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La Valle delle Meraviglie (in francese Vallée des Merveilles) fa parte
del massiccio del Mercantour; vi sono state scoperte più di 35mila
incisioni rupestri preistoriche, tra le quali numerose figure di armi
(pugnali e alabarde) risalenti soprattutto all'età del Rame (III
millennio a.C.) e in misura minore all'antica età del Bronzo (2200-1800
a.C.). Sono presenti anche figure più antiche, in particolare reticolati
e composizioni topografiche (nell'area di Fontanalba), databili al
Neolitico (V e IV millennio a.C.).
La
Valle delle Meraviglie si trova nel comune di Tenda. Fino al 1861
faceva parte della Contea di Nizza sabauda, poi dal 1861 al 1947 ha
fatto parte dell'Italia ed era compresa nella provincia di Cuneo, col
Trattato di Parigi del 1947 passò alla Francia.
Le incisioni rupestri
Da
sempre conosciute nella cultura popolare coll'appellativo di Marvègie
(meraviglie) e scoperte scientificamente alla fine del XIX secolo (è del
1869 la prima pubblicazione), le incisioni sono state eseguite su
affioramenti rocciosi o massi sparsi di pelite, un'arenaria a matrice
silicea a grana fine risalente al Permiano.
Si distinguono in due tipi:
graffiti o filiformi, sia preistorici che soprattutto iscrizioni o disegni schematici di epoca storica;
incisioni
picchiettate, attribuibili alla preistoria (dal Neolitico all'antica
età del Bronzo), realizzate con strumenti litici. I soggetti
appartenenti a questo gruppo comprendono figure con corna (bovidi e
scene di aratura), che sono la maggioranza, antropomorfi,
rappresentazioni di armi (pugnali, alabarde, asce) e figure geometriche
come composizioni topografiche, reticolati e pochissime spirali.
L'interpretazione
non è sempre agevole; molti studiosi propongono un riferimento alla
sfera religiosa, anche se non vanno esclusi riferimenti alle attività
produttive montane, in particolare al mondo pastorale.
Per quanto
riguarda la storia delle ricerche, vanno citati tre principali studiosi:
Clarence Bicknell per la scoperta, Piero Barocelli per l'inquadramento
archeologico ed Henry de Lumley per la catalogazione completa.
Clarence
Bicknell, botanico e pastore anglicano, raggiunse le aree incise
inizialmente attirato dall'interesse per la flora alpina. Si appassionò
talmente alle incisioni da trascorrere nell'area dodici estati (dal 1897
al 1912), durante le quali localizzò le più importanti rocce incise,
scoprendo di fatto il complesso di Fontanalba. Completò una pregevole
opera di documentazione tramite calchi cartacei a sfregamento di oltre
12mila figure ed elaborò una prima classificazione tassonomica dei segni
incisi.
La sua opera principale è ancora oggi un riferimento imprescindibile.
Piero
Barocelli, paletnologo e dal 1912 ispettore della Regia Soprintendenza
alle Antichità del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, fu il primo ad
applicare i metodi dell'archeologia allo studio dei petroglifi. Grazie
ad opportuni confronti comprese che le più antiche figure di armi
andavano riferite all'età del Rame (III millennio a.C.). Per tutto ciò
gli va riconosciuto il ruolo di pioniere dell'archeologia rupestre
alpina ed europea .
Il
lavoro condotto a partire dal 1967 dall'equipe guidata da Henry De
Lumley ha permesso il completamento di una grandiosa opera di
catalogazione, grazie al rilevamento integrale di tutte le figure
incise. L'intero corpus delle figure incise dell'area è ora conservato
presso il Laboratoire du Lazaret a Nizza .Il sito accoglie oggi studenti
del settore da ogni parte del mondo sotto la supervisione di archeologi
specializzati. Recenti ricerche hanno iniziato a produrre risultati per
quel che concerne la comprensione dei culti e delle società delle
antiche popolazioni mediterranee.
Distribuzione geografica
A
partire dal 1967 è stata avviata un'indagine sistematica della zona da
parte di un gruppo di universitari, museisti e scienziati finanziato dal
Ministero della Cultura francese e dal Consiglio Regionale delle Alpi
Marittime. Ad oggi sono state registrate oltre 35mila incisioni
preistoriche (50mila comprendendo quelle storiche), la maggior parte
delle quali si trova intorno al Monte Bego, da molti considerata una
montagna sacra per gli antichi Liguri al pari del Monte Beigua (non a
caso altra zona ricca di incisioni rupestri). La ripartizione dei
graffiti è di circa metà nella Valle delle Meraviglie, situata a ovest
del Bego e metà a nord, nella Valle di Fontanalba. Vi sono anche altre
zone più a nord con presenza di incisioni, ma di minore importanza. Si
possono quindi identificare i seguenti settori in ordine decrescente di
importanza:
Valle delle Meraviglie
Valle di Fontanalba (in francese Fontanalbe)
settore di Valauretta (in francese Vallaurette)
settore del Colle del Sabbione (in francese Col du Sabion) (tra Francia e Italia)
settore del Lago di Santa Maria
settore di Valmasca (Valmasque)
settore del Lago Vej del Bouc (Italia)
Il tutto è compreso in un'area di 40 km².
Escursioni
Il
sentiero GR52 attraversa la valle e non è consentito allontanarsi da
esso se non accompagnati da una guida autorizzata. L'ideale è iniziare
il tour al Museo delle Meraviglie di Tenda e poi unirsi ad una visita
guidata. È possibile effettuare escursioni nella valle anche in inverno
con adeguata attrezzatura. Le incisioni rupestri in questa stagione non
sono visibili, ma il panorama innevato vale la pena di essere visto.. -
sorriso@.
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J'ai .. laaaaaaaaaaaaaa .