BERSANI CONTRO RENZI,SOLDI AI PARTITI

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    Soldi ai partiti, Bersani contro Renzi
    «Il taglio è già negli 8 punti»
    Olivia Posani
    ROMA
    OGGI l’assemblea dei neo eletti del Pd sceglierà i nomi degli ambasciatori che dovranno trattare alla luce del sole con i 5 Stelle la presidenza di una Camera. Bersani è pronto ad andare fino in fondo nel suo tentativo di agganciare i grillini e provare a dare ...

    Olivia Posani
    ROMA
    OGGI l’assemblea dei neo eletti del Pd sceglierà i nomi degli ambasciatori che dovranno trattare alla luce del sole con i 5 Stelle la presidenza di una Camera. Bersani è pronto ad andare fino in fondo nel suo tentativo di agganciare i grillini e provare a dare un governo al Paese, ma la missione appare pressoché impossibile. Il primo passo pare l’abbia fatto un paio di giorni fa Migliavacca, braccio destro del segretario, chiamando il capogruppo al Senato del M5s, Vito Crimi. Ma dopo la linea dura di ieri di Grillo, l’approccio pare talmente difficile da far sì che nel partito comincino tutti ad attrezzarsi per il voto. Elezioni da tenere presto, a giugno. E così il Pd tornerà a cimentarsi con le primarie. Ma stavolta Bersani non ci sarà. «È nei fatti», spiega Matteo Orfini, uno dei ‘giovani turchi’ vicini al segretario. D’altra parte lo stesso Bersani ha più volte fatto capire che arriva un punto in cui bisogna far girare la ruota.
    Matteo Renzi invece ci sarà nuovamente perché vuole conquistarsi la premiership con i voti, dopo aver perso 40 a 60 contro il segretario. E ancora una volta si andrà a uno scontro a due. «Se ci troveremo di fronte il Renzi di ieri allora è chiaro che ci sarà sicuramente un altro candidato contro», assicura Orfini, convinto com’è che la prossima volta le elezioni si potranno vincere andandosi a riprendere i voti di protesta di chi sta peggio intercettati da Grillo. Basterà puntare non sul ceto moderato, come insistono in molti, ma sulla formula «più rinnovamento e più sinistra».

    LADDOVE per rinnovamento s’intende un radicale cambio di classe dirigente (i bersaniani meditano di candidare alle primarie Fabrizio Barca) e più sinistra il definitivo abbandono dell’Agenda Monti.
    Il Renzi di ieri è quello che ha sfidato il Pd ad aggiungere un nono punto al suo programma (via il finanziamento ai partiti), il Renzi di ieri è quello che parla della direzione del partito come di una «terapia di gruppo» che, dice Stefano Fassina, «prova a ridicolizzare il Pd in una situazione difficile».
    In effetti tra gli 8 punti del programma non c’è una frase netta sull’abolizione del finanziamento pubblico, ma la critica innervosisce i democrat. Una nota del partito sostiene: «Chi ha seguito i lavori della Direzione nazionale del Pd sa bene che il tema del finanziamento ai partiti è ben compreso negli otto punti approvati all’unanimità. Siamo intenzionati e pronti a rivedere il finanziamento ai partiti, dentro a norme che riguardino anche essenziali garanzie di trasparenza e di democrazia nella loro vita interna... O forse è questo un tema meno rilevante rispetto a quello dei finanziamenti?» .
    Intanto arriva un nuovo appello ai grillini dal titolo «Facciamolo!» per esortare la creazione di un «governo di alto profilo che realizzi il cambiamento». Le prime firme sono quelle di Benigni, Jovanotti, Don Ciotti, Michele Serra, Roberto Saviano.
     
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