ISABELLA FERRARI ATTRICE

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    Isabella mamma sexy

    Hippie in La vita oscena, borghese in Uno per tutti, la Ferrari fronteggia figli impegnativi

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    Isabella
    Ferrari, 51 anni, in uno shooting per D al Grand Hotel et de Milan.
    Foto Max Cardelli. Styling Rachele Bagnato. Abiti Giorgio Armani. Trucco
    Miriam Langellotti per Lord&Berry. Pettinature Alessandro Squarza
    per James by Wella




    Di mamma non ce n’è certo una sola, oggi, nella vita d’attrice di
    Isabella Ferrari. Nei suoi splendidi 50 anni vissuti filmicamente, può
    anzi permettersi di saltare dalla genitrice hippie anni Settanta del
    cupo, sperimentale e intrigante La vita oscena, tratto dal libro di Aldo
    Nove e diretto dal marito Renato De Maria (passato all’ultima Mostra
    di  Venezia e a metà giugno finalmente nelle sale) al thriller familiare
    Uno per tutti di Mimmo Calopresti, che ha girato nei primi mesi
    dell’anno a Trieste accanto a Fabrizio Ferracane e Giorgio Panariello.
    In entrambi ha un figlio a dir poco problematico,  in entrambi, anche se
    in modi molto diversi, è una figura protettiva e necessaria. Come lo è
    stata sempre per i suoi tre figli veri, Teresa, Nina e Giovanni. «La
    vita oscura era un film difficile da far nascere, viene da un racconto
    di un poeta che parla di morte. Dice verità urgenti, autobiografiche, e
    Renato (De Maria, ndr) si è divertito a costruirci intorno una cornice.
    Sembrava impossibile trovare i soldi, poi un ragazzo che non lo fa di
    mestiere ha deciso di investire il suo denaro in questa idea
    sperimentale. Io ho sostenuto subito l’idea: quanti ne vorrei
    interpretare, di film così, ho un grande desiderio di immagini di
    libertà. Invece i nostri produttori hanno tutti paura di sbagliare, di
    non incassare abbastanza, e subito gli sceneggiatori si accodano. Ma il
    cinema italiano, che ha vinto tanti premi grazie alla sua qualità, deve
    aver più coraggio e uscire dalla solita commedia con tanti attori, che
    poi sono sempre gli stessi. Bravi, per carità, però... Se il momento
    peggiore sta passando anche per noi, allora prendiamone atto, usciamo
    dalle macerie. C’è la speranza di vedere la vita e questo lavoro con più
    morbidezza, meno paura». Difficile bloccare Isabella quando inizia un
    discorso che le sta a cuore. Però, tornando a La vita oscena, al suo
    stile psichedelico, alla sua parte... «Nel mio ruolo c’è tanta poesia
    del materno, il dare alla luce il proprio figlio (Clément Métayer),
    anche nella malattia, nella morte. La mia è una madre colorata, molto
    anni Settanta. In quel modo di vestirsi c’era anche la libertà di
    un’epoca che purtroppo non ho vissuto. In lei c’è voglia di vita,
    davvero fino alla morte. Poi nel film c’è una sorta di attraversamento
    delle fiamme e una rinascita. Certo non è un film per fare soldi, che
    piaccia alla banche o alla Merkel...».








    Isabella mamma sexy






    L’altra mamma, quella di Uno per tutti, è più borghese, vive nell’oggi e
    ha un matrimonio in crisi. Ma resta lì, perché c’è un figlio che ha
    combinato qualcosa di grave e ha bisogno di lei. «Questo film, per me è
    una sorta di Delitto e castigo», dice l’attrice, felice di girare per
    Calopresti. «Mimmo lavora con gli attori in maniera istintiva, classica.
    Però è disponibile: molte soluzioni si trovano insieme sul set e questo
    lavoro di squadra è molto stimolante per un attore. Il personaggio che
    interpreto si porta dietro dolori e delusioni, è una donna in cerca di
    pace, buddista, che pratica ogni tipo di terapia olistica. E lo fa per
    un desiderio di tranquillità, di pulizia. Il rapporto con il figlio è
    molto conflittuale, ma lei è una madre con la “M” maiuscola, contro
    tutto e contro tutti». Come lei? «Sì, sono una donna che nella vita ha
    sempre lavorato e insieme allevato i figli,  li ho seguiti molto. E
    posso dire che la vita dei ragazzi è molto cambiata oggi: studiano con
    la paura che sia tutto inutile, perché tanto il lavoro non c’è e
    dovranno cercarlo altrove. E invece bisogna farli restare qui,
    investendo sulla ricerca, l’università, altrimenti finiremo per
    costruire il futuro di altri paesi, non del nostro. Cos’è questa moda
    che hanno tutti di andarsene all’estero?». Discorsi da mamma, che, per
    restare in tema, ha «molto amato il film di Nanni Moretti Mia madre,
    vero e coraggioso nel raccontare la sua intimità, nelle immagini, negli
    oggetti. È speciale come riesce ad andare in profondità dentro se stesso
    senza paura di mostrarsi. Sono un po’ cresciuta con lui e lo invidio,
    non ha paura di rischiare mostrandosi al pubblico».



