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Il sito del New York Times
sotto attacco degli hacker siriani
Nuovo blackout per il giornale
online più cliccato del mondo.
Arriva la rivendicazione
della “Syrian Electronic Army”
Alla vigilia della resa dei conti con il regime di Assad,
hacker siriani potrebbero già aver iniziato una loro «guerra»,
attaccando, con colpo propagandistico di tutto rispetto, il sito del New
York Times e di altri giornali Usa.Il sito web del prestigioso giornale newyorkese è infatti
entrato in panne per la seconda volta in un mese e una portavoce del
quotidiano ha attribuito il guasto di oggi a un attacco «malizioso»
dall’esterno. Secondo esperti informatici, il black out sarebbe da
attribuire al Syrian Electonic Army (Sea), un gruppo di pirati siriani
già sospettati di un simile cyberattacco il 15 agosto al sito del
Washington Post. Poi in serata hanno denunciato intrusioni simili anche
l’Huffington Post e USA Today.Lo stesso Syrian Electronic Army ha oggi affermato di aver
«occupato» Twitter. Il gruppo si è vantato in un micromessaggio di esser
riuscito a cambiare alcune delle informazioni di base nella
registrazione del sito di microblogging.A differenza delle due ore di buio del 14 agosto, quando il
problema venne attribuito a un guasto tecnico, stavolta il disservizio
al New York Times è stato intermittente. «Abbiamo difficoltà. Lavoriamo a
ripristinare il sito», ha informato il quotidiano su Twitter
diffondendo un indirizzo web su cui trovare «le nostre ultime notizie
sulla crisi in Siria».Secondo Darien Kindlund, manager dell’intelligence per la
società di cybersicurezza FireEye l’identità dei pirati difficilmente
potrà essere confermata a breve e tuttavia «non sarebbe soprendente se i
responsabili fossero gli hacker dei Sea: andrebbe d’accordo con i loro
motivi».Il black out di oggi coincide con un’intensificazione del
pressing diplomatico-militare della Casa Bianca su Damasco. Secondo un
altro analista di FireEye, Kenneth Geers, «il Times è il sito web più
popolare d’America con 30 milioni di visitatori. Metterlo fuori uso per
il Sea sarebbe un colpo propagandistico di tutto rispetto».
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