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via libera definitivo quasi all'unanimità
Staminali, sì del Senato: il decreto è legge
Chi è in terapia con il metodo Stamina può andare avanti.
Al via uno studio clinico di 18 mesi con 3 milioni di euroIl Ministro della Salute Beatrice Lorenzin (Ansa)MILANO - Chi è in cura con il cosiddetto metodo Stamina può
continuare le terapie. E le cellule prodotte dalla fondazione di Davide
Vannoni saranno sottoposte a una sperimentazione di 18 mesi finanziata
con 3 milioni di euro. Questi i punti salienti del decreto diventato
legge dopo l'approvazione definitiva del Senato (il testo in pdf). Il consenso dei senatori al testo, uscito dalla Camera due giorni fa con modifiche rispetto alla prima versione votata da Palazzo Madama il 10 aprile,
è stato quasi unanime: 259 sì, 2 no e 6 astenuti. La legge riporta la
terapia Stamina nell'alveo delle regole previste per i farmaci (e non
per i trapianti), quindi sotto il controllo dell'Agenzia italiana del
farmaco (cosa prevede la nuova legge). E Davide Vannoni si dice disponibile a collaborare alla sperimentazione, ma «a patto che la metodica non venga cambiata».
Dunque la sperimentazione si farà? E in che modo? Sarà possibile
rispettare i "paletti" messi da Stamina senza andare contro le regole
condivise dalla comunità scientifica?
I PUNTI - In ogni caso il provvedimento, "Disposizioni urgenti in
materia sanitaria" firmato dall'ex ministro della Salute Renato
Balduzzi, ora è legge. Chi ha già iniziato le terapie con il metodo
Stamina può continuarle «sotto la responsabilità del medico
prescrittore», e si prevede l'avvio di una sperimentazione di 18 mesi - a
partire dall'1 luglio - per la quale vengono stanziati fino a 3 milioni
di euro. Lo studio clinico, che dovrà verificare se il trattamento sia
davvero efficace, è promosso dal Ministero della Salute che si avvale
della collaborazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco e del Centro
nazionale trapianti e sarà coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità,
«in deroga alla normativa vigente» ma con l'unico paletto della
sicurezza dei pazienti nella preparazione delle linee cellulari. Con
"paletto" si farebbe riferimento alle procedure di preparazione delle
cellule, che dovrebbero avvenire in GMP (Good manufacturing practicies) e non in GLP (Good Laboratory Practice), ma su questo punto Davide Vannoni ha espresso il proprio dissenso).
È istituito anche un Osservatorio «con compiti consultivi e di
proposta, di monitoraggio, di garanzia di trasparenza delle informazioni
e delle procedure» formato da esperti e associazioni dei familiari dei
pazienti. La legge sposta inoltre al 1° aprile 2014 la chiusura degli
Ospedali psichiatrici giudiziari, con deroga di un anno.
«RIGORE E BUON SENSO» - Soddisfatta Beatrice Lorenzin,
ministro della Salute, che giudica la decisione del Senato «equilibrata e
di buon senso». «La legge - spiega - rispetta la medicina da una parte e
le famiglie dall'altra». Il ministro ha ringraziato tutti i gruppi
parlamentari e i componenti delle commissioni di Camera e Senato «per la
sensibilità dimostrata e la puntualità con cui è stato studiato ogni
aspetto di questo provvedimento». Il Parlamento ha dato, «su questa
vicenda complicatissima ed emotivamente coinvolgente, prova di rigore,
serietà e compassione» ha aggiunto, concludendo che «se il trattamento
risulterà davvero efficace si aprirà una nuova frontiera per la
medicina». Secondo l'ex ministro Renato Balduzzi, «il decreto ha
mantenuto lo spirito con il quale è stato proposto, di attenzione ai
pazienti e alle famiglie sui diversi piani» e ha tenuto insieme questa
esigenza con «la necessità che le famiglie e malati abbiano a
disposizione cure riconosciute dalla comunità scientifica come utili per
tutelare la salute».
«EVITATO FAR WEST» - «Stiamo compiendo un atto importante che
potrà produrre esiti positivi, se ben condotto, si circoscrive ciò che
rischiava di diventare una sorta di far west». Così la senatrice del Pd Emilia De Biasi,
presidente della Commissione Sanità del Senato e relatrice del decreto.
«Finalmente - ha detto la senatrice nella sua replica in Aula prima del
voto finale - abbiamo circoscritto una metodica, abbiamo cercato di
indicare un percorso possibile di validità, non di verità ma di
verificabilità. In esso è contenuto il concetto che non può esistere
libertà di cura se non vi è una responsabilità». E la senatrice Nerina Dirindin,
capogruppo Pd in commissione Sanità: «È importante che si vigili sulla
sperimentazione del metodo Stamina perché avvenga garantendo il livello
scientifico e l'assoluta tutela dei pazienti, senza dimenticare che il
finanziamento previsto è sottratto al Servizio Sanitario Nazionale che,
già gravato dalle ristrettezze di questi ultimi anni, non riesce più a
mantenere i Livelli essenziali di assistenza».
«OCCASIONE PER STAMINA» - Sulla questione del finanziamento da 3 milioni è intervenuto anche Michele De Luca,
professore di Biochimica e direttore del Centro di medicina
rigenerativa "Stefano Ferrari" dell'università di Modena e Reggio
Emilia, fra gli scienziati che hanno lottato in prima linea contro la
prima versione del decreto Balduzzi. «Comprendo le critiche di illustri
colleghi, che considerano il finanziamento di una sperimentazione basata
su razionali scientifici inesistenti e senza nessuna evidenza di
potenziale efficacia uno sperpero di denaro pubblico, in un momento
difficile per il Paese e per il Servizio Sanitario Nazionale. Credo però
che nelle condizioni ambientali nelle quali il governo e il Parlamento
si sono trovati ad operare, molto simili al caso Di Bella, non si
potesse fare altrimenti. L'aspetto positivo dell'autorizzazione alla
sperimentazione, ancorché onerosa per lo Stato - conclude lo scienziato -
è che adesso Stamina ha la possibilità di dimostrare al mondo intero e
in maniera formale di aver trovato con un unico rivoluzionario prodotto
la cura per migliaia di patologie tutte diverse tra loro».
PRESSIONI - Il sottosegretario alla Salute Paolo Fadda ha
sottolineato che «né il governo né il Parlamento si sono fatti
condizionare da pressioni di qualsiasi genere». «Nonostante le tante
provocazioni di Stamina, ora si può iniziare con la sperimentazione
rispettando una legge approvata quasi all'unanimità dal Parlamento - ha
aggiunto Fadda -. Ora sarà predisposto, per la massima trasparenza, un
regolamento per la sperimentazione. Noi vigileremo con l'Osservatorio,
ma ormai questa vicenda è un fatto scientifico, e questo era
l'obiettivo. Ora sta al governo far partire subito la sperimentazione».
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