    Un bel ritorno al cinema, quello di Isabella in questi ultimi anni,
    passato per La grande bellezza di Sorrentino, che «mi ha scelto per la
    mia immagine, il mio modo di essere nella vita. Però io non sono
    un’attrice che sa e può fare tutti i ruoli: anzi, credo che mi vengano
    meglio quelli più distanti da me, dal mio modo di essere e dalla mia
    psicologia. La vedo più come Moretti fa dire alla regista nel suo film:
    l’attore si deve vedere, accanto al personaggio. E da interprete mi
    piace di più mettermi delle maschere. L’ho fatto tanto a teatro e di
    recente al cinema: portavo una maschera (da spietata imprenditrice
    farmaceutica, ndr) in Il venditore di medicine di Antonio Morabito,
    accanto a Valerio Mastandrea, un film impegnato che meritava miglior
    fortuna, di quelli che mi piace interpretare fidandomi del regista. Amo
    molto recitare, indossare le vite degli altri, ma sono un tipo di
    attrice che fatica a decidere se fare un film o no, e di solito scelgo
    in base al nome del regista che me lo propone: mi piace essere usata,
    diventare un materiale malleabile nelle mani di un autore che sa cosa
    vuole mostrare e dire». Ma non sempre va così: «C’è il mio desiderio di
    fuga permanente, che si manifesta anche rinunciando a una proposta che
    magari, razionalmente, giudico magnifica: perché mi fa fatica star
    dentro quel ruolo, quel progetto. Per questo quando ho finito un film
    non lo voglio vedere, finisco per fuggire anche da quello. Ma ammetto
    che fare questo mestiere mi ha salvato dalla mia razionalità: sarei
    stata una donna molto noiosa, forse antipatica». Nel suo futuro niente
    regia («tanti attori la sognano, a me non interessa affatto»), e forse
    nemmeno un libro, «che pure molti mi propongono di scrivere, magari
    un’autobiografia. Ma io sono pigra, e stanca, passo da un set all’altro
    da quando avevo 16 anni, dopo il successo di Sapore di mare, e ho un po’
    voglia di staccare, prendendomi perfino il lusso di dire di no a un
    grosso progetto in teatro, come mi è successo di recente. Tornando al
    libro, ho il terrore della pagina bianca, di raccontare i miei pensieri,
    i sogni, ciò che mi passa per la testa, che è cosi disordinato. Sì,
    sarei anche tentata di farlo, però ripartendo da un qualche ordine.
    Forse in un altro momento. La verità è che non so mai qual è il ruolo
    che mi aspetto, soprattutto dopo aver lavorato per una vita. Non so in
    che momento sono e ho il desiderio di reinventarmi, ascoltarmi».
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    Incerta su presente e futuro, sicura sul passato. «Rimpiango di non aver avuto una vera adolescenza, di essermi persa le tante cose che fanno i ragazzi e le ragazze a quell’età. E mi è mancata, anche se ho imparato sul campo, da maestri come Giordana, Scola, Doillon e tanti altri, una vera scuola di recitazione. Una volta, a Roma, ho partecipato al laboratorio di una bravissima coach americana, Susan: il suo corso era fantastico, mi ci sono buttata a capofitto anche se ero già famosa, superesposta. Ma al mio turno di esporre un’emozione, mi è venuto un blocco: ho aperto la porta e mi sono ritrovata, felice, sulla Tiburtina».

    Da Scola a Sorrentino
    2015 La vita oscena di R. De Maria, con C. Métayer, I. Forte, R. De Francesco Uno per tutti di Mimmo Calopresti, con Fabrizio Ferracane, G. Panariello
    2013 La grande bellezza di P. Sorrentino, con T. Servillo, S. Ferilli, C. Verdone
    2008 Caos calmo di A. Grimaldi con N. Moretti, V. Golino Un giorno perfetto di Ferzan Özpetek, con V. Mastandrea, S. Sandrelli
    1995 Romanzo di un giovane povero di E. Scola, con A. Sordi, A. Dussolier
    1983 Sapore di maredi Carlo Vanzina, con Virna Lisi, C. De Sica, M. Suma, J. Calà
     
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