ISABELLA FERRARI 50 ENNE D.O.C.

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    Isabella Ferrari e la generazione 1964
    Noi attrici senza paura dell’età

    La Ferrari, domani star al festival di Taormina: «Pentita dei ritocchi, ferita dallo scandalo su Caos calmo. Gli errori si pagano. Le mie labbra sono tornate normali»
    di Valerio Cappelli, inviato a Taormina


    Generazione 1964. Monica Bellucci, Francesca Neri, Sabrina Ferilli, Isabella Ferrari: festeggiano 50 anni, un giro di boa importante, entrano nella seconda parte della loro vita. Hanno la percezione che non basti essere belle, sono diventate produttrici e non considerano il teatro o la tv un’assurdità rispetto al cinema, come avveniva nella generazione precedente. Monica è la diva dal grande cuore che nel tempo ha affinato l’arma dell’ironia, si sente «molto meglio oggi che a 30 anni». Francesca ha saldato i conti con le inquietudini e si vede «più leggera e libera, la vera sfida della vita è saperla trasformare». Per Sabrina «sarebbe ipocrita dire che sono contenta di invecchiare, ma vivo bene», mescolando un po’ tutto, fiction popolari, teatro, spot, talvolta una zampata d’autore (La grande bellezza ). Isabella non teme il tempo che passa, lei è l’autodidatta piacentina diventata riferimento del cinema d’autore, un modello sofisticato: «Una volta un capo della Rai, che aveva prodotto Amatemi , dov’ero diretta da mio marito Renato De Maria, mi disse che era schifato, gli sembrava un film di Sautet con Emmanuelle Béart. Non ho i colori mediterranei della Bellucci, che è la mia migliore amica, ma non mi sento affatto un’attrice di stampo francese».

    Domani Isabella Ferrari al Festival di Taormina, interrogata dal direttore della rassegna Mario Sesti, si racconterà in un campus con gli studenti: «Non so cosa succederà, ora non riesco a trovare aneddoti, poi verranno fuori. I critici mi danno anche un premio alla carriera, a volte mi hanno tartassata e a volte applaudita. Comunque, chi l’avrebbe mai detto? Ho cominciato senza nessuna scuola e formazione alle spalle, una cosa che mi ha perseguitata per anni e mi faceva sentire inferiore a chiunque, mi sembrava di non trovare le parole. Era solo paura». Pensando alla ruota che gira, a Isabella viene in mente Andrea Occhipinti, che non fa più l’attore ed è diventato un distributore di successo: «Abbiamo fatto il primo fotoromanzo insieme, a 17 anni. L’anno dopo ero in Sapore di mare . In fondo è sempre una ricerca». A Cannes Juliette Binoche, in Sils Maria di Assayas, ha interpretato un’attrice cinquantenne che teme una collega più giovane. Accade solo nella finzione? La Ferrari è amica «di attrici belle e famose e il mio agente francese mi ha detto che una cosa così non l’ha mai vista. Ci sono vari modi di alzare il tiro, abbiamo tanti mezzi, la palestra, il cibo, un modo di stare al mondo. Non invidio la giovinezza: ho invidiato Asia Argento per il coraggio con cui in Incompresa ha scritto la propria storia, con un senso di cinema molto alto». Binoche ha detto che più si invecchia e più bisogna osare, cambiare registro.




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