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PONTIDA, CAOS LEGA: BOSSIANI E MARONIANI,
FINISCE IN RISSA. RISCHIO SCISSIONE -FOTO
<div class="dim5" id="testodim">PONTIDA - Sono volati insulti e anche qualche spintone
fra una ventina di militanti leghisti al raduno di Pontida, dopo che
alcuni di loro - probabilmente veneti - hanno esposto un manifesto che
raffigura il segretario Roberto Maroni come Pinocchio. La scenetta è avvenuta in un angolo del pratone mentre dal palco parlavano alcuni dirigenti di secondo piano del movimento.
MARONI: "ECCO I DIAMANTI" Roberto Maroni a Pontida ha portato alcune buste contenenti «i diamanti di Belsito».
Nel dare l'annuncio ha ricordato l'impegno preso un anno fa quando la
Lega venne travolta dalle inchieste sulla gestione dell'ex tesoriere.
Maroni ha invitato i segretari nazionali a consegnare i 13 diamanti alle «sezioni più meritevoli».
«I veri diamanti - ha detto Maroni - sono i militanti. Eccoli qua i
diamanti di Belsito. Sono per i militanti, per le sezioni». Poi ha
aggiunto: «Valgono 10 mila euro l'uno e li voglio dare
alle sezioni. Li consegnerò ai militanti che si sono impegnati, che si
rimboccati le maniche e tengono alto l'onore della Lega. Si impegnano
non per se stessi o per le proprie poltrone». Al termine del comizio
Maroni ha preso in mano alcune buste con dentro i diamanti e, ridendo,
ha fatto il gesto di lanciarli tra i militanti.
TOSI CONTESTATO Un nutrito gruppo di militanti veneti ha
fischiato il sindaco di Verona Flavio Tosi per la durata del suo
intervento a Pontida. «Fuori, fuori» gli hanno urlato. «Tosi, Tosi» la risposta degli altri militanti.
BOSSI: "RISCHIO LITIGIO" Proprio perchè «è stata
capita» la protesta di quei militanti che sono arrivati fino a Pontida
per fischiare, dal palco Bossi si è rivolto in particolare ai veneti,
per assicurare il suo appoggio alla richiesta di congressi. «Ai fratelli
veneti dico che ormai tutto è commissariato - ha spiegato il presidente
della Lega - ed è arrivato il momento che si facciano i congressi».
«La Lega non si sta dividendo, come i lecchini del regime scrivono sui
giornali», ha assicurato Bossi, che però ha sostenuto che nel Carroccio
ci sono problemi di democrazia interna. «A me spiace che la base venga
trattata un pò male perchè non ha strumenti per difendersi», ha
spiegato. Per questo ha proposto che ogni anno i militanti possano
valutare i loro dirigenti e «poterli mandare via se non vanno bene».
Certo, ha concluso Bossi, «c'è il rischio di litigare ma non siamo ancora a quel livello, siamo in grado di modificare le cose».
FISCO, "GUERRA A ROMA" «Se serve faremo una guerra a
Roma e al governo». È quanto ha annunciato dal palco di Pontida il
segretario federale della Lega nord, Roberto Maroni rilanciando la
proposta di trattenere il 75% delle tasse pagate sul territorio nella
'macroregionè. «Abbiamo tempo fino al 31 dicembre e fino ad allora
tratteremo -ha sottolineato Maroni dal palco- ma se il governo dice di
no ci impegneremo a superare autonomamente i vincoli imposti da Roma.
Non siamo qui per scherzare e quando combattiamo, combattiamo fino in
fondo». Per questo oggi è stata anche presentata una mozione a firma dei
tre governatori delle regioni del Nord, Luca Zaia, Roberto Cota e dallo
stesso Maroni con la quale si impegnano a rinegoziare con il governo il
Patto di stabilità, a costituire la macroregione del Nord e ad
intraprendere ogni iniziativa volta a garantire che appunto il 75% delle
risorse del gettito tributario resti sul territorio. Maroni,
rivolgendosi quindi a Bossi lo ha invitato a fare da testa di ponte
proprio con Roma perchè «è chiaro che in questa prospettiva i nostri
rappresentanti nella capitale devono andare giù e fare la guerra. Caro
Umberto -ha poi proseguito Maroni rivolgendosi a Bossi- anche tu devi
andare giu» a Roma e fare la guerra con i nostri rappresentanti e la tua
esperienza maturata in questi anni ci tranquillizza«.
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