che il Signore mi ha affidato il 19 aprile 2005. Ho fatto questo in piena libertà per il bene della Chiesa, dopo aver pregato a lungo ed aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza, ben consapevole della gravità di tale atto, ma altrettanto consapevole di non essere più in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede. Mi sostiene e mi illumina la certezza che la Chiesa è di Cristo, il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura". Poi aggiunge: "Ho sentito quasi fisciamente in questi giorni non facili per me la forza della vostra preghiera. Continuate a pregare per me, per la Chiesa, per il futuro Papa. Il Signore - ancora applausi - ci guiderà".

    Giorno due di una nuova era in Vaticano. Lunedì, a sorpresa, l'annuncio delle dimissioni in latino ai cardinali riuniti in un concistoro per la canonizzazione di nuovi santi. Poi, come ogni martedì, una giornata di ritiro silenzioso. E ieri Benedetto XVI è tornato in pubblico, prima con l'udienza generale, poi con la cerimonia delle Ceneri che, per l'occasione, dall'Aventino è stata trasferita a San Pietro.

    La mattina Benedetto XVI ha pronunciato una catechesi che intreccia le tematiche penitenziali della Quaresima all'atmosfera della sua rinuncia appena annunciata. "Convertirsi - afferma il Papa - significa non chiudersi nella ricerca del proprio successo, del proprio prestigio, della propria posizione, ma far sì che ogni giorno, nelle piccole cose, la verità, la fede in Dio e l'amore diventino la cosa più importante". Torna a ribadire la necessità per i cristiani di dire no ad aborto, eutnasia e sperimentazione sugli embrioni. Sorprendente fino all'ultimo, il Papa menziona tre 'giganti' della spiritualità mondiale, ma anche tre figure controverse e lontane, per molti versi, dall'ortodossia cattolica: il teologo ortodosso Pavel Florenskij, Dorothy Day, campionessa dei diritti dei lavoratori, cattolica di origini protestanti, icona 'pro life' dopo aver abortito, e Etty Hillesum, giovane donna ebrea olandese morta nel campo di concentramento nazista di Auschwitz dopo aver lasciato un celebre diario del suo dialogo a dir poco singolare con Dio e la fede. Se qualcuno ha detto che "non si scende dalla croce", il Papa spiega che l'alternativa è "tra potere umano e amore della Croce, tra una redenzione vista nel solo benessere materiale e una redenzione come opera di Dio, cui diamo il primato nell'esistenza".
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2 replies since 12/2/2013, 06:21   28 views
